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Ero cosí presa da tutta la situazione che mi sono dimenticata che oggi riprendono i corsi dopo la lunga pausa tra vacanze e ponti vari, non ci ho davvero pensato, anzi, ci siamo dimenticati, nemmeno Ann e Alex ci hanno pensato quindi ora stiamo correndo da una parte all'altra cercando di recuperare il tempo. Per quanto riguarda Shawn potrebbe essere più tranquillo dato che ancora non si è iscritto ma è agitato per l'orientamento perché se questa scuola non gli piace dovrà tornare in Canada, è l'unica vera regola che gli hanno dato i genitori per farlo rimanere qui, vogliono che non resti solo. In tutto questo non mi è chiaro se stiamo assieme, non ne abbiamo parlato, credo di no in realtà altrimenti avremmo detto qualcosa, no? L'unica parentesi che ha cambiato un po' le cose sono quei due fantastici baci ma beh, purtroppo non sono fatti ti parole quindi come al solito sono confusa e continuo a pensarci per tutto il tragitto, pensieri caotici con sottofondo le voci agitate dei miei migliori amici che provano a parlare con Shawn tra la confusione generale mattutina di New York. Dopo venticinque minuti, una velocissima sosta da Starbucks e circa tre fermate di metro siamo arrivati. «Beh, questo è l'inferno» annuncia Annabeth allargando le braccia verso l'imponente struttura, «e smettila che lo spaventi» la spintono piano, «non è così male, c'è gente apposto e pure i prof sono ok» lo tranquillizza Alex, il ragazzo riccioluto annuisce divertito dalle diverse opinioni e assieme entriamo. «Allora, questa è l'ala B1» indico la parte sinistra della scuola, «e quella è l'ala A1» indico la parte opposta, «gli armadietti sono praticamente tutti qui» faccio spallucce e mi dirigo verso le scale centrali, «ha altri due piani, che ovviamente si dividono in ala B2 e A2 e infine ala B3 e A3, dovrebbe essere abbastanza facile orientarsi, alla fila di ogni ala c'è un'altra rampa di scale oltre a questa centrale, penso sia stato fatto per arrivare più velocemente in classe se si trova a piani differenti da quello in cui ti trovi» dico tornando davanti all'ingresso, «mmmh, non so, se hai domande fammele ovviamente, la coordinatrice ha lasciato a me il compito, devo farti vedere la scuola, ha detto che a ritorno dalle vacanze "non aveva energia" » ridacchio pensando alla voce stanca con cui me l'ha detto al telefono. «In realtà credo sia tutto ok, grazie» sorride, c'è un'aria strana che ci avvolge e non ho idea di cosa sia, sembriamo distaccati, fuori dai nostri corpi. «Per oggi ho solo un'ora obbligatoria quindi se non ti scoccia andrei à matematica adesso perché poi recuperare mi è praticamente impossibile» gesticolo, «certo, vai pure» dife tranquillo abbracciandomi stretta.

E questo abbraccio per cos'era? E cos'era? E sopratutto: cosa significa? Kal basta paranoie, è un semplice abbraccio, nessun messaggio nascosto, ok?! Ma a chi voglio prendere in giro, ci rimuginerò sopra per ore se non giorni.
«In realtà devi venire con me, per questo ti ho chiesto se ti andasse bene, nella visita che facciamo fare ai futuri studenti c'è inclusa un'ora di una lezione a scelta per far vedere come lavorano i nostri professori, ora c'è matematica ma se vuoi dopo posso farti vedere anche musica, sono sicura che piacerai tantissimo a mrs. Daila.» sorrido, Mrs. Daila è l'insegnate più dolce ed amorevole che esista, si vede che ama davvero il suo lavoro. «Allora perfetto, che matematica e musica siano» sfoggia un altro dei suo i fantastici sorrisi e mi da un bacio sulla guancia. Ma quindi come stanno le cose? Queste non sono attenzioni da semplici amici, stiamo assieme o no? DIMMI QUALCOSA RAGAZZO. Forse ora siamo nella fase "un-po'-piú-di-amici" troppo spaventati per stare assieme ma anche troppo innamorati per rimanere comuni amici.
Non so dove questa cosa ci porterá ma è certo che ormai sono dipendente delle sue labbra e pendo da esse.
Annuisco e ancora un po' scombussolata vado verso la mia classe, anche con qualche minuto di ritardo, seguita dal mio r-...beh...da Shawn.
«KAAAAL, CHI È IL TUO AMICO? È NUOVO?» sento le voci delle galline da lontano, poi le vedo, squadrano Shawn e una di loro si morde il labbro. Eh no, lui è mio. Beh, non ufficialmente...lui ancora non lo sa forse ma, ecco, sono solo dettagli. «Si, è nuovo qua ed in realtà è il mio ragazzo» dico convinta poggiando la testa poco sotto la sua spalla e intrecciando la mano con la sua, loro mi guardano male, ora Lexie, la bionda fastidiosa che fino a un mese fa mi chiamava 'sfigata' in corridoio non si morde più il labbro. Shawn non dice il contrario, mi regge il gioco, deve averlo capito, le persone come lei si riconoscono anche se non le hai mai viste prima.
«Davvero?!» chiede indispettita Bella, lei ha i capelli color caffèlatte ma si è colorata alcune ciocche di rosa fluorescente, dice che è alla moda. Il suo nome in italiano indica la bellezza, vuol dire che è bella, lei quando l'ha scoperto va in giro a vantarsene, si vede che quando è nata i suoi genitori avevano grandi aspettative per la sua faccia, poverini. I suoi genitori sono italiani e lei si vanta anche di questo. «Davvero.» le risponde sicuro