18. Riflesso di stelle(REV 2022)

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Severus rimase tra le braccia di Crystal, mentre la maga lo stringeva a sé e accarezzandogli i lunghi capelli neri che in parte gli adombravano il viso. Teneva le palpebre chiuse strette, e i pugni serrati, imponendosi di riprendere il controllo di sé e non cedere alle lacrime.

Non era in quella stanza che voleva piangere, non sarebbe servito a nulla: era sulla tomba di Albus che, alfine, voleva lasciare andare le sue lacrime.

Ma Hogwarts gli era preclusa.

O, per lo meno, fino a quel momento lo era stata.

Ma, forse, Minerva poteva esaudire il suo desiderio.

Doveva provare.

Rilassò adagio i muscoli tesi del corpo, si staccò da Crystal e raddrizzò le spalle rivolgendosi a lei con voce sommessa.

- Ho una preghiera da rivolgerti, Minerva, una cosa molto importante per me.

La maga si protese verso di lui ed esclamò, disponibile:

- Dimmi, Severus: farò tutto ciò che posso!

- Io vorrei... non ho mai potuto farlo, - sospirò piano, - vorrei... inginocchiarmi davanti alla sua tomba. – chiese accorato.

Minerva spalancò gli occhi: non avrebbe dovuto sorprendersi, non dopo ciò che aveva appena scoperto. La richiesta del mago, però, la colse impreparata. Sembrava anche difficile da esaudire, così rispose, incerta:

- E' pericoloso, Severus! Nessuno deve vederti, e neppure sospettare che tu sia lì.

Sollevò lo sguardo cercando Remus per avere il suo aiuto.

- Possiamo trovare il modo: un incanto di dissimulazione, oppure uno oscurante. – abbozzò Lupin.

- Potrei chiedere a Harry il Mantello dell'Invisibilità. – propose Minerva.

- Niente Mantello. – intervenne Severus, secco. – Un Obnubilius andrà benissimo. Posso lanciarlo io stesso, dalla Foresta fino alla sponda sul lago, - aggiunse rivolto a Remus, - magari con il tuo aiuto, visto che lo spazio da coprire è grande e l'incantesimo deve reggere per un certo tempo.

Lupin annuì con sicurezza.

- Questa notte stessa? – incalzò Severus, impaziente.

Minerva annuì, comprensiva. Gli occhi di Piton scintillavano come avesse la febbre: la maga non lo aveva mai visto così turbato e incapace di mantenere il solito gelido e impassibile atteggiamento.

- Ora, però, devo andare. – rispose, a disagio. – Rafforzerò le ronde di controllo per evitare che studenti troppo esuberanti decidano di fare qualche puntata non autorizzata verso il lago, questa notte. – spiegò, cercando di giustificarsi. – Ci rivediamo stasera.

Ma rimase immobile, incapace di andarsene, restando a fissare il mago che desiderava infine piangere sulla tomba dell'uomo che aveva dovuto uccidere.

Avrebbe voluto stringerlo a sé in un materno abbraccio, ma temeva rifiutasse l'intimo contatto, come poco prima aveva sottratto le mani alla sua stretta.

Quel giorno aveva scoperto molte cose su Severus Piton, soprattutto la sua incredibile capacità di indossare perennemente una maschera d'impassibilità per celare la sua intensa umanità.

Ma quella maschera si era incrinata davanti a lei, pochi minuti prima, e le lacrime di Severus, piccoli, brillanti stendardi della sua colpevolezza, le avevano rivelato tutta l'umana sofferenza che il mago imprigionava dietro lo scintillante cristallo nero degli occhi.

Sembrava che Severus si fidasse solo di Crystal, e solo a lei permettesse di superare ogni barriera protettiva e condividere la sua sofferenza.

Ma il coraggio del mago, che per mesi aveva considerato solo uno sporco vigliacco, l'aveva toccata nel profondo, così come lo straziante dolore, così facile da leggere adesso nei lineamenti tesi del volto pallido.

Trasparenza e purezza del Cristallo (Terza e ultima parte di Cristallo Nero)Waar verhalen tot leven komen. Ontdek het nu