Parte 14 - Esme: una nuova vita

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L'ampia camera da letto della mia casa era stata teatro della trasformazione di un'umana in un essere immortale. L'ambiente era avvolto nella semioscurità; la luce lunare disegnava sul pavimento attraverso la finestra un quadrato chiaro. Io e Esme, eravamo fermi alle estremità di quel quadrato; ci fissavamo, uno di fronte all'altra, forse leggermente increduli di trovarci così vicini.

Probabilmente l'incredulità di Esme dipendeva da altri fattori: ridestarsi nel corpo granitico e freddo di una non morta, poteva essere una sorta di trauma cui non è semplice e immediato abituarsi. Davanti a me, stava una vampira, la mia futura compagna, quella che aspettavo da tempo immemore, che tante volte avevo disperato di trovare. Esme adesso, era una creatura diversa, eppure l'avrei scoperta sempre uguale alla donna di cui mi ero innamorato.

Era stato troppo complicato amare un'umana; non avrebbe potuto che essere tragico l'epilogo di quella nostra storia di felicità improbabile che avevo solo sfiorato con un pensiero colpevole.

Tutto, probabilmente era già stato scritto, prima ancora che ci incontrassimo.

Era il destino.

Il mio.

Il nostro.

Affilato e inciso sulla roccia dura del nostro corpo pallido e freddo, si incuneava tra le pieghe della nostra pelle di diamante che lo accoglieva come fosse una pagina da scrivere.

Sembra che la storia di questo destino si debba ripetere proprio ora per mio figlio; per lungo tempo, l'idea di averlo condannato alla solitudine mi ha angustiato come il dubbio di averlo trasformato troppo presto e ho sempre sperato che ci fosse qualcosa di più per lui. Ma ora c'è qualcosa che Edward sta vivendo sulla sua pelle, che lo spinge a cercare un nuovo confronto con me come non ha mai fatto negli ultimi novant'anni.

A lui la stessa sorte? A lui lo stesso dolore? Le medesime paure?

A suo tempo, lasciarla era stato un atto doloroso: la rinuncia eterna alla felicità.

Fuggire da Columbus, dove viveva lei, per andare a Chicago, era stato come dare un calcio definitivo ad ogni impossibile umana speranza; l'annientamento lo avevo sentito nelle ossa e nella carne che pareva diventare più gelida di quanto già non fosse, come se il respiro vitale mi fosse stato rubato di nuovo. 

Poi, era esplosa l'epidemia di spagnola e l'incertezza della sua sorte mi aveva fatto quasi morire, perché niente mi era dato sapere su cosa ne fosse di lei.

In un'altra città, davanti a me, nel suo letto d'ospedale, Edward malato e sofferente mi aveva dato l'immagine precisa e angosciante di quello che forse era toccato a Esme; ovunque lei fosse, non avrei mai potuto fare nulla per sottrarla al bacio gelido della morte umana, per suggellare un altro bacio altrettanto gelido che le avrebbe strappato l'ultimo respiro, per concederle un alito diverso e malsano di vita fittizia.

Puoi amare una come me?

E tu come puoi chiedermelo? Se posso amarti? Sì, posso.

Per quanto sia straordinario che una creatura quale sono, possa amare, io amo.

Perché io sento di amarti da prima di questo istante... Prima...

Cosa c'era stato prima di noi?

Parole che mi avevano dato speranza.

Forse Esme era già disegnata sulla tela del quadro che rifletteva come uno specchio l'immagine del mio destino. Forse per questo, di me, aveva conservato nel suo animo, una traccia vaga, impalpabile come un'ombra dai contorni sfumati.

Carlisle. L'anima di un vampiroOnde as histórias ganham vida. Descobre agora