"Non potevi bussare? Si chiama privacy."

"Non ti saresti svegliato comunque. Si chiama conoscere il proprio fratello."

Mi guardò di sottecchi, ancora seduto sul pavimento dopo la brusca caduta.

"Pensi di rimanere lì a lungo?" chiesi appoggiandomi allo stipite della sua porta.

"Ora mi alzo. Stai calma..."

Appoggiò una mano sulla testiera in legno del letto, aiutandosi ad alzarsi.

Uscii dalla sua stanza, andando verso le scale per scendere al piano inferiore.

"Stacy, aspetta..." disse mio fratello uscendo dalla sua camera "È vero quello che mi hai detto?"

"Cosa?" chiesi a mia volta.

"Che Lydia vuole uscire con me."

Abbassai lo sguardo e mi avvicinai nuovamente a lui. Gli poggiai una mano sulla spalla, guardandolo dritto negli occhi.

"Scusa, Stiles. Non esistono i miracoli."

"Fottiti, Stacy." rispose puntandomi un dito contro.

Risi scendendo le scale. Andai in cucina per preparare la colazione. Apparecchiai il piccolo tavolo in legno, poggiando due tazze e la scatola di cereali.

"Stiles!" lo chiamai versando il latte caldo nelle tazze.

Il rumore dei suoi passi pesanti sulle scale, rimbombarono per tutta la casa. La sua delicatezza era indescrivibile.

"Leggiadro come sempre." gli dissi versando i cereali nella tazza.

Fece una smorfia in risposta e si accomodò di fronte a me "Simpatica..."

"Non dirmi che te la sei presa per quello che ti ho detto prima?" inarcai un sopracciglio trattenendo una risata.

"Tu credi?" rispose sarcasticamente "Non era divertente, Stacy. Non puoi darmi false speranze."

"Non erano false speranze. Lo sai bene che Lydia non è più la dolce bambina che giocava sempre con te da piccoli." dissi cercando di fargli tornare il buon senso.

"Ma tu sei sua amica!"

"Sono una ragazza, Stiles! L'amicizia tra due ragazze è molto diversa da quella tra un ragazzo e una ragazza." spiegai.

Sospirò abbassando lo sguardo, ingoiando una manciata di cereali.

"Sei una pessima sorella." mugugnò.

Quando finii di bere il mio latte, mi alzai da tavola, andando nella mia camera per prendere la mia borsa. Controllai di aver preso tutti i libri e la misi in spalla.

Ad un certo punto, suonò il campanello.

"Stacy, la porta!" mi chiamò mio fratello dal piano di sotto.

Scesi le scale e andai ad aprire, ritrovandomi davanti un viso sorridente.

"Oh, ciao Scott." salutai il migliore amico di mio fratello "Stiles, è per te!"

Quest'ultimo camminò verso l'ingresso, salutando il ragazzo dai capelli scuri.

"Scott! Cia..." non riuscì a finire la frase che inciampò nel suo stesso zaino, finendo per terra "... Ciao."

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