CAPITOLO 2. RAH

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L’altoparlante ha appena annunciato di allacciarsi le cinture, perché siamo quasi pronti all’atterraggio. Ero terrorizzata all’idea di salire su un aereo, non avendone mai preso uno in tutta la mia vita. Mia madre ha sempre avuto paura di volare e non ha mai voluto fare una vacanza che comprendesse l’altitudine, escludendo il viaggio di nozze alle isole Canarie. Ho scoperto che mi piace molto stare sopra le nuvole e vedere “il mondo” sotto un’altra prospettiva. Sembra tutto così lontano e, per questo, mi sento in pace con me stessa, come se tutti i pensieri negativi fossero rimasti a terra.

<< Ei Lucas! Devi metterti la cintura, stiamo per atterrare >>.

Si era addormentato sulla mia spalla dopo una lunga chiacchierata. Non ho ancora capito come sia finito di fianco a me. Mi ero alzata per andare al bagno e quando tornai, Andy era seduta davanti con il suo amico e Lucas al posto di lei. Non ha voluto darmi spiegazioni, nonostante gli abbia chiesto più volte cosa fosse accaduto in mia assenza.

<< La tua spalla non è un buon cuscino. >> La sua voce spezzò i miei pensieri facendomi sobbalzare.

<< Sei sempre così carino appena sveglio? >>

<< No, questo è un privilegio che ho riservato solo a te. >>

Avrei voglia di tirargli uno schiaffo da quanto è irritante. Per tutto il tempo non ha fatto altro che provocarmi con le sue battute idiote, ma i suoi occhi azzurri m’inteneriscono e impediscono alla mia rabbia di farsi valere.

<< Mi sento onorata per questo! >> Dissi incrociando le braccia, facendo la finta offesa. Stavo per continuare il nostro piccolo diverbio, quando

provai una sensazione di vuoto. L’aereo cominciò la sua discesa e, senza pensarci, presi la mano di Lucas che mi guardò ridendo.

<< Non ti agitare, ci sono qua io a salvarti nel caso ci schiantassimo al suolo. >>

<< Ora va molto meglio grazie, l’irritazione nei tuoi confronti mi ha distratta da pensieri negativi. >> Le mie parole dovevano infastidirlo e zittirlo, ma lui si divertiva sempre di più e, in fondo, penso che mi piaccia vedere il suo sorriso spuntare dalle sue labbra carnose.

Toccammo finalmente terra.

Una volta recuperati i bagagli, attendiamo l’arrivo della signora che ci dovrebbe accompagnare in quello che sarà il nostro appartamento.

Nel frattempo vediamo avvicinarsi Mark e Lucas.

<< Non ci eravamo già salutati? >> Chiese Andy.

<< Non riusciamo a starvi lontano! >> Rispose Mark. << Cosa fate ancora qui tutte sole? >>

<< La donna che deve venirci a prendere non è ancora arrivata. >>

<< Se sapete l’indirizzo, vi ci portiamo io e Lucas, la nostra macchina è qui fuori. >>

<< Grazie, ma ci deve dare le chiavi della casa, sarebbe inutile arrivare là e doverla aspettare per strada. >>

<< Ottima osservazione! Possiamo allora tenervi compagnia? Tanto non abbiamo altro da fare! >> S’intromise Lucas.

<< Nessuno ve lo impedisce, ma sediamoci che ancora mi devo riprendere da questa mia nuova esperienza. >> Risposi facendo notare la mia stanchezza.

<< Vuoi che ti porti in braccio o riesci ad usare le tue gambe? >> Mi chiese ironico.

<< Molto gentile da parte tua, ma rifiuto l’offerta, me la cavo da sola. >>

Senza lasciargli il tempo di rispondere mi affrettai ad occupare un tavolo della caffetteria. Riesco a sedermi su una delle tre sedie rimaste libere e, subito dopo, Lucas mi si butta in braccio. Rischiamo quasi di cadere a terra, ma lui riesce a tenerci in equilibrio evitandoci una figuraccia davanti a una marea di persone. Questo aeroporto non è come quello da cui siamo partite. Qui è molto più affollato, però la gente sembra non interessarsi a quello che le accade intorno, quindi, probabilmente non se ne sarebbe accorto nessuno.

<< Non potevi sederti sopra Mark? Sai, non sei una piuma.. >> Lui, in risposta alla domanda, si mise più comodo e strinse le mie braccia attorno al suo corpo.

<< Chi va a prendere i caffè? >> Chiese facendo intuire che non si sarebbe mosso dalle mie gambe e, per ovvi motivi, neanche io potevo allontanarmi dal mio posto. Passammo una ventina di minuti a scherzare con questi ragazzi che fino a qualche ora fa erano dei perfetti sconosciuti e, all’arrivo di Melanie, la proprietaria del nostro alloggio, mi dispiace doverli salutare. In fondo era piacevole la loro compagnia. Penso che Lucas, per una volta, condivida il mio stesso pensiero, perché si avvicinò stringendomi forte e mentre mi diede un bacio sulla guancia, mi fece promettere di farmi sentire al più presto.

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