Trying to sedate my mind in its cage

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-E anche l'ultimo scatolone è sistemato- porto le mani sui fianchi dopo essermi asciugata il sudore che mi imperla la fronte.

La stanza mia e di Daniel, adesso, è immacolata, perfettamente in ordine, pulita e arieggiante.

-Fa davvero paura- il diretto interessato varca la soglia masticando un sandwich da cui, oltre le briciole, sembra colare qualcuna delle sue salse.

-Stai indietro- tendo una mano verso di lui e, senza volerlo, lo spingo di nuovo fuori. –Scusa, non è stato per niente intenzionale-

-Questo non fa altro che comprovare la mia teoria. E' inutile che cerchi di non utilizzarli, i tuoi poteri, in un modo o nell'altro, trovano sempre il modo per venir fuori-

-Puoi posare quella specie di distributore di macchie prima di entrare qui dentro? Non ho sgobbato cinque ore perché tu distrugga tutto questo al primo colpo-

-E' proprio questo di cui parlavo- poggia il piatto e il panino sulla mia cassettiera bianca, mentre già tremo al pensiero che si possa sporcare in qualche modo. –Sorvolando sul fatto che non avrei mai potuto pensare che tu potessi sviluppare un altro disturbo ossessivo-compulsivo oltre quelli che già hai, ti sei resa conto che, tutto questo tuo sistemare, pulire eccetera eccetera è solo un modo come un altro per non pensare alla battaglia di quattro mesi fa, vero?-

-Non sappiamo ancora dove sia finito Morsein, il Consiglio non è riuscito a trovarlo, ammesso che abbia cercato come avrebbe dovuto. Ha escluso metà del pianeta, chi ci dice che non sia nascosto in Asia o in Australia?-

-Un momento Rosebelle, hai seguito le ricerche per tutta l'estate?- si avvicina ulteriormente a me. Sospiro e annuisco. –O mio dio Rose, ne avevamo parlato, ti avevo detto di lasciar stare-

-Non riuscivo a dormire la notte! Ho avuto attacchi di panico ogni giorno per un mese, prima che mi interessassi a capire cosa stessero facendo-

-Non mi sembra che ti abbia aiutato molto-

-No, infatti- mi passo una mano tra i capelli rossi. Il cuore inizia a battere più velocemente, mentre mi accorgo quanto fragile mentalmente io possa essere diventata dopo la battaglia di maggio. –Ascolta, l'ultima volta tu sei stato ferito gravemente, Albus ha rischiato di morire, Mike è sparito e Seth...- non riesco a terminare la frase, scossa come sono da un tremito. –Ho paura Daniel, una paura fottuta che non puoi nemmeno immaginare. E non passa, non ne vuole proprio sapere di lasciarmi stare-

-Ehi ehi ehi ehi- prende il mio volto tra le sue mani. Ormai, per potermi anche solo guardare, deve abbassarsi, visto che ha raggiunto il metro e novanta senza che io me ne accorgessi. –Andrà tutto bene, andrà tutto bene fino a quando rimarremo insieme-

-Lo spero, vorrei che fosse un anno tranquillo questo-

-Facciamo che non lo dici perché, ogni volta, succede sempre il contrario-

-Stai diventando superstizioso per caso?- si stringe nelle spalle. A quel punto lo abbraccio, sentendo l'esigenza di averlo vicino più che posso.

-Abbastanza- alzo il capo verso di lui, gli occhi azzurri che brillano come due stelle. –Siamo lontani da New Orleans Rose, quel posto era...era intriso di magia per via del suo passato, per via della sua storia-

-Sì, mi ricordo di quando hanno ambientato lì la terza stagione di American Horror Story-

-Non avrei proprio portato quell'esempio però sì, il concetto basilare è quello. New York non sa quasi cosa sia la magia, cosa siano gli angeli, cosa siamo noi, e men che meno Cambridge, dove c'è l'università. Ci sono città, come Londra, San Francisco, Lione, Torino, New Orleans, che pullulano di gente come noi, e poi ce ne sono altre come quella in cui viviamo adesso, in cui è difficile trovare anche semplicemente la discendente di una strega-

Broken Pieces(#Wattys2021)Where stories live. Discover now