Ho bisogno di te

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Justin mi invitava sempre al concerto ma non era il caso. Il dottore mi disse che stavo per perdere il bambino e dovevo stare al riposo e punture tre volte al giorno. Justin non lo sapeva ed io non volendo che stesse male durante i concerti, decisi di non dirglielo.
Justin era irritato per averlo rifiutato troppe volte.

- inutile dirti vieni da me, ciao - sbuffò annoiato
-Justin non mi sento tanto bene. Credimi, sarei lì altrimenti-
- wow devi aver preso un bel virus a sto punto perché dura un po' troppo- disse sarcastico
-tesoro, sono incinta e non posso prendere i medicinali, pensi davvero che possa mentirti?- mi misi sul letto lentamente

La mia pancia sembrava una palla e non riuscivo a muovermi.
-haii ragione, scusami- si rese conto - solo che voglio vedere il pancione, toccarlo e baciarlo-
- ti mando la foto ma non prendermi in giro okay?-
-scommetto che sei una bellissima mongolfiera- disse ridendo
-dopo questa caro mio non te la invio- dissi
-andiamo, stavo scherzando-
-dovrai vedermi per vederlo- dissi
Erano giorni che mi sentivo strana e volevo che mi visitasse un medico.

-sei pronta?- chiese Giovanni entrando
-si, sto arrivando- dissi preparando i documenti nella borsa
-dove vai piccola?- chiese
- vado da un medico per vedere se è tutto a posto-
- stai andando a fare l'ecografia? Mi telefoni quando sei nel lettino?- chiese contento
-va bene-
In realtà era la terza ecografia che facevo questo mese
Il medico era a disposizione ogni volta che volevo fare un ecografia, certo dopo che Justin lo pagava bene come poteva non esserlo e per me era un sollievo.

Staccammo e andammo all'ospedale
- lo sai che non puoi più continuare a lavorare- disse mia madre
Lavoravo come donna di pulizie, pulivo le scale dei condomini
Se lo sapesse Justin, mi ucciderebbe.
Volevo che pagassi almeno un vestito del mio bambino, pagava sempre Justin e non mi sembrava giusto.
-mamma lo sai che ho bisogno di questo lavoro- dissi
-no, hai un fidanzato e i tuoi genitori che ti aiutano, non puoi più continuare, rischi di perdere il bambino. Poi quello che fai a Justin non è giusto, gli stai nascondendo tutto, per fino questo problema-
-mamma, sono stanca di sentire la stessa frase. Lo so che vuoi solo il bene per noi ma mi sento una merda che deve sempre pensarci Justin, sembra più mamma lui che io-
-a Justin gli fa piacere e poi mi ricorda molto tuo padre, quando ero incinta di te era impazzito, comprava per fino i vestiti di un anno- ridacchiò
Sorrisi
-però collaboravi anche tu- dissi
-più che altro era lui a comandare, voleva che rimanessi in macchina ogni volta per comprarti un vestitino- alzò gli occhi al cielo- ad ogni modo, ti capisco benissimo ma hai bisogno di un po' di riposo. Per poco non perdevi il bambino, quindi pensaci-

Forse non aveva tutti i torti.

Il medico uscì e appena mi vide, mi invitò ad entrare.
- indovino, ecografia? Ha riposato questi giorni? - chiese
- lavoro, ma quando vado a casa sto a letto- dissi
-va bene, si metta lì- indicò il lettino e sospirai
Abbassai di poco la tuta e alzai la maglietta, dopodiché mi visitò.

