Capitolo 29

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Due giorni dopo cominciammo l'allenamento, con il suo aiuto comprai un' materassino e altri attrezzi. Dovevo allenarmi. Dovevo essere pronta.

Tutti e due avevamo la tuta. Facevamo un po ridere.

Fu difficile, Micene era bravo, mi atterrava sempre, e quando lo faceva mi sorrideva e tentava di baciarmi, io mi scansavo. Era furbo, non aveva rinunciato a me. E sapeva che io lo amavo. Doveva sol farmi cambiare idea.

Ad un certo punto mi atterrò così bruscamente che mi feci male.

<<Che male! Accidenti.>>

Micene guardò dove mi ero fatta male, e mi baciò in quel punto. Mi vennero i brividi. Vedere i suoi brillanti occhi azzurri fissarmi e un sorriso furbetto sul suo volto.

Era terribilmente bello, e questo lo sapeva. Accidenti!

<<Ricominciamo!>>ero determinata!

Per tutto il giorno Micene mi faceva volare a terra, mi prendeva e mi atterrava. E poi tentava di baciarmi o sedurmi. Che furbo. E questo suo lato lo adoravo, anche se mi dava sui nervi alcune volte.

Argo suonò il campanello. Questo significava che era già sera.

<<Non è giusto che io sia costretto a stare qui tutte le notti!>>

Micene lo salutò con un cenno, io mi parai davanti a Argo, che nel fra tempo si era spamparazzato sul divano. <<Se vuoi giochiamo alla wii più tardi...>> il suo umore migliorò. Presi il portatile e andai in cucina, chiamai i miei. Dovevo dirgli che ero stata promossa, con buoni voti.

Come Anna e Lidia, mamma e papà non sapevano della rottura con Micene. Mi avrebbero fatto un sacco di domande su di lui.

Accettarono la chiamata.

<<Ciao mamma!>>

Gli raccontai il tutto e per tutto degli esami. Poi mi chiesero di Micene. Dovetti mentire spudoratamente. Cercavo di non far vedere il mio dolore.

Stupido orgoglio.

Una volta quand'ero piccola mi arrabbiai con la mamma, per un futile motivo. Decisi che per due giorni non gli avrei rivolto la parola, e che sarei andata a dormire sul divano. Così feci. Odio la mia testardaggine e il mio orgoglio. Ma purtroppo fanno anche fin troppo parte di me.

Li salutai con un grosso bacione.

Era da un sacco di tempo che non dormivo in camera mia. Mi sentivo sola.Argo stava già dormendo. Io non ci riuscivo. Continuavo a pensare a lui. Tutti i bei momenti mi passarono davanti. Cercavo di trattenere le lacrime. Ma a stento.

Iniziai a piangere, cercavo di soffocare i singhiozzi. Ma Argo aveva già sentito.

Bussò alla porta tre volte. Mi asciugai il viso e lo feci entrare. Mi guardò ridacchiando.

<<Sei presa così male?>>

Gli alzai il dito medio.

Mi asciugai le lacrime, ma continuavano a scendere. Ero patetica.

Argo venne avanti e si sedette sul letto. <<Sei una stupida lo sai?>> lo guardai male. Mi mise un braccio intorno alle spalle e distese le gambe sul letto. <<Una vera stupida Eva...>>e mi diede un bacio sulla fronte. Io continuavo a versare lacrime,come una bambina.

Mi coccolava, una cosa che non si vedeva. Argo ero molto particolare.

<<Lo ami vero?>

Feci segno di si con la testa. Lo amavo ancora.

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