Capitolo 11

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E adesso? Cosa avrei dovuto dirgli?

Mi aveva portata al “nido dell'amore”e mi ero sentita così impotente, ora che aveva deciso di chiarire con me. Tra la paura che avesse sentito qualcosa e il timore che si potesse innervosire ancora, ero stata zitta salendo i tre gradini di legno, sotto le decorazioni intagliate che si intrecciavano come rami sulle nostre teste.

Quando ci eravamo seduti, ero certa che Harry non sapesse come fosse soprannominato quel posto e non negai che mi sarei sentita male se qualcuno ci avesse scoperto lì, venendoci a chiamare per cena. Non sapevo che ore fossero, giocando il tempo era volato e la temperatura si era abbassata notevolmente col calare del sole. Il mio corpo era ancora accaldato e sudato, situazione dovuta anche alla presenza così vicina di Harry e il suo sospiro caldo su di me. Il cuore mi batteva forte e sudavo freddo.

Ringraziavo il cielo che il mio migliore amico non avesse udito di più della conversazione con Louis, e stavo cercando di giocarmi la carta del “non volevo metterti pressione”. Secondo un filo logico, era una scusa plausibile, secondo la quale io non avevo detto ad Harry di ciò con cui avevo parlato con Zayn per evitare di mettergli pressione. Ma, quindi, di cosa avevo parlato con Zayn? Secondo Harry, di tutto, c'entrava però il ragazzo che mi piaceva, collegandosi così al discorso con Louis.

Non sapevo cosa inventarmi e gli occhi di Harry non facevano che cercare la verità, le parole sincere della sua migliore amica. Con l'urgenza di inventarmi qualcosa, pensai ad Aletha, alla sua furbizia così simile a quella di Louis. Sarei comunque potuta rimanere sul reale, seppur cambiando alcuni fatti.

«Ahm- allora, c'è questo ragazzo» che, in realtà, saresti tu. «Che conosco da un po' di tempo» tipo, da quando eravamo bambini e giocavamo con la piscina gonfiabile.

«L'ho conosciuto a scuola, beh, all'Università» scuola materna di Holmes Chapel, cortile sul retro, dopo la festa di compleanno. «Me l'ha presentato Aletha, un po' di tempo fa» inserii anche quel dettaglio, per far sembrare tutto più veritiero.

Le sopracciglia di Harry si erano corrugate un po', «mh, vai avanti»

«Solo che lui non sa di questi miei sentimenti» non lo capisci proprio, vero? «Anzi...» tentennai.

«Anzi?»

«Sta insieme ad un'altra ragazza» se non ci arriva adesso, non ci arriva più. «Quindi, è come se per lui fossi invisibile»

«Ma siete amici?»

«Sì, beh, non proprio amici. Conoscenti, diciamo. Usciamo nello stesso gruppo da un po' di mesi» siamo migliori amici da ormai un sacco di tempo, e conosco il tuo gruppo di amici, il resto dei One Direction, da quando si sono formati ad X Factor, senza contare tutti gli altri che abbiamo in comune del nostro paesino sperduto.

«E lui porta anche la sua ragazza, quando uscite?»

«Sì, ovviamente» incassai la testa tra le spalle. Stavo inventando tutto, stavo mentendo. Era ancora peggio di quello che avevo fatto la sera prima, ovvero nascondergli parte della verità e schiaffargli quello che pensavo dritto in faccia. Stavo mentendo al mio migliore amico, ma era per il suo bene, giusto?

Stavo parlando di lui a sua insaputa, e mi sentivo così stupida per non essere riuscita ad inventarmi nulla di meglio. Mi avrebbe scoperto subito, se non mi fossi inventata qualche particolare per rendere tutto più veritiero e realistico. «Stanno sempre lì a sbaciucchiarsi, – aggiunsi, al pensiero di lui e la neo-sposina – cerco sempre di non pensarci, ma anche adesso se mi viene in mente la cosa mi rattrista»

«Era per questo che piangevi, ieri?» il mio migliore amico sembrava preoccupato, ma non nel modo in cui era preoccupato Zayn la sera precedente. Come se nascondesse qualcosa.

Il matrimonio del mio migliore amicoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora