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25 giugno 2019

Cammino velocemente per le stradine di Katmandu.

Il vento caldo scompiglia il turbante che mi ero fatta per coprirmi testa e viso la mattina.

Il Nepal era un paese molto conservatore. Punto a mio favore dato che per uscire dovevo coprirmi per non farmi riconoscere da nessuno.

Strange mi aveva detto che non ci sarebbe stato pericolo nel 90% dei casi, ma era meglio prevenire che curare, così, il primo giorno era uscito lui, in vestiti civili, a comprare degli abiti adatti ad una vera cittadina di Katmandu.

Erano passati cinque giorni da quando eravamo qui e, si, potevo dire che mi stavo ambientando. Dell'Antico ancora nessun avvistamento.

Strange diceva che era lui che ti veniva a cercare, proprio quando tu smettevi di cercare lui.

Continuavo a camminare, i sandali che indossavo facevano un leggero rumore sui ciottoli.

Erano le cinque del pomeriggio e il sole era ancora alto. Non riuscivo a non pensare a come stessero andando le cose in Wakanda.

Alzai la testa quando arrivai in Piazza Durbar. Stephen mi aveva detto che era una delle piazze principali di Katmandu. Proprio davanti a me quella statua orribile e anche un po' inquietante.

Capire perché in Nepal veniva venerato un Dio che aveva le sembianze di una scimmia era una cosa che andava al di la dei miei ideali.

Passai oltre ad Hanumat .

Due giorni prima, quando ero intenta a guardare quella statua, un abitante mi aveva detto che si chiamava in quel modo.

"Kēṭī"

Una voce familiare alle mie spalle mi fece sussultare mentre ero ferma ad ammirare i palazzi, ancora del tutto intatti, della dinastia Malla.

Mi voltai e alzai il braccio quando vidi un uomo dalla pelle scura venirmi incontro.

Karl Mordo era un vecchio amico di Stephen. Sapevo delle loro piccole dispute perché l'Antico aveva preso sotto la propria ala protettrice il dottor Strange e a Mordo questa cosa non era andata proprio a genio.

Ora, però, erano grandi amici e si rispettavano l'un l'altro.

Strange mi aveva detto che di lui potevo fidarmi e che era un gran maestro delle arti mistiche.
Anche Mordo aveva conosciuto mio padre, però, a differenza di altre persone, di lui non ricordavo nulla.

"Māsṭara" - appoggiai i palmi delle mani uno con l'altro e feci un mezzo inchino

"Non mi chiamare così, Kētī" - nella sua voce c'era un pizzico di ironia

Stephen mi aveva detto che avrei dovuto imparare qualche parola in nepalese. Mi ero stupita perché questo comportava il rimanere li ancora per tanto tempo.

Ma la cosa che mi aveva stupito di più era che, pur non essendo mai stata in Nepal, il mio subconscio conosceva le basi della lingua, e riuscivo a capirla.. e anche bene.

Sorrisi a Mordo.

"Quando incontrerò il Purātana?"

Till the end •Steve Rogers•Where stories live. Discover now