Capitolo 22 -Abiti perfetti-

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"Sai una cosa? Mi sarei aspettato una cosa clandestina e buia... tipo setta satanica." Borbottai sorpreso. Aries alzò gli occhi al cielo, ridendo. "È una cosa segreta, ma non per questo deve essere losca." Mi rimproverò scherzosamente. Eravamo appena arrivati a Grimmauld Place e tutto era luminoso e calmo, o almeno lo era stato, fino a quando dal corridoio non spuntò la figura di Bellatrix. Indossava un abito lungo nero e teneva i capelli legati in una scombinata treccia laterale. "Adhane Galen Riddle." La sua voce era colorata di rabbia, mentre il diretto interessato si faceva piccolo piccolo al mio fianco. "Madre..." Borbottò spaventato, io mi trattenni dal ridere.
"Quante volte devo dirti di vestire in un certo modo quando c'è tuo padre?" Gridò sottovoce, indicando il suo abbigliamento con disperazione. Lui alzò le spalle, comunicandole che non aveva intenzione di fare come diceva lei, ma la donna non demorse. "Fila a cambiarti, signorino. E anche voi, ragazzi. Non pensate che non vi abbia visti."
Io e i miei due amici ci guardammo, cercando di capire cosa nel nostro vestiario, creasse problemi a Bella. Io indossavo una maglietta a maniche corte grigio chiaro, con un jeans slavato e scarpe da ginnastica, Adhane, invece aveva un maglioncino verde e un pantalone cachi, per non parlare di Aries che indossava un vestitino turchese, interamente di pizzo. "Troppo colorati?" Mi arrischiai a chiedere. Lo sguardo fiammante della donna confermò la mia tesi. "Oh andiamo zia Bella... Harry vuole vedere i suoi genitori... e sai che io odio il total black." Si lamentò Aries, cercando di convincerla a lasciare andare almeno me e lei. "Non mi incanti, piccoletta. Avete deciso di entrare a far parte di questa cosa, accettando i pro ed i contro. Quindi correte a cambiarvi, state solo perdendo tempo." Sospirammo, ma ci avviammo al piano superiore per fare quanto richiesto.
"Venite. Andiamo in camera mia. Dovrebbe esserci qualcosa di utile." Disse Adhane. Aries scosse la testa, contrariata. "Tu presta qualcosa a Harry... io mi sono portata il cambio, vado in bagno." Ci avvisò sbuffando.
"Se sapevi che ti saresti cambiata perché hai messo questo vestitino e non direttamente l'altro?" Chiese Adhane, confuso dalla psicologia priva di senso di sua cugina. "Perché spero sempre di farla franca, cuginetto." Mormorò affrettandosi al bagno, lasciandoci indietro. Sembrava piuttosto agitata, ma forse era solo una mia impressione, e quello agitato ero io e non lei. "Tutto bene?" Chiese Adhane. Io annuii. Davanti a noi c'era la porta della stanza in cui Nene aveva dormito fino ad una settimana prima. Mi chiedevo se fosse la stessa in cui anche Dray stava dormendo...
Non dovetti aspettare poi molto per avere una risposta ai miei dubbi, perché non appena entrammo nella camera, un profumo che avrei riconosciuto tra mille, invase le mie narici, facendomi rabbrividire.
Non c'era poi granché lì dentro, se non un letto ed un armadio a due ante, sovrastati dalla luce di una grande finestra. Qualcosa, però, attirò la mia attenzione. O meglio, qualcuno.
Una figura slanciata e cupa davanti la finestra mi dava le spalle, quelle spalle così forti, così pallide e belle...
Io e Adhane rimanemmo fermi sulla porta, ma il rumore che avevamo fatto per aprirla, bastò alla figura per accorgersi della nostra presenza.
Trattenni il fiato, mentre due occhi grigi e pieni di un sentimento che non capivo, si incatenarono ai miei.
"Oh... siete voi." Fu tutto quello che Draco disse vedendoci, facendo crollare ogni mia più pallida speranza. I suoi occhi, in cui per un attimo avevo visto il mondo, ora erano vuoti e spenti.
"Dray!" Salutò Adhane con entusiasmo,  cercando, evidentemente, di alleggerire l'atmosfera, che però rimase fredda come il ghiaccio.
Draco, infatti, prese il maglione nero che era appoggiato sul letto e lo indossò, sgattaiolando fuori dalla porta, senza neppure posare su di noi una seconda occhiata.