Dopo un po' ci fu silenzio e la sua espressione non portava niente di buono
-posso sentire il battito del bambino? - chiesi
Non rispose e mi guardò come se fosse dispiaciuto
-che succede? - chiesi
Tolse quel coso dalla mia pancia
- signorina Gilbert, mi dispiace doverle dire che ha perso il bambino- disse
Sgranai gli occhi
-cosa?- balbettai
Sentii un vuoto nella mia testa e un peso al cuore
-mi prende in giro? Controlli bene- mi allarmai
Le mie lacrime uscirono velocemente e tremai
-non può essere- mi coprii la bocca
-mi dispiace tantissimo signorina- disse

#Justin

-ma perché non chiama?- sbuffai - basta la chiamo- dissi
-ti chiamerà lei, smettila di stare a fissare il telefono- disse Alfredo
-non lo so, ho una brutta sensazione- dissi
-ce l'hai sempre e alla fine va sempre bene- disse
Il telefono squillò e risposi subito quando vidi il suo numero
Sentii solo grida e pianti

-Elena? Elena mi senti?- solcai le mie sopracciglia
-Justin, sono Andrea-
Mi alzai di colpo quando riconobbi che era Elena che stava piangendo
-che ha Elena che grida in quel modo?- dissi preoccupato
-Justin, il bambino non ce l'ha fatta- disse
-cosa? No, non può essere-
-che succede? - chiese Alfredo
- che cos'è una specie di presa in giro? Che cazzo vuol dire che il bambino non ce l'ha fatta- urlai
-ha avuto un arresto cardiaco-
Caddi a terra in ginocchio
Il mio bambino era morto

- Justin, Elena ha bisogno di te- disse
-passamela - dissi piangendo
Dopo un po' sentii la sua voce rotta dal pianto.
-perdonami, perdonami- singhiozzò
-piccola non è colpa tua, domani sarò da te- dissi
Sentii Alfredo che mi stava abbracciando
- è colpa mia, non pensavo che - non riuscì a parlare
- Elena, ti prego non fare così-
- sono una madre orribile, ho ucciso mio figlio- disse
- non l'hai ucciso-
-si invece, ho lavorato questi giorni ma l'ho fatto perché tu compri e paghi tutto. Volevo solo che il bambino avesse qualcosa di mio-
Sospirai, provavo rabbia ma in fondo non potevo arrabbiarmi con lei.
-non è colpa tua-
-volevo fare qualcosa per lui ed io l'ho ucciso-

-amore, non l'hai ucciso tu. Adesso vai e riposati, domani mi vedrai al tuo fianco- dissi
Ci fu silenzio, sentivo solo che piangeva e singhiozzava di continuo.
-mi dispiace- la sentii
-non preoccuparti amore, ne faremo un altro e un altro ancora-
-voglio lui-
- lo so- sussurrai
-è maschio-
Chiusi gli occhi e cominciai a sentirmi peggio di prima.
-era maschietto, sapessi quanto era bello nello schermo- continuò
- è logico, è nostro figlio piccola-
-si- sentii una risata malinconica - ho bisogno di te Justin-
-domani mattina sarò lì prima che tu apra gli occhi, te lo prometto- dissi

***

06:12

Bussai alla porta sapendo che mio suocero era ancora sveglio.
Ero appena arrivato.
Ero distrutto psicologicamente e fisicamente
La porta si aprii e vidi anche lui triste e mi abbracciò, ricambiai
- vieni, c'è freddo qui fuori- disse facendomi spazio
Salutò Scooter, Alfredo e mia madre
-sta dormendo? - chiesi
-si, ci ha messo tanto per addormentarsi. È tremendamente distrutta- disse con una voce piena di tristezza
-vado da lei- dissi
Annuirono ed io salii andando nella sua stanza
Aprii la porta e la vidi lì sul letto
L'unica cosa che vidi subito era la sua pancia
La sua pancia era enorme e lì provai tristezza sapendo che era ancora lì dentro, morto.
Oggi lo toglieranno ed io dovevo esserci.
Per lei.
Mi sentii malissimo, sul pavimento era stracolmo di fazzoletti usati e uno lo teneva ancora in mano.
Mi sdraiai con lei e finalmente l'abbracciai
La sua pancia premeva con la mia e mi veniva da piangere

MINE [JUSTIN BIEBER]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora