35. In cambio del tuo perdono

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GIOVEDÌ 10 MARZO 2016

'Din Don'

Questo è il suono tintinnante che produce il campanello di casa David nel momento in cui le mie dita sottili pigiano su di esso, con un tremolio traditore. Ho ancora la sciarpa di lana avvolta intorno al collo e la tiro via velocemente con la mano libera, mentre sento il rumore di un paio di ciabatte farsi sempre più vicine alla porta. Ho sempre avuto una sorta di rifiuto verso zaini e borse, così la bustina trasparente con i fogli da compilare la tengo stretta in una mano, sudata nonostante il freddo ancora persistente sul pianerottolo. Il ragazzo con i capelli scuri e lisci che mi apre la porta, mostrandomi poi un bel sorriso aperto, mi lascia però un po' delusa, dato che era ovviamente qualcun altro che mi aspettavo di trovare.

*

Qualche ora prima

Mi è sempre piaciuto studiare, forse più le materie scientifiche che quelle umanistiche, ma quando non si parlava di parafrasi la letteratura non mi dispiaceva neanche tanto. Solo ultimamente gli argomenti che stiamo trattando mi annoiano a morte. Il dolce stil novo mi piace così poco che non ricordo nemmeno più a che pagina del libro sia, così comincio a sfogliarlo svogliatamente.

'Al cor gentil rempaira sempre amore, Io voglio del ver la mia donna laudare, Chi è questa che vèn, ch'ogn'om la mira, Voi che per li occhi mi passaste il core, Perch'io non spero di tornar giammai'

Sono i titoli segnati sul diario – persino i titoli mettono angoscia – che sto cercando per tutto il libro, odiandomi per non aver annotato le pagine mentre li leggevamo in classe. Mentre giro le pagine una dopo l'altra, un'immagine attira la mia attenzione e sono costretta a tornare indietro trafelata, stropicciando la carta, per riportare i miei occhi su quel punto che mi aveva richiamata di sfuggita. È una rappresentazione in bianco e nero, è passato un po' di tempo, ma sono convinta che sia proprio questa l'immagine che era scivolata via dall'agenda che avevo trovato a casa di Damiano. C'è tutto: la superficie lunare e quell'ombra che ora riconosco essere un vascello che fluttua silenzioso verso il grande satellite. Sono talmente contenta di averla trovata così per caso che non riesco a pensare ad altro, minuti preziosi sfrecciano sull'orologio prima che mi decida a spostare lo sguardo un po' più in su, a inizio pagina.

'Astolfo sulla luna' dichiara altezzoso.

Il mio cuore fa una capriola.

Poco dopo sono su un pullman che correndo veloce per le strade di Roma mi porta sempre più vicina a casa di Damiano. Prima di tutto ho deciso di scrivergli un messaggio, per chiedergli se fosse in casa, ma non ho ricevuto risposta – come sempre d'altronde: dopo quel giorno a casa sua non sono più riuscita ad avere un singolo contatto con lui – e ho deciso di andare lo stesso: di solito a quest'ora è sul divano, a guardare la tv. Come mi conferma però Jacopo al mio arrivo, avevo fatto male i miei calcoli. Il fratello di Damiano è un ragazzo divertente, gli piace ridere e scherzare, ma è anche molto gentile e mi chiede se voglio aspettare il suo ritorno in casa.

"Per me non c'è problema" afferma infilando le mani nelle tasche della tuta, per poi spostare lo sguardo sul suo zaino abbandonato poco più in là. È appena tornato dalla biblioteca, voleva mangiare qualcosa e poi rimettersi a studiare per qualche oretta, dato che in assenza del fratello la voglia di giocare alla play era un po' sfumata via. Ci penso per qualche istante prima di rifiutare, non vorrei che Damiano si arrabbiasse ancora di più trovandomi ad aspettarlo a casa. In cambio però gli chiedo di riferirgli delle cose da parte mia.

"Sono dei moduli da compilare – spiego mostrandogli la busta che ho tenuto in mano fino ad adesso – faccio arrampicata e questa domenica la mia associazione ha organizzato un evento"

Damiano | Limerenza e DissimulazioneWhere stories live. Discover now