Capitolo 21

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All'inizio mi sentivo sola. Mia nonna era morta l'anno prima, e io sarei dovuta restare a casa da sola mentre i miei erano in Egitto. Stavo male al solo pensiero... poi... sono stata male per un altra cosa. I miei nuovi vicini di casa, antipatici e strani. Ma due in particolare erano davvero cattivi, stronzi e godevano a prendermi in giro. I miei genitori hanno chiesto proprio a loro di darmi un occhiata. Sarebbe stata la mia fine. Mi sarei comunque sentita sola, terribilmente sola.

Le cose però sono andate a finire molto diversamente. Il mio vicino di casa Micene, dal fisico da urlo ma un carattere e una personalità da prendere a pugni mi ha letteralmente presa in simpatia, anzi molto di più... non lo avrei mai pensato. Uno come lui... e una come me? A quanto pare le cose vanno come vanno. Mi ritrovai diventata la sua ragazza, e lui era molto geloso. E lo è tuttora.

Andai in crisi quando scoprì la loro vera natura... mostri. Accoltellai la persona che amavo di più al modo. Ma grazie a dio nulla se non l'argento lo può uccidere. Se mi capitasse potrei accoltellarlo avita... tanto non morirebbe.

Il nostro rapporto da quella fatidica notte si rafforzò ancora di più,Micene divenne la cosa più importante al mondo e io ero lo stesso per lui. Quando eravamo lontani stavamo male, era come avere un vuoto dentro. Stare assieme... era quello che volevamo, non separarci mai.

Una cosa simile non l'avevo mai provata, nemmeno coi miei genitori. Nulla di così immenso, nulla di così grande e forte.

La cosa era davvero strana, ma allo stesso tempo molto bella.




Il dodici era arrivato, non so perché... ma in questa notte, questa notte era particolare avevo una brutta sensazione. Non era certo la prima volta, eppure...

Micene si era preparato tutta la mattina assieme agli altri. Avevano un lucchetto a timer. Si sarebbero rinchiusi dalle cinque e quarantacinque del pomeriggio, fino al mattino seguente. Non sempre perdevano la lucidità, molte volte rimanevano se stessi, altre volte invece per metà. Ma le peggiori erano quelle complete, quando perdevano completamente la ragione, diventavano bestie, o meglio dire mostri.

Avremmo pranzato assieme, e ci saremmo coccolati fino alle quattro e mezza.Bella domenica! Ma non potevo farci assolutamente nulla.

Mentre aspettavo il suo arrivo mi dedicai al pranzo e per tutta aggiunta avrei fatto con le mie mani una deliziosa torta. Sperando che venisse bene, una così complicata non l'avevo mai fatta.

Oky in realtà avevo sempre fatto quelle già pronte, quelle che bastava mescolare e mettere in frigo o in forno. Questa volta invece... mi sarei messa in gioco.

Iniziai i preparativi. Presi le uova e tutto l'occorrente. Mi dividevo tra torta e pranzo, stavo dando i numeri.

Micene arrivò da dietro le spalle, facendomi tremare.

<<Che ci fai qui?>>

<<Ho fame...>> mi prese a se e mi baciò dolcemente, anche io avevo fame... ma di lui.

Ripresi il controllo e lo cacciai dalla cucina chiudendo la porta.

<<Aspettali! Accuccia!>>

<<Eva!>>

Niente Eva, sarebbe restato li come un bravo cagnolino ubbidiente.

Il pranzo era pronto e la torta...bhè l'aspetto non era importante. Non era bella ma sapevo che sarebbe stata molto buona.

Aprì e Micene mi tenne il muso, a tavola portai gli spaghetti alla carbonara e la torta salata, si lecco i baffi. Avevo fatto porzioni da quattro perché mangiava per tre. E intanto lui restava magro...non avanzò niente. Mi alzai per spreparare, mi prese dai fianchi emi fece sedere sulle sue gambe, mi abbracciò e mi accarezzò la schiena.

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