1.Una giornata folle.

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Ciao, mi chiamo Allison Ryan. Ho 16 anni.Vivo a New York, dalle parti dell'Empire State Building. Sono una grande lettrice e la mia saga preferita è quella che parla di Percy Jackson e gli altri semidei. Me ne sono innamorata.

Okay, bando alle ciance e iniziamo la storia.

Era una calda mattinata di fine agosto. Ero con delle mie amiche a fare shopping. Una giornata normale, in apparenza.

Passeggiavamo tranquille ridendo e scherzano per i negozi.

-Allison Drew!-

Mi fermai di botto facendomi venire addosso Amy e Marie, ma non mi importava. C'era solo una persona che mi chiamava con il mio secondo nome. Ed era una persona che odiavo a morte. Mi voltai lentamente.

-Zia Priscillaa! Che bello vederti...!- dissi guardando la donna robusta, ipertruccata, vestita con pellicce ecologiche e tacchi a spillo che mi guardava sorridente.

-Tesoro mio!- disse abbracciandomi. -Che bello vederti! Sei cresciuta tantissimo...- misi il cervello in modalità muto mentre parlava di come sono cambiata, di come ero da bambina e altre cose noiose. Mentre mia zia gesticolava immersa nel discorso della mia infanzia e " di tutte le avventure vissute assieme a lei" guardai le mie amiche feci una smorfia stile "AIUTATEMI ad uscire da questa situazione sennò non rivedrete più la vostra amica", ma loro si limitarono a ridere.

-...quindi Zuccherino- un altro nomignolo che de-te-sta-vo -che cosa fai qui?-

-Stavo facendo shopping con le mie amiche e...

-Shopping!? Io amo fare shopping!- mi maledissi per aver dimenticato la folle mania che mia zia aveva per lo shopping. -Vengo con voi, così miglioriamo il tuo guardaroba così, mmh, non mi viene un termine adatto, ma possiamo accontentarci di scialbo e fuori moda.- disse indicando la camicia a quadri, i jeans con risvolto alle caviglie e le mie vans bordeaux.

Alzai gli occhi al cielo, scoccai un'occhiataccia alle mie amiche e mi lasciai prendere a braccetto da mia zia.

-Ah! Dimenticavo, ti presento Simon. È un caro ragazzo. Mi ha accompagnata fino qui dal Texas.

*che fortuna* pensai.

-Piacere di conoscerti Simon.

-Piacere mio.- rispose lui ammiccando, lo osservai, jeans, felpa, cappello e stampelle. Pensai che fosse un pazzo per accompagnare mia zia (MIA ZIA!) dal Texas con un paio di stampelle.

Lui come leggermi nel pensiero:

-È stato un viaggio duro con queste.- disse alzano una stampella -ma cosa non si fa per una dolce signora come tua zia.-

*dolce signora? Cosa non si fa? Questo é pazzo*

Abbandonai i miei pensieri maligni e iniziai a passeggiare con le mie amiche, zia Priscilla e Simon.

Mezz'ora dopo, circa le undici, avevamo già passato almeno 15 negozi del Zia Priscilla Style, e mi stavamo vendendo i conati di vomito a forza di vedere pellicce e pelli di coccodrillo finte. Il programma era di restare a pranzo lì al centro commerciale, ma Marie aveva appena ricevuto una chiamata urgente da suo padre ed era dovuta scappare quindi decidemmo di andare a casa. Invitai Amy a casa mia, per riuscire ad avere una scusa per sfuggire alle grinfie di mia zia e chiamammo un taxi. Nel momento esatto in cui arrivo il taxi un tombino schizzò in aria seguito da un getto d'acqua ribaltando il taxi. Mia zia tirò un urlo, Amy quasi svenne e Simon mi si mise davanti come se volesse proteggermi e sapesse esattamente cosa stesse succedendo.

Un ragazzo moro, sui 17, vestito con una maglia arancione e dei jeans logori uscì dalla fogna. Feci una faccia sbigottita. Non perché fosse uscito dalla fogna (beh, forse anche un po' per quello), ma perchè impugnava una spada ed era seguito da una specie di serpente gigante che passava a stento dal tombino. Vidi il ragazzo alzare una mano e contemporaneamente al gesto una quantità enorme di acqua di schiantò sul muso dell'essere. Ero sempre più sconvolta. Il ragazzo si voltò verso di noi è rimasi a fissarlo. Mi guardava con due occhi verde mare stupendi, la faccia sporca e sanguinante gli davano un'aria eroica e il modo in cui si muoveva lo trovavo assai intrigante.

*dei quanto è bello...*

Mi riscossi solo quando mi resi conto che stava venendo verso di noi è che Simon era in piedi senza stampelle.

-Simon.

-Percy, che succede?

-È troppo lungo da spiegare. È lei la semidea che dovevi portare al Campo?

-Stooooop! Punto uno! Chi sei tu?!- dissi io interrompendoli -Come mai vi conoscete? E come mi hai chiamata?

Percy mi sorrise malizioso. Mi trattenni dal saltargli addosso e mantenni un'aria scocciata e in attesa di risposte.

-Percy Jackosn, figlio di Poseidone Dio del Mare.-disse con un inchino.

*Percy Jackosn. Oh miei dei. Non è possibile. Che scherzo é mai questo...*

-No. Non è possibile. Percy Jackson é il personaggio dei libri che leggo non una persona reale.

-Hai letto i libri che parlano di me?!

-Di Percy Jackson, si.

-Di me.

-Di Percy Jackson.

-Di me.

-Di..

-Basta! - intervenne Simon -Finite dopo okay?! Allison lui È Percy Jackson e tu SEI una semidea.

-Si certo come no. Dove sono le telecamere?

Credevo di essere impazzita.

-Simon porta a casa quelle due- disse Percy indicando Marie e Zia Petunia.

-A lei penso io.

-Cosa?! Non so di che banda fate parte, ma io non ne voglio sapere...

-Se non collabori dovrò usare le maniere forti.

L'ultima cosa che vidi fu l'elsa della spada di Percy che mi piombava in testa mentre Simon si allontanava con mia zia e la mia amica.

Poi fu buio.

Hi, I'm a Demigod.Where stories live. Discover now