Capitolo 34.

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L'acqua scorreva non troppo veloce, calda da farla sospirare, scendeva sui suoi capelli a levare ogni residuo di schiuma e poi sul suo corpo e infine sul piatto della doccia

Qualche canzone di sottofondo le apriva la mente alle mille situazioni che si sarebbero potute verificare nella sua vita, solitamente dopo la doccia abbozzava qualche frase su quel quadernino che teneva ben nascosto, la copertina di esso era una cartina geografica del Sud America.

«Nel silenzio di mille parole...» Sussurrò insieme alle note che venivano fuori dalla cassa bluetooth, immancabile quando faceva la doccia.

Inevitabilmente pensava sempre a tutto ciò che le era accaduto, questo succedeva quando aveva bisogno di guardare la sua bussola.
Non che si fosse persa chissà dove, ma certe volte sentiva la necessità di dover fare un resoconto per poi ripartire esattamente da lì.

Era passato un po' di tempo da quando aveva pensato in questo modo, basti pensare che ancora non aveva visto Federico in vesti di suo ragazzo.
Questa cosa la faceva imbarazzare più del previsto, le gote le si arrossarono e sorrise al solo pensiero.

Era partito in ritiro con la nazionale e si sarebbero rivisti dopo un bel po di giorni, Wendy e Spike però stavano nel suo salone a dormire nella loro cuccia gigantesca, Arya ne aveva comprato una per la sua casa così da poterli avere in salotto con le loro comodità.

Abbassò lo sguardo, c'erano tre segni che la facevano andare indietro nel tempo, un po' più chiari del colore della sua pelle, un tempo però erano molto più scuri.
Proprio sotto l'ombelico, uno di questi era molto vicino ad esso.

Li accarezzò, facevano parte di lei, senza se e senza ma, il suo corpo era anche fatto di tutto ciò, si amava anche con quello, si amava soprattutto grazie a quello.

Ciò che aveva affrontato non aveva fatto altro che farle rendere conto che effettivamente nessuno avrebbe potuto amarla se prima non si fosse amata da sola, ed amarsi era tanto difficile.

Aveva comportato tante cose come mettersi davanti allo specchio, in tutti i sensi, e osservarsi nei minimi dettagli, anche i nei più piccoli, si era amata, ed era stata la cosa migliore che avrebbe mai potuto fare nella sua vita breve.

«Mi torni in mente come fossi un dovere...» Sussurrò mentre si stringeva i capelli per far andare via gli eccessi di acqua.

Chiuse il getto ed uscì dal box doccia, prese l'accappatoio senza indossarlo e fece un turbante ai capelli con un'asciugamano grande.

Si mise davanti allo specchio, quella era la sua bussola, lo specchio che le faceva notare ogni espressione del suo corpo, sorrise e girò di spalle, mise l'accappatoio e uscì dal bagno portandosi dietro una nube di vapore, avrebbe messo in ordine quando sarebbe stata pronta e asciutta.

«Buongiorno bellissimi.» Si abbassò in ginocchio ad accarezzare Wendy e Spike che avevano appena aperto gli occhi.

La guardarono per metterla a fuoco il giusto per farle capire che le sarebbero saltati addosso da un momento all'altro, così fecero mettendosi sulle sue gambe a farle le feste.

«Facciamo colazione insieme si?»

I due la seguirono in cucina e lei accese il fuoco per far uscire il caffè, mise una tovaglietta sul tavolo e prese il succo all'ace dal frigo, un bicchiere e un piatto che riempì di due fette biscottate per poi spalmarci su la marmellata al mirtillo.

Riempì le ciotole di Wendy e Spike con acqua e i loro croccantini, nel frattempo il caffè era pronto e ne riempì una bella tazzina, si sedette e sbloccò il telefono per mandare il buongiorno a Federico.

Starlight - Federico Bernardeschi Where stories live. Discover now