22. Scrigno di cristallo (REV 2022)

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Come obbedienti soldati, votati al totale sacrificio, Severus scelse con cura i ricordi più adatti e li schierò a difesa di una verità preziosa che doveva essere protetta a ogni costo: già una volta quelle memorie lo avevano salvato, quando Voldemort aveva ripreso possesso del proprio corpo ed era tornato dal vecchio padrone attestando una fedeltà in effetti mai esistita. La forza con la quale l'Oscuro Signore quella notte aveva frugato nella sua mente era stata devastante, ma ora sarebbe stata ben più selvaggia e distruttiva, al punto che quei ricordi rischiavano perfino di andare perduti.

Poteva essere l'ultima volta che li estraeva dal protettivo scrigno di cristallo nero nascosto dietro all'impenetrabile sguardo.

Si vergognava di quei ricordi, dei suoi pensieri lontani, così sofferti allora e poi tanto odiati, quando aveva infine capito che era a causa loro che si era rovinato l'esistenza. Ma facevano parte di lui, della sua infanzia infelice, della tormentata adolescenza e della folle giovinezza: lì c'erano gli affetti mancati e perduti, e l'innocenza che un tempo anche lui aveva avuto. C'erano le illusioni e le speranze, anche se erano state irrimediabilmente sbagliate. C'era la sua imperdonabile scelta che, in quel tempo lontano, invece, sembrava sfolgorare d'inebriante potere.

C'era la parte più oscura e pericolosa di sé, in quelle memorie, ma c'era anche la sua umana fragilità e insicurezza, l'insopprimibile bisogno di un bimbo che anela al calore di un abbraccio negato.

Avrebbe potuto perdere tutto o parte di quel passato sbagliato, ma sapeva che lo stava sacrificando per il futuro.

Un futuro giusto.

L'energia impiegata da Voldemort contro la barriera che lo escludeva dalla sua mente non aveva intaccato l'intensità della tremenda Cruciatus che, in pochi istanti, aveva costretto il suo corpo a terra, le membra tremanti, senza controllo, angosciati rantoli a sfuggirgli dalle labbra contratte con rigida ostinazione.

Severus non poteva resistere a lungo all'atroce supplizio e si augurò che l'esaltazione di Voldemort, una volta convinto d'essere riuscito a sfondare con successo le sue difese, fosse tale da fargli trascurare la tortura del corpo, quando avesse infine creduto di possedere per intero la sua mente.

A fatica cercò di riempire i polmoni nell'aria rovente di dolore che lo soffocava e con un ultimo, penoso sforzo si sollevò a sedere sostenendosi sulle braccia, cercando di sfidare ancora Voldemort con fiera dignità, le iridi nere che scintillavano dilatate nel volto di un cadaverico pallore.

Eliminò di colpo la barriera che ancora, con strenua determinazione, opponeva a Voldemort e gli diede in pasto i ricordi, senza pietà alcuna per se stesso, lasciando che il cristallo nero dei suoi occhi si liquefacesse in taglienti lacrime invisibili.

Nonostante l'avesse previsto, Piton fu sbalzato indietro dalla prepotente penetrazione, rotolò sulle pietre grezze fino a sbattere la schiena con violenza contro una colonna, gli infuocati rubini dell'Oscuro Signore, ombra tenebrosa incombente su di lui, che spazzavano i pensieri con spietata ferocia.

E i ricordi di Severus, le sue pungenti vergogne, i pensieri umanamente sbagliati, docili al suo ferreo comando, uno dopo l'altro si sacrificarono.

Un piccolo lampo di luce, involontario.

La bottiglia cade, rotola dal tavolo in disordine e va in mille pezzi: il liquido ambrato si spande piano sul pavimento sudicio.

Un urlo rabbioso, incontrollabile.

La donna dal viso pallido e arcigno corre in mezzo all'angusta stanza per proteggere il bambino, colpevole solo di non sapere ancora controllare la propria magia.

Una mano pesante si abbatte con violenza su di lei e la sposta gettandola a terra.

- Non è colpa sua! – grida cercando di rialzarsi per proteggere il figlio che, spaventato dall'imprevista potenza dei suoi desideri, arretra veloce e si ripara dietro la gamba del tavolo.

Trasparenza e purezza del Cristallo (Terza e ultima parte di Cristallo Nero)Where stories live. Discover now