Parte 13 - La luce in fondo al tunnel

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Voci attorno a me.

Voci concitate che in realtà, non sento.

Presto. Bisogna fare presto... dice qualcuno.

Non sanno che è tardi per qualsiasi cosa.

Perché Esme?

Perché l'hai fatto, amore mio?

Cosa è successo nella tua vita che ti ha spinto a questo gesto insano e disperato?

Dov'è tuo marito? È a causa sua questo atto contro natura?

Dov'è la donna entusiasta, piena di affascinante vitalità che avevo lasciato? La donna che non voleva arrendersi, non accettava compromessi e non si lasciava condizionare dal pensiero comune di uomini meschini, ma voleva diventare madre e dare la vita?

Come hai potuto, tu, così piena di energia, così coraggiosa dal voler sfidare l'ignoto, concepire e abbracciare l'idea orribile e seducente della morte?

Oh, Esme... io l'ho vissuta ogni giorno attraverso i secoli, mi ha rubato il cuore e l'anima, l'ho vista portarsi via giovani e vecchi, la vedo anche ora offuscare i tuoi occhi con la sua ombra scura, e ti posso giurare che ha davvero poco di seducente...

Oh, Esme... perché?

Perché io devo stare qui a guardarti moribonda su questo lettino, mentre attorno, febbrili, tutti si affaccendano per tentare di trattenerti quel tanto che basta per rianimare una briciola di speranza, quando vorrei solo rapirti in fretta, sottrarti a lei e portarti via?

Portarti lontano da questo cielo grigio e livido che pesa su noi, e andare dove il sole fa brillare la mia pelle diafana, bianca come gesso, e mostrarti chi sono e cosa sono.

Soprattutto cosa sono.

Io lo so. 

Tutto quello che stiamo tentando di fare è inutile; non c'è speranza e le azioni umane sono vane.

Invece devo stare qui, perdere tempo e fingere di fare il possibile, che non esiste.

Resta solo l'impossibile, l'impensabile e l'assurdo di un' esistenza che non sarà più la stessa.

Si aggiunge al mio inferno personale, un ulteriore girone dantesco in cui cadrò se non fermo la tua corsa mortale; sento già che la realtà attorno si sta sgretolando troppo in fretta, ma io devo fermarla e intrappolare la tua vita nella mia eternità. In realtà sto già cadendo,  e ho deciso di trascinarti nella mia caduta. Lo faccio consapevolmente: l'ho capito nel preciso istante in cui ho riconosciuto il tuo volto su quel lettino.

Da dove vengo io, il suicidio è un atto contro Dio.

Mio padre, nella sua assurda severità, non concedeva neppure le esequie a chi si macchiava di un simile crimine.

Ma Dio come può condannare un' anima sofferente e disperata?

Come può non comprendere?

Che coraggio ci vuole per andare contro ogni istinto. Quello della comune sopravvivenza che negli umani è più forte che in noi.

Quante volte io stesso avrei voluto concepirlo e attuarlo all'inizio di questa amara esistenza, ma gli esseri come me non hanno neppure la libertà di svegliarsi dall'incubo orrendo in cui sono caduti.

Che angoscia si deve provare per sentire di avere il nulla che ti divora dentro?

Un buco profondo che assorbe ogni cosa, sogni e desideri, e non restituisce niente.

Carlisle. L'anima di un vampiroWhere stories live. Discover now