"Che cazzo ti è preso, Harry? Era l'occasione giusta per parlare con lui!" Adhane pareva furioso. Si avvicinò a me e mi scosse per le spalle con violenza. "Svegliati, Harry!" Gridò. Io mi divincolai dalla sua presa e lo guardai in cagnesco. "Sei tu che devi svegliarti! Quello non vuole avere niente a che fare con me!" Urlai a mia volta. Il moro mi fissò come se mi fossero appena spuntate le branchie al posto delle orecchie.
"La vuoi la verità, Harry? La verità è che tu sei un codardo. Hai paura, ed è lo stesso motivo per cui volevi scegliere me. Io ti ho dimostrato che ci tenevo a te, quando Draco non l'ha fatto. Ero la scelta più facile. Ma non hai capito una fottutissima cosa: Draco ti ama e te lo dimostra, sei tu che sei troppo spaventato per rendertene conto. Apri gli occhi, maledizione."
Non stava gridando, eppure quelle parole arrivarono dritte dritte al mio cervello, martellandolo come un martello pneumatico. Rimasi in silenzio. Era il modo migliore di agire quando ti sentivi un perfetto idiota.
Adhane andò verso l'armadio e ne tirò fuori un paio di pantaloni neri, un maglione a collo alto e un giubbino di pelle, lanciandomeli addosso con violenza. "Mettiteli." Borbottò.
"Devo mettere il giubbino di pelle in casa?" Chiesi scettico. Lui mi fulminò con lo sguardo. "Maledizione, ti sto aiutando a riprendere in mano la situazione dopo che ti sei lasciato scappare Dray per l'ennesima volta, coglione, quindi taci e metti quei vestiti." Sbuffai, ma feci ugualmente quello che mi aveva detto.
Lui, intanto, indossò una felpa larga nera e un pantalone strappato dello stesso colore, mettendo poi un paio di guanti da motociclista alle mani, come quelli che aveva la prima volta che lo avevo visto al Manor...
Rispetto a quella volta, quando credevo che forse avrebbe potuto essere il mio ragazzo perfetto, non vedevo in lui nient'altro che un buon amico.
"Senti. Grazie." Borbottai.
Lui si voltò verso di me e sorrise, allacciando i bottoncini dei guanti, con eleganza. "Sì lo so, con quei vestiti addosso, Dray non potrà far altro che cadere ai tuoi piedi. Dovresti vestirti così più spesso..." Si vantò, felice. In effetti, i vestiti che aveva scelto per me mi stavano a pennello, quasi come una seconda pelle, e poi erano così profumati... sapevano di buono.
"... anche perché quelli che indossi sono i vestiti di Draco." Continuò con noncuranza. La saliva mi andò di traverso e cominciai a tossire come un forsennato. Adhane mi diede qualche pacca sulla spalla, ma prima che potessi dire qualcosa, ci raggiunse Aries. Aveva legato i capelli in una coda alta e indossato un vestitino a maniche lunghe attillato e nero, che le arrivava a metà coscia, coronando il tutto con un paio di tacchi vertiginosi.
"Siete pronti?" Chiese appoggiandosi allo stipite della porta.
"Ari, se non fossi pazzamente innamorato di tuo fratello, diventerei etero per te." Borbottai con la voce roca per il mezzo soffocamento. La ragazza gongolò, felice che il suo outfit fosse stato apprezzato. Adhane, al contrario, alzò gli occhi al cielo. "Ancora non capisco come mai tu sia capitata in Grifondoro. Insomma, sei una serpe perfetta." Disse, io scoppiai a ridere. Era tremendamente giusto. Aries era una ragazza a dir poco viziata, egocentrica e spesso acida, eppure era entrata a far parte dei Grifondoro. Probabilmente il suo coraggio e il suo buon cuore superavano di gran lunga i suoi difetti.
"Ad... faccio finta di non aver sentito solo perché hai fatto diventare Harry uno schianto." Lo sgridò. Io sorrisi, mentre lei mi veniva a prendere per il braccio e mi trasportava con sè, di nuovo al piano inferiore. Adhane ci seguì, masticando parole a caso nel tragitto.
"Liiiiight!" Non riuscii nemmeno a scendere le scale per intero, che un esserino tutto gioia e amore mi assalì, saltandomi in braccio senza che io potessi fare nulla per fermarlo. "Hektor! Torna subito qui. Non puoi correre in una casa piena di ospiti!" Mia madre corse verso di noi, ma si fermò quando vide che il piccolo era con me. Sorrisi, rassicurandola. "Ehi mamma. Non preoccuparti, lo tengo un po' con me." Le dissi, facendo l'occhiolino a mio fratello, che sentendo la voce di nostra madre, si era stretto più forte al mio giubbotto di pelle. La mamma sorrise. "Non viziarlo troppo, tesoro. Tuo fratello sa bene cosa fare per scappare dalle sue marachelle. Hektor, perché non dici a Harry che sei appena scappato dopo aver fatto la burla a Draco? Quel ragazzo è stato tanto gentile da offrirti delle caramelle e tu..." Sospirò.
"...lasciamo perdere, sono felice di vedervi tutti qui, ragazzi." Continuò la mamma, andando a salutare Adhane e Aries, per poi venirmi a dare un bacio sulla guancia. Hektor si girò dall'altro lato, offeso, facendo scuotere la testa alla donna. "Forza, andiamo dagli altri." Annuii.
"Quindi questo è il mini-Potter." Sussurrò Aries mentre camminavamo, salutando Hektor con la mano. Lui ridacchiò. "Sono Aries." Si presentò, scompigliandogli i capelli neri.
Il piccolo fece uno sbuffo infastidito, ma il suo sorriso rimase intatto.
"Sei di poche parole, oggi." Gli dissi all'orecchio, in modo che solo lui sentisse. Eravamo ormai arrivati in salone, e stavolta fui io a stringere più forte Hektor a me. C'erano tutti i componenti di quella che ormai era facile considerare come la mia famiglia allargata. I miei genitori, Sirius, Remus, i Malfoy e i Riddle...
"Ragazzi! Finalmente!" Ci accolse Tom. Era seduto al centro della stanza, su una poltrona accanto al camino, nella sua solita aria autoritaria, sfoggiando un sorriso tutto spigoli.
Insieme a lui, il resto del gruppo formava una macchia scura e compatta all'interno della stanza. "Ho organizzato questo incontro, perché ho motivo di festeggiare con voi, e di rendervi partecipi di quello che accadrà tra pochi giorni." Cominciò Tom. Era evidente che fosse un uomo al quale non piaceva girare molto intorno alle questioni, ma andare dritto al sodo.
"Come ben sapete, ci sono nostri alleati sparsi in tutto il mondo magico. Ci siamo fatti strada verso il futuro un passo alla volta, e tutti abbiamo sacrificato qualcosa lungo il cammino per arrivare a dove siamo oggi. Grazie ai nostri sforzi, il ministero è formato in gran parte da mangiamorte, così come il resto dei maghi, che si sono uniti ai nostri ranghi. Sono in pochi a non essersi schierati dalla nostra, ed in particolare è un solo soggetto quello che ostacola la nostra ascesa." Raccontò Tom.
"Albus Silente." Specificò mio padre. Sussultai. Avevo sentito la professoressa McGranitt e il professor Piton parlarne, quella notte. Dunque era davvero così che stavano le cose.
"Abbiamo deciso di fidarci di voi, e di fare affidamento sul vostro coraggio e la vostra ambizione per l'ultima volta, ragazzi. Sappiamo che egoistico da parte nostra, ma abbiamo bisogno del vostro aiuto." Disse Remus. Sirius annuì in accordo. "Qual'è il piano?" Chiese Aries, con sicurezza. Tom ci fissò uno ad uno, con sguardo fiero, pieno di orgoglio. Si alzò e si mise davanti a noi. "Assalteremo il ministero." Annunciò.
"Saremo in maggioranza, ma dovremo comunque affrontare le ultime opposizioni, anche con la forza se necessario. Ce la caveremo sicuramente, ma soltanto se voi riuscirete nella vostra missione. A voi spetta il compito più importante: tenere Silente lontano dall'azione." Continuò. Mio padre si affiancò a lui e gli mise una mano sulla spalla.
"Ad Hogwarts avrete il sostegno di tutti i figli dei mangiamorte, e ovviamente ci sono Severus e Minerva a sostenervi. Sono sicuro che saranno tutti disposti a darvi una mano." Ci avvertì sorridente. Mio fratello si divincolò dalla mia presa, ed una volta sceso, corse verso mio padre, che lo prese subito con sè, sorridendo sornione. "Non dovete far altro che tenerlo sotto tiro per un po'. Non appena avremo preso possesso del ministero saremo lì ad affiancarvi, e ci libereremo di lui. Aries, Adhane, Harry. Contiamo su di voi." Concluse Tom.
Aggrottai le sopracciglia, confuso.
"Cosa? E quale sarebbe il ruolo di Draco in tutto questo?" Chiesi alzando la voce. Fino a quel momento il biondo era rimasto con le braccia conserte, al fianco di sua madre, con lo sguardo fisso al fuoco del camino. Non appena sentì il suo nome, però, si voltò verso di me. Sentii il tempo fermarsi e la voce morire in gola, quando i suoi occhi mi trafissero come lame infuocate.
Tutti rimasero in silenzio, nel frattempo che biondo si alzava e si avvicinava a me... e fu come se ci fossimo solo noi. Solo noi a guardarci negli occhi, solo noi a comunicare senza che ci fosse bisogno di parole. "Dovresti concentrarti sul tuo di ruolo, Potter." Si beffeggiò di me, in tono ironico. Strinsi i denti.
"Dimmelo, Draco. Che cosa farai?" Avrei voluto sembrare minaccioso, ma tutto quello che riuscii a comunicare fu preoccupazione e rimpianto. Per cosa avrei dovuto lottare se lui non era al mio fianco?
Draco rimase senza parole per qualche secondo, forse sorpreso dalla mia esasperazione, poi scosse la testa, tornando a sorridere strafottente.
"Andrò in prima linea." Disse. Trattenni il fiato. Stava cercando di fare l'eroe? Voleva essere quello che si sacrificava perché non aveva più niente da perdere? Era questo il tipo di persona che voleva essere?
"Adesso stai davvero esagerando." Mormorai arrabbiato, e il mio corpo si mosse da solo, mentre le lacrime mi appannavano la vista.
Sentii il rumore sordo del mio pugno che si scontrava con la sua faccia, e mentre lui cadeva, io cadevo con lui.
Ci ritrovammo sul pavimento.
Nessuno osò avvicinarsi.
"Vuoi farti castelli in aria su me e Adhane? Puoi farlo. Vuoi accusarmi di averti tradito? Puoi farlo. Vuoi credere a qualcosa che non è mai esistito? Puoi farlo. Vuoi lasciarmi, senza che io ti dica quanto ti amo? Fallo, cazzo. Ma non pensare neanche per un attimo che io possa lasciarti andare così." Ormai stavo singhiozzando, ma non mi importava. Non potevo lasciarlo andare. Semplicemente non potevo. Non avrei mai retto alla pressione di saperlo in pericolo, lontano da me.
"Togliti, Harry." Sputò. Gli diedi un altro pugno, questa volta sul naso, facendolo sanguinare. "No. Mi hai lasciato perché credevi che quello che mi serviva fosse Adhane. Lo so, lo so che lo hai fatto per vedermi felice. So che credevi fosse quello che volevo.
Ma quello che voglio, Dray, sei tu. E ho fatto soffrire entrambi cercando di capirlo, ma adesso non voglio più fare del male a nessuno... specialmente a te. Io ti amo Draco. Sei tu quello che ho sempre voluto. Non ho bisogno di ricordare la mia infanzia, non ho bisogno di elemosinare amore da qualcuno che non sia tu. Io voglio te."
Sentivo gli occhi di tutti addosso, eppure l'unico sguardo di cui mi importava era quello del biondo.
"Sei sicuro?" Il suo era un bisbiglio, un sussurro, nel caos più totale dei miei pensieri. Sorrisi tra le lacrime.
"Cazzo, sì." Sbottai. E il sapore della felicità arrivò dritto alle mie labbra, baciate dal ragazzo dei miei sogni. Tutto svanì e mi sentii uno stupido ad aver dubitato tutte quelle volte di Draco, ad aver dubitato tutte quelle volte di noi.
Un colpo di tosse interruppe il nostro momento, facendo scoppiare la bolla di intimità che si era creata attorno a noi.
Mi divisi frettolosamente dalla bocca del biondo e mi guardai intorno.
A tossire era stato mio padre, che si era precipitato a coprire gli occhietti curiosi e vispi di Hektor. Sirius, invece, sorrideva felice ed emozionato, abbracciato al suo Remus.
Per il resto era un bel bagno di lacrime, per non parlare del fatto che tra mia madre e Narcissa ci fu un fulmineo scambio di galeoni...
Buttai un'occhiata a Draco, ancora sotto di me.
Mi stava guardando come se non ci fosse nient'altro al mondo di più importante. "Ti amo." Sussurrò. Sorrisi tra le lacrime.

Double Trouble || DrarryWhere stories live. Discover now