Capitolo 9.

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Sono appena arrivato a casa...non metto le chiavi dietro la serratura e molto probabilmente dormirò fino a quando te non finirai di lavorare, sei vuoi far compagnia ad una mummia col morale sotto i piedi sei la benvenuta..

Questo recitava il messaggio di Federico arrivatole alle 12, si era dovuto intrattenere a Milano ancora qualche ora e poi aveva potuto prendere il treno con tutta fretta, così era arrivato più tardi del previsto.

«Scusi, volevo ordinare una torta per un compleanno, posso parlare con lei?» Una voce la fece distrarre dallo schermo così bloccò il telefono senza rispondere a Federico e posò gli occhi sull'uomo che l'aveva chiamata.

Strabuzzò gli occhi e fece una veloce radiografia alla persona difronte a lei, impossibile non riconoscerlo, la sua espressione era rimasta quella di un tempo fa anche se nascosta dagli occhiali da sole.

«Mattia?» Chiese Arya retoricamente e al suo tono il ragazzo sembrò risvegliarsi e togliendosi gli occhiali da sole mostrò anche lui uno sguardo sorpreso.

«Arya! O mio dio, puoi fare il giro?» La squadrò dall'alto al basso mentre con un cenno le indicava l'uscita dal bancone e lei subito si fece vedere per intero.

Se Mattia aveva mantenuto la sua espressione affascinante Arya di certo non aveva mantenuto nulla della sua figura liceale, ora lui la guardava ammaliato dalle sue forme anche se celate dal grembiule erano facilmente immaginabili.

«Sei bellissima!» Le sorrise lui abbracciandola brevemente, Arya arrossì mai abituata a ricevere determinati complimenti.

«Tu sei sempre lo stesso quindi non hai bisogno che io ti dica cosa penso.» Ridacchiò lei notando che in effetti a Mattia era cresciuta solamente un po' di più la barba, altrimenti era rimasto il solito ragazzo del quinto E del liceo.

«Lavori qui a quanto vedo, sei sempre stata amante della pasticceria.»

Mattia non aveva cattiveria nella voce e Arya lo sapeva bene, ai tempi che furono lui era uno dei pochi a conoscenza del suo amore per la preparazione dei dolci, così dopo la fine della maturità e il viaggio con i suoi amici, Arya si buttò nel mondo dei dolci fra mille e più corsi che affiancò al lavoro a La Gerla.

«Si, sto facendo dei corsi nel frattempo chissà un domani vedrai il mio nome per Torino.» Sorrise lei, i prossimo corsi sarebbe iniziato verso fine Ottobre, cercò di appuntarselo mentalmente per evitare di prendere impegni improrogabili.

«Senti...sembro un po' scostumato a troncare qui la conversazione ma mia mamma fa il compleanno domani e mi sono ricordato ora di prenotare la torta, possiamo andare a cena fuori però ti va?» Le propose Mattia contento di poter passare del tempo con Arya.

Lei fece un veloce controllo mentale di ciò che avrebbe potuto fare quella sera al posto di andare a cena con Mattia ma voleva accettare assolutamente, non si vedevano da tanto tempo.

«Mh, va bene.» Annuì enfatizzando quanto detto e ritornò dietro al bancone per scrivere sul taccuino l'ordinazione di Mattia.

«Posso passarti a prendere?» Chiese lui con un sorrisetto timido.

«Non ti ricordavo gentleman.» Assottigliò gli occhi ironica Arya facendo ridacchiare Mattia.

«Falsa! Dai mi farebbe piacere, ho in mente di portarti in pizzeria, ma non ti dirò quale.»

Arya annuì e scrisse il suo numero e il suo indirizzo su un pezzo di carta, lo piegò e lo diede a Mattia che se lo mise in tasca.

«Quindi...questa torta?»

questa torta?»

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Starlight - Federico Bernardeschi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora