Capitolo 23

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Daniel ogni volta che a scuola incrociava il nostro sguardo ci guardava in cagnesco. Si vedeva l'odio nei suo occhi. Però ci stava alla larga,e questo era un bene.

Ma dal giorno in cui Arn tentò di... bhè capii che la mia vita non era più la stessa. La mia vita era cambiata radicalmente dal giorno in cui ho conosciuto Micene e gli altri, da quando avevo scoperto il loro segreto. Non avrei più fatto una vita normale. Addio alle serate al cinema e con le mie amiche... le mie amiche... le vedevo sempre meno, se non a scuola. Loro davano la colpa a Micene. Ma non era così. Lui era l'unico che capiva il mio stato di ansia e stress,loro no.

Male capivo. Non uscire più con loro mi faceva soffrire, prima erano loro le mie migliori amiche, mi confidavo, sapevano tutto di me...ora invece era diventata Malia la mia "migliore amica" solo con lei potevo confidarmi davvero.

Ora era questa la mia vita. Addio uscite con le amiche, addio cinema,addio a tutto.




La domenica Micene mi fece svegliare all'alba, era pazzo. Mi tirò suche ancora dormivo. Dormivo anche mentre mi alzava dal letto.

<<Eva...!>>

Col cavolo che mi alzavo all'alba! Feci finta di niente e continuai a dormire. Micene se ne andò, forse avevo vinto e non saremmo partiti all'alba. Sentii dei passi, forse era lui, era tornato all' attacco.Poi dell'acqua gelida mi arrivò come uno schiaffo. Era gelida. Mi alzai di colpo, avevo la testa tutta bagnata, compresi i capelli.Guardai Micene, aveva un bicchiere in mano e mi guardava con un sorriso che andava da orecchio a orecchio.

<<Cazzo Micene!>> ero fuori di me. Mi alzai e lo presi a pugni. Non si scompose e non si mosse nemmeno di un millimetro. Maledetto!

Micene era l'amore della mia vita, ma cavoli in quel momento lo avrei ucciso. C'era solo una cosa che poteva piegarlo in due. Gli tirai un bel calcio nei gioielli. Micene cadde a terra, fortunatamente il bicchiere cadde nel letto. Lo guardavo dall'alto, con un sorriso compiaciuto.

<<Cazzo Eva! Ma che cavoli!>> disse a denti stretti e tra le lacrime.

<<Mi hai buttato a dosso, mentre dormivo, dell'acqua gelida!>>

Ora potevo dire di essere pari.

Micene si alzò di colpo mi prese e in un batti baleno mi trovai a pancia all'aria sul letto, alcuni capelli li avevo in faccia. I polsi bloccati e lui sopra di me con un sorriso beffardo.

<<Micene!>>gridai, ma non aveva intenzione di mollarmi. Mi lasciò una mano, per togliermi i capelli dalla faccia. Ero arrabbiata nera sta volta.

Mi dava nervoso, era troppo forte e anche dimenandomi la questione non cambiava. Mi guardò dritto negli occhi, poi mi baciò dolcemente.

<<Vuoi castrarmi?>> odiavo quel suo sorrisetto furbo.

<<Tanto ti rigeneri.>> gli sorrisi anche io sta volta. Mi fece alzare emi baciò di nuovo. Preparai lo zaino con dentro una coperta per il pic-nic un costume, dato il caldo e l'asciugamano per me e per lui.Micene aveva detto che nel posto in cui saremmo andati c'era un lago dall'acqua cristallina.

Raggiunsi Micene in cucina, stava tirando fuori le bottigliette d'acqua dal congelatore, io presi quelle in frigo. E misi tutto nella borsa frigo, assieme agli snek al cioccolato. Ora dovevo solo preparare i panini. Micene mi diede una mano, io li tagliavo e lui li riempiva con il salame, lo speck e la mortadella.

<<Mali hai riempiti troppo!>> sembravano che scoppiassero.

<<E allora? Sai che amo mangiare le cose ben farcite...>> mi diede una bacio sulla guancia. Li avvolgemmo nella carta stagnola e messi con le salviette nei sacchetti e tutto finì nello zaino. Eravamo pronti per partire.

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