Capitolo 10.

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Arya non smetteva di guardarsi intorno da quando Mattia l'aveva fatta entrare nella pizzeria che aveva scelto per quella serata.
Il locale da Pecchia emanava un amore napoletano che Arya aveva percepito solamente quando era stata nel capoluogo campano.
Appena entrata nella pizzeria si era trovata davanti un muro pieno di foto del proprietario con vari personaggi dello spettacolo di origini campane ma la cosa che l'aveva stupita di più era stata la gigantografia di Marek Hamisk che occupava un muro intero.

«Ti piace qui?» Le chiese Mattia, e ad essere sincera Arya si sentiva un po' a disagio in quel mondo napoletano, come se la sua amicizia con Federico la facesse sentire una nemica in quell'angolo campano a Torino.

«È bellissimo, mi sento a Napoli.» Sorrise, la pizza era di una bontà unica, e non aveva potuto fare a meno di notare che il numero del tavolo era appiccicato su una miniatura del Vesuvio.

Si versò della birra nel bicchiere per poi berne un sorso e guardare Mattia, quando era scesa da casa Arya si era sentita decisamente meglio avendo visto il suo accompagnatore vestito in modo non elegante, Arya aveva scelto di indossare un jeans a vita alta con una camicetta azzurra infilata dentro, il giubbotto di pelle leggero e i sandali con il tacco.

Mattia era affascinante nel suo jeans neri abbinato ad una camicia azzurra a righe bianche.

«Già, mi sono trovato benissimo quando ci sono venuto la prima volta e mi sembrava doveroso portarti qui.»

Non avevano scambiato chissà quali parole durante la cena e ora a pizza finita sembrava che avessero troppe cose da dirsi.

«Sono curiosa», Arya poggiò i gomiti sul tavolo e la faccia sulle mani, si sporse verso Mattia e lo guardò negli occhi «non mi hai quasi detto nulla di te, del Mattia di ora.»

Lui sorrise a mezze labbra e la accontentò: «Lavoro in un ufficio di avvocati, diciamo che sono alle prime pratiche ma me la cavo, un po' come ti ho detto anni fa, sto facendo ciò che mi piace più di così non potevo chiedere.»

Arya invece gli descrisse qualche aneddoto della sua vita cercando di stare attenta a non rivelare la sua amicizia con Federico, non che volesse tenerlo nascosto per vergogna ma non le sembrava di certo una dote da dover mostrare.

«Ti capisco, stare fra i dolci lo sai anche te, mi è sempre piaciuto, magari un po' più in là potrei mettermi in proprio chissà, al momento mi godo l'esperienza a La Gerla.» Furono interrotti da un cameriere che portò via i piatti vuoti per poi andarsene e lasciare spazio alla ragazza dietro di lui.

«Volete altro? Caffè, amaro...abbiamo due liquori fatti da noi al limone e al melone.» Cordiale la ragazza leggeva da un piccolo tablet ciò che potevano ordinare come dopo cena.

«Io assaggerei quello al melone.» Disse Arya curiosa.

«Anche per me.» Annuì Mattia per poi lasciare andare la ragazza.

Arya gli rivolse nuovamente l'attenzione:«Sai a chi farebbe piacere sapere che sono con te? A Nala e Luca.»

«Siete ancora in contatto?» Alzò un sopracciglio Mattia.

«Certo! Siamo ancora noi tre se è quello che intendi.» Sorrise lei, anche se in realtà poteva benissimamente essere definiti quattro, Federico faceva parte a tutti gli effetti di quello strambo gruppo.

«Vi invidio, io non ho mantenuto contatto con nessuno del liceo.» Alzò le spalle il ragazzo poggiandosi allo schienale della sedia.

«Io non vedo nessuno oltre a loro due, cioè gli altri qualche volta in giro ma un saluto veloce, con te proprio persi.» Commentò Arya per poi bere dal bicchierino ghiacciato che le avevano appena portato.

Starlight - Federico Bernardeschi Where stories live. Discover now