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Apro lentamente gli occhi. Il soffitto rosa mi fa capire che sono nella mia stanza, l'unica in tutta la Stark tower con il soffitto di quel colore.

Cerco di alzarmi ma mi fa male tutto. La testa sembra voglia esplodere da un momento all'altro, le braccia sono quelle che mi fanno più male. Mi sento veramente uno straccio e allo stremo delle forze.

Tento in tutti i modi di mettermi almeno seduta. Punto i palmi delle mani sul materasso e con uno sforzo in più ci riesco. Mi sposto con il sedere indietro e appoggio la schiena alla testiera del letto.

Mi sembra si aver dormito per ore.

Mi guardo attorno, dalla vetrata vedo che il sole sta già calando, ciò vuol dire che ho davvero dormito per delle ore.

I grattacieli di New York sembrano altissimi visti da qui, anche se la Stark Tower è la struttura più alta in assoluto.

Chiudo gli occhi cercando di focalizzarmi sull'ultima cosa che ricordo di ciò che è successo la mattina.

Bruce. Laboratorio B. Sala di addestramento. Tony. Natasha.

La testa sta per esplodermi. Fortunati i super eroi che non riescono ad ubriacarsi e che non hanno il mal di testa.

Concentrati Maelle.

Steve. Ma certo ora ricordo.

Il sogno che avevo fatto la notte precedente sembrava diventare realtà. Era partito tutto dai miei genitori. Dal fatto che mia madre aveva cancellato la memoria ad una piccola me che stava imparando ad usare il teletrasporto.

Poi Steve, la battaglia di New York contro Ultron, quel maledetto camion e il fatto di volerlo proteggere.

Mi voltai verso la porta della mia stanza. Avevo una voglia di alzarmi e andare a cercalo ma il mio corpo proprio non ne voleva sapere.

Mi spaventai quando vidi Natasha seduta accanto all'armadio. Era li da quando ero svenuta e non aveva detto nulla quando mi ero alzata?

"Buongiorno bella addormentata" - fece un piccolo sorriso, poi si alzò

"Che ore sono?" - portai una mano alla testa, ero bollente, magari avevo un po' di febbre, forse era per questo che mi sentivo allo stremo delle forze.

"Quasi le otto" - si sedette al fondo dal letto -"hai fatto un bel sonnellino"

Cercai di non sembrare frustata e stanca e provai a fare un sorriso ma dalle mie labbra uscì solo un mugugno incomprensibile.

"Mi sento uno schifo Nat" - sprofondai sotto le coperte appoggiando di nuovo la testa sul cuscino

"Lo credo" - si alzò e mi tirò su le coperte fino a sopra i fianchi -"dovrai allenarti duramente per cercare di non svenire, almeno all'inizio"

Chiusi gli occhi facendo un respiro profondo. Natasha Romanoff che cercava di farmi ridere e consolarmi e io che neanche riuscivo a dire una parola. Sicuramente era una di quelle cose da non dimenticare mai.

"Se penso ai tuoi allenamenti adesso, mi viene il voltastomaco"

Fu lei a ridere, anche se sapevo che poi me l'avrebbe fatta pagare, in quel momento si stava comportando proprio come si dovrebbe comportare un'ottima amica.

"Posso concedertelo" - allungò il passo dirigendosi verso la porta -"ora riposa"

Aprì la porta ma la fermai prima che potesse chiuderla.

"Nat" - tirai su la testa, tenendo il peso sui gomiti

Lei si girò tenendo saldamente la maniglia della porta. Mi guardò senza dire niente. Sperai che avesse capito qual'era la mia domanda. Mi morsi il labbro mentre lei sorrideva beffarda.

Till the end •Steve Rogers•Where stories live. Discover now