Capitolo 25

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Sentivo il mio cuore battere troppo forte... e il suo troppo piano.

Daniel sembrava spaesato. Arn venne vicino a me, mi prese il braccio e mi costrinse a tirami su. Piangevo Micene, mentre lui a strattoni mi portava lontano da lui, le lacrime calde mi rigavano il viso.

<<MICENE!!!!>>lui tendeva a fatica la mano verso di me.

Mi portavano via, mi portavano lontano da lui... sarebbe morto e io non ero con lui. Non osavo immaginare la sua morte, non osavo immaginare una vita senza di lui.

Più mi allontanavo... più i ricordi mi travolgevano.

Diedi uno strattone forte, riuscii a liberarmi dalla morsa di Arn, scappai e andai da Micene, riuscii soltanto a sfiorare la sua mano, che Arn mi aveva già preso.

Micene cercava di pronunciare il mio nome, ma il dolore e la sempre di più mancanza di aria gli mozzavano il fiato.

<<MICENE!!!>> la mano libera tesa verso di lui. Pregavo dio che qualcuno arrivasse ad aiutarci. Pregavo dio che non morisse.

Ora...ero troppo lontana per vederlo. Le lacrime offuscavano la vista. Le forze mi mancavano sempre di più. Fin che non caddi in ginocchio piangente.

Arn si chinò e Daniel lo raggiunse, erano accanto a me. Li vedevo parlare, ma non li sentivo, la vista iniziò ad annebbiarsi, fin che non divenne tutto nero.





Quandomi svegliai mi ritrovai distesa in un letto. Avevo addosso una coperta e faceva freddo. Le finestre erano sbarrate, al di la dell'unica porta sentivo delle voci, ma non capivo cosa dicessero.

In un secondo ricordai cosa fosse successo. Ricordai Micene a terra in una pozza di sangue, ricordai tutto.

Scoppiai a piangere nuovamente.

La porta si spalancò.

Arn venne verso di me, con la mano prese il mio mento e mi alzò il viso,mi costrinse a guardarlo. Intanto le lacrime scendevano.

<<Eva...smetti di piangere!>>

Lemie lacrime continuavano a scendere, sempre di più.

<<Smetti di piangere un morto! Ora appartieni a me!>> mi lasciò il volto e scoppiai a piangere... "smetti di piangere un morto" mi rimbombava in testa, quella frase feriva più di cento coltelli.

Tra l'oscurità si dipinse il volto di Micene. Stavo sempre più male. E ora... avevo la certezza che era morto.

Io non sarei mai stata di Arn... mai! Io appartenevo a Micene,appartengo a lui... e apparterrò a lui sempre!

La porta si chiuse dietro le sue spalle.

Ora guardavo quella porta con odio. Il ragazzo al di la di quella porta aveva ucciso la perso che amavo.

Però non avevo forze, la testa mi girava e la nausea saliva. Mi distesi sul letto, rannicchiata e coperta fino alla testa.

L'unica cosa che riuscivo a fare era piangere... l'unica cosa che riuscivo a pensare era Micene, il suo sguardo sofferente...

Non avevo più lacrime, le avevo finite... le avevo piante tutte.

Il dolore era forte e mi divorava dentro sempre di più, era come se qualcuno mi stesse mangiando da dentro.

Lo sguardo era perso nel vuoto, velato ed esausto dal troppo dolore. Mi stringevo alla coperta, mentre Daniel e Arn a turno venivano a vedermi.

Non badavo più a loro e a cosa facevano, non toccavo nemmeno il cibo che mi portavano. Ero di nuovo prigioniera loro... ma questa volta...Micene non sarebbe venuto a salvarmi. In realtà... non lo avrei mai più rivisto... se non attraverso i miei ricordi, che col tempo sarebbero svaniti, col tempo avrei dimenticato la sua voce, la sua sensazione, i suoi sguardi... il suo volto. Avrei dimenticato anche com'era toccarlo... avrei dimenticato tutto di lui. Non ci sarebbe stato più niente.

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