Capitolo 21.

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«Mi chiami quando arrivi? Anche un messaggio va bene.» Sussurrò Arya guardandolo negli occhi, erano ancora dentro l'auto, Federico doveva scendere dall'abitacolo per raggiungere i suoi compagni di club oltre che della nazionale.

«Certo, appena arrivo ti invio un messaggio, però quando sono in hotel a Genova ti chiamo.» La guardò da più vicino sbattendo gli occhi come a voler fotografare lo sguardo di Arya.

Sarebbe partito di li a poco per Coverciano, poi con tutta la nazionale avrebbe preso l'aereo per Genova dove si sarebbe tenuta l'amichevole contro l'Ucraina.

«Dammi un bacio.» Arya prese l'iniziativa con quell'imperativo e poi lo prese dal colletto della maglia nera che indossava, lo baciò facendosi assaporare completamente.

«Mi raccomando Ry, se ci sono problemi sai che mi puoi chiamare.» Le raccomandò con i nasi ancora vicini.

«Staremo bene, tranquillo sul serio, poi mi faranno compagnia.»

Lo rassicurava, Spike e Wendy avrebbero alloggiato a casa di Arya per quei nove giorni e l'organizzazione era stata anche semplice, la mattina lei sarebbe scesa un'oretta prima per portarli fuori e poi li avrebbe riportati a casa, per le dodici di tutti i giorni Marco sarebbe passato a controllare e a farli mangiare e lei poi avrebbe chiesto di poter tornare un'ora prima.

«Mi mancherai.» Le disse a confermare tutte le cose che non si erano mai detti.

Federico era consapevole del fatto che di lì a poco avrebbe dovuto parlare con Arya di come stava procedendo fra di loro, ma al momento voleva evitare quella stretta allo stomaco che portava con se consapevolezze, troppe per i suoi gusti.

«Mi mancherai anche tu, ma non è la prima volta no?» Arya gli accarezzò il viso guardandolo annuire distratto per poi parlare.

«No, è la prima volta.»

E lo era, avevano sorpassato la line che sopra aveva scritto a caratteri cubitali AMICI, inevitabilmente le cose erano cambiate, era la prima volta che la lasciava con un bacio sulle labbra, la prima volta che la lasciava con un vuoto incolmabile, la prima volta che la lasciava desiderando un ritorno.

Non che non amasse il suo lavoro, sia chiaro, aveva dato tutto per il posto in cui era arrivato adesso, si era preso sulle spalle la qualunque, aveva accantonato la sicurezza della titolarità per ricominciare daccapo a Torino, e aveva ricominciato in ogni senso, appunto per questo quella convocazione gli pesava da impazzire.

Il suo timore era proprio la ragazza difronte a lui, come avrebbe reagito a questa lontananza forzata? Federico questo non riusciva neanche ad immaginarlo.

«Devo andare Ry, fa la brava.»

Arya su fece prendere il viso fra le mani e si prese tutti i bacetti che Federico le stava regalando, per poi guardarlo scendere dall'auto e allontanarsi.

Aprì e chiuse le palpebre più volte, era precipitata in un limbo fatto interamente del profumo del calciatore, ci mise qualche minuto per rendersi conto di essere nella sua 500, strinse le mani al volante e si guardò nello specchietto retrovisore.

Le gote arrossate a causa della stretta e gli occhi lucidi di felicità, non si riconosceva quasi, si morse il labbro inferiore, l'ultimo fra i due ad essere stato lasciato da un morso di Federico, era successo qualcosa di inspiegabile.

Le gote arrossate a causa della stretta e gli occhi lucidi di felicità, non si riconosceva quasi, si morse il labbro inferiore, l'ultimo fra i due ad essere stato lasciato da un morso di Federico, era successo qualcosa di inspiegabile

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Starlight - Federico Bernardeschi Where stories live. Discover now