Kleine Goldschmied

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Al confine tra la Svizzera e la Germania vi é una cittá particolarmente rinomata per la produzione di magnifici orologi. Sciaffusa é il suo nome ed é proprio lí che un eccelso orologiaio stava vendendo ad uno stimato cliente il suo ultimo capolavoro:
-Ecco a lei Signor Okita- disse il gran lavoratore,un'ometto barbuto che andava per i trent'anni.
"Oh,è semplicemente magnifico! Proprio quello che ci vuole per commemorare la mia ultima vittoria"esclamó ammirato Seiji Okita mentre osservava l'orologio che aveva commissionato pochi giorni prima,certo che sarebbe stato lui a vincere la gara di sci tenutasi sulle alpi svizzere.
"Ho fatto bene a scegliere lei: del resto i migliori collaborano solo con i migliori,non convieni mia cara?" Domandó,distogliendo per qualche secondo lo sguardo da quella montagna di diamanti e lapislazzuli che era l'oggetto che teneva tra le mani. L'attenzione del pluripremiato sciatore si spostó su sua moglie,che stava osservando le vetrine d'esposizione ricche di altrettanti meravigliosi orologi mentre si accarezzava distrattamente il pancione.

Gli iridi chiari come il ghiaccio della donna incontrarono quelli pieni di vanagloria del marito:
'É indubbiamente un'opera degna di questo nome' rispose lei 'Realizzata inoltre in tempo da record' aggiunse.
L'orologiaio si accarezzó il pizzetto,per poi sporgersi leggermente in avanti ed osservare la singolare bellezza di quella donna: dall'accento e dal sembiante poteva facilmente dedurre che fosse russa,ma aveva qualcosa in piú che la rendeva davvero bella,unica,anche con il pancione che in un certo senso stonava il suo fisico slanciato. 
"Chissá,magari un giorno torneremo a compare degli orologi per i due futuri campioni" disse Seiji,che prima cercó di avvolgere il fianco della moglie con il braccio,ma questa si scostó,e che poi optó allora per pattare delicatamente la pancia di Zhanya,questo era il nome della pluripremiata ginnasta sposata con lui,ma che parve nuovamente infastidita da quel contatto.
-Gemelli?- domandó l'orologiaio -Ecco perché é un pancione degno di questo nome- aveva cercato di fare una battuta basandosi su ció che la signora stessa aveva detto prima,ma Zhanya doveva averla presa sul personale ed aver pensato che le stesse dando della grassa a giudicare dall'occhiata spietata che gli riservó.
-Complimenti- si affrettó ad aggiungere. La donna distolse la sua attenzione dalla conversazione,preferendo tornare ad ammirare i preziosi orologi esposti nel negozio.
-Sapete,anche io sono diventato padre da poco-
"Davvero?" Domandó entusiasta Seiji "Allora magari vostro figlio potrebbe lavorare per i nostri" lo svizzero cominciava a sentirsi a disagio in presenza di quella coppia.
-Ha solo un anno,ma si capisce che ha talento. Sicuramente erediterá l'attivitá di famiglia- disse convinto,per poi sentire rumore di passi ed una risata infantile.
-Papa!- esclamó il bambino, un frugoletto di poco piú un anno d'etá con tanti ciuffetti arancioni in testa e con addosso solo un pannolino appena cambiato,per poi trotterellare verso l'orologiaio
<Peter,kommt! Papa ist beschäftigt>lo richiamó una giovane donna sulla soglia di una porta perfettamente al centro della parete piú infondo del negozio. La signora raggiunse il piccolo,che protestó: evidentemente voleva vedere il padre all'opera,ma quest'ultimo lo prese in braccio solo per restituirlo alle cure materne.
-Papa kommt später,Peter- disse al piccolo,che però pareva ancora insoddisfatto.

"Oh,quindi é lui il futuro orologiaio" disse Seiji,per poi sporgersi verso il bambino,che rimase a fissarlo con quei suoi occhioni viola
"Sono cosí luccicanti che sembrano ametiste" constató Seiji,per poi osservare il proprio orologio e metterselo finalmente al polso.
'Perché non realizza anche  gioielli?'intervenne la ginnasta,sentendo parlare di ametiste 'É un peccato non sfruttare la vostra abilitá fino in fondo'constató,tornando a guardare l'uomo
-Mi creda,l'arte di realizzare orologi é molto piú elevata rispetto a quella di creare gioielli- rispose lui,che aveva un motivo più personale per pensarla cosí -E mio figlio porterá avanti questa tradizione di famiglia diventando un grande orologiaio- il piccolo Peter,che si era messo a ciuccarsi il dito indice,parve guardare interdetto il padre. In seguito,la madre riportó il piccolo nella stanza sul retro,lasciando che il marito potesse concludere l'affare.
Dopo qualche minuto passato a chiacchierare arrivó il momento di salutarsi "Ma guarda che ora si é fatta:sará meglio tornare in albergo" disse Seiji,osservando compiaciuto il quadrante del proprio orologio. Dopo aver pagato la commissione cosí magnificamente eseguita i signori Okita salutarono il signor Chopard e passarono ancora qualche giorno in Svizzera,prima di tornare tra le fredde montagne di Hokkaido.

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                        Personaggi:
                 Peter Chopard mio
             Coniugi Chopard miei
                   Seiji Okita mio
            Zhanya Medvedev mia
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