8. Con te la vita è così facile da essere impossibile

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Enrico si sveglia quasi contento la mattina dopo.
Fa colazione.
A scuola non gli rompono particolarmente le palle.
A casa studia per tutto il pomeriggio, mancano 2 giorni alle vacanze e ha 3 verifiche.
La sera Berto gli manda un messaggio per invitarlo al bar, quando arriva c'è anche Checco.
Dopo un paio di birre escono a fumare.
Francesco è il solo dei 3 a non avere il vizio del fumo.
Dopo un po' vanno a casa e Enrico e Francesco fanno un pezzo di strada insieme.
Francesco sembra molto sovrappensiero e ad un certo punto va a sbattere contro un lampione.
«Tutto bene?»
«Sì, sono solo stupido.»
«Sei sicuro? Non hai una bella faccia.»
«Io ho una bellissima faccia!»
«Haha.»
In effetti sì, Enrico trova che Francesco abbia una bellissima faccia.
Continuano a camminare per un po' in silenzio, mentre Enrico fuma.
Finisce la sigaretta e fa per tirarne fuori un'altra, ma la mano di Francesco si posa sulla sua per impedirgli di farlo.
Al contatto delle due mani Enrico si sente tremendamente strano, è un'emozione che non conosce.
«Facciamo così, non posso farti smettere di fumare, ma non fumare più quando sei con me. Ok?»
«Ci posso provare.»
«Dai, fallo per me.»
Enrico rimette il pacchetto in tasca e sorride all'amico.
Anche a Francesco piace la faccia di Enrico.
Arrivano davanti alla strada dove deve girare Checco.
«Checco?»
«Sì?»
«Domani sera hai da fare?»
«Sì, mi dispiace.»
«Mmm. Non importa.»
Enrico è visibilmente dispiaciuto.
«Comunque se stai male chiamami che vengo subito.»
«Grazie.»
Vorrebbe abbracciarlo, ma esita troppo e Francesco saluta e se ne va.
Si accende una sigaretta.
I 2 giorni seguenti non si vedono.
Enrico sente i suoi litigare ancora.
Sono più incazzati del solito.
Urlano tantissimo.
Li sente anche parlare di lui.
Parlano di divorzio e del fatto che nessuno dei due vuole tenersi il peso che è lui.
È solo un peso.
Gira la chiave nella serratura e mentre lo fa sente un piatto frantumarsi contro la sua porta.
Non ha nessuno, nemmeno i genitori, nemmeno la famiglia.
Chiama Francesco.
«Hey... Hai da fare ora?»
«Sì. Stai male?»
«No. Era solo per vederci.»
«Scusa, non posso proprio.»
«Tranquillo, sarà per la prossima volta.»
«Hai la voce strana, stai bene?»
«Sono solo stanco.»
Si appoggia al muro e piange.
Apre il cassetto, ma non ci sono lamette.
Apre un altro cassetto, c'è una confezione di temperini, uno è nel suo astuccio, l'altro è nella scatola.
Lo rompe e prende la lama.
Resta nell'angolo della stanza, da solo.
Il telefono suona, ma lo ignora più e più volte.
Enrico sta un po' steso sul letto con sigaretta in bocca e musica triste nelle orecchie.
Si spegne la cicca sul braccio e ne accende un'altra.
La mattina dopo si sveglia a mezzogiorno con 6 bruciature da sigaretta sul braccio.
Va in cucina e beve mezzo litro di acqua, ma non tocca cibo.
Va in bagno e resta per ore seduto sul cesso a fissare il vuoto.
Gli viene da vomitare, ma non ha niente da vomitare.
La sera esce a camminare un po', cammina lentamente in una triste periferia innevata di Bologna.
Non riesce a capire come mai tanta gente ami quella città, lui la odia.
Odia l'università e il centro, pieni di fighetti e gente che se la tira, anche se sa che finirà lì anche lui.
Odia FICO, costruito per il bene della comunità al prezzo di lasciare le persone per strada.
Odia tutti i centri sociali e i festival pieni di Hipster del cazzo e di Radical Chic.
Stavolta esce dai suoi pensieri prima di andare a sbattere contro Francesco.
«Credo tu stia iniziando a farlo apposta.»
«Forse un pochettino lo faccio.»
Checco gli sorride, ha davvero un bellissimo sorriso.
Lui ama il suo sorriso.
Vorrebbe fumarsi una sigaretta, ma ricorda la sua promessa e resiste.
Camminano un po' insieme parlando del più e del meno. Enrico non accenna neanche alla sera prima. Lo fa Checco.
«Mi dispiace per ieri sera, sarei venuto volentieri a trovarti, ma ero occupato.»
«Tranquillo, ti ho già detto che non fa niente.»
"Se vuoi dopo Natale possiamo uscire."
«Perché no? Tu fai Natale e Santo Stefano in famiglia?»
«Sì. Vado a Foggia dai nonni. Tu?»
«Mi chiudo in camera...»
«Mi dispiace. Hai qualche regalo sotto l'albero?»
«Non nemmeno l'albero.»
«Ti prenderò qualcosa.»
«Hai già fatto abbastanza.»
Il ragazzo si arruffa i capelli per pulirli dalla neve e si accorge che prima la sua mano era stretta a quella di Francesco.
«Posso fare di più.»
Gli fa un sorriso splendido, poi i due si dividono.

Amarsi Male                  ~Lo Stato Sociale [completa] Where stories live. Discover now