•Jimin•

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Nelle tenebre della propria stanza Jimin tentò di orientarsi, voleva solo buttarsi sul materasso comodo del suo letto, e rimanere lì finchè Namjoon non fosse tornato per raccoglierlo e nutrirlo.
Aveva passato due sere consecutive a bere in locali di cui non sapeva nemmeno l'esistenza. Si era strusciato senza vergogna contro gli uomini che cercavano in tutti i modi di fare colpo su di lui, ed aveva approfittato di quelle attenzioni solo per poter bere altro alcool.

Jimin non era mai stato così in vita sua, era sempre stato un ragazzo composto, timido e contenuto. Ma in quegli ultimi mesi, tutto era cambiato.
Si era trasferito in un piccolo appartamento, che divideva con Namjoon, il suo completo opposto.
Forse questo lo avevo influenzato, oppure semplicemente gli aveva fatto capire che in realtà non era male sentirsi liberi di fare ciò che si vuole.
In quei mesi aveva imparato a sperimentare, a non avere paura di parlare e soprattutto a flirtare.
Non saranno cose indispensabili, ma il ragazzo si era reso conto di tutto quello che aveva perso fino a quel momento rimanendo chiuso in se stesso, e questo lo stava aiutando a conoscersi in qualche modo.
Anche se i post-sbronza non erano poi cosi piacevoli rispetto a tutto il resto, lo distruggevano, e gli facevano venir voglia di smettere di bere, ma il Soju era così buono.

Il ragazzo che si era buttato a letto già da una decina di minuti, chiuse gli occhi e decise di cercare di dormire, scordandosi la porta spalancata della sua camera.

La luce del mattino ancora non aveva colpito la stanza, ma Jimin aprì lo stesso gli occhi, sentendo il bisogno di bere dell'acqua, la gola era così secca che faceva fatica a buttare giù la propria saliva.
Si tirò sul lentamente, ma sussultò quando si accorse di aver toccato qualcuno mentre si muoveva scoordinatamente. Non si era portato nessuno a casa, ne aveva la certezza..?

Si strofinò gli occhi con una mano, e prese il telefono per controllare chi fosse quella persona. Si avvicinò lentamente al viso del ragazzo che dormiva con il petto scoperto, e sbarrò gli occhi quando riconobbe il volto del coinquilino. Puntò la luce fiacca dello schermo verso di se e quasi ebbe un infarto; indossava solo dei boxer ed una maglietta che non gli apparteneva.

Ma che diavolo era successo?!

Jimin nel pieno della crisi sentì un braccio avvolgerlo e trascinarlo. Il minore non si oppose, lasciò che Namjoon lo abbracciasse, e chiuse nuovamente gli occhi, sperando di svegliarsi solo nel proprio letto con ancora i jeans attillati e il giacchetto di velluto addosso.
Non poteva permettersi di rovinare l'unica amicizia decente che era riuscito a costruirsi.

Questa volta a svegliarlo ci pensò la luce pungente delle 12, aprì gli occhi e sbadigliò, sentendo i giramenti di testa colpirlo pesantemente. Strinse gli occhi e si portò una mano sulla fronte, come se cercasse di fermare quel dolore dovuto ai postumi. Naturalmente fu inutile, quindi decise di alzarsi, molto lentamente, per non rischiare di peggiorare la situazione con una brusca caduta.
Si guardò intorno, sentendosi spaesato, e riconobbe l'arredamento del coinquilino.
All'improvviso si ricordò del suo precedente risveglio, e quasi non ebbe un colpo.

Era seriamente accaduto qualcosa?

Sbuffò e si incamminò verso la cucina, mentre cercava di recuperare qualche ricordo, ma non vedeva altro se non il viso adorabile di Joon mentre dormiva.

Scosse la testa cercando di eliminare quelle immagini dalla mente e in modo distratto prese una tazza, la riempì di caffè probabilmente freddo, e si poggiò contro il muretto della cucina che la divideva dalla sala.

•save him•  (minjoon)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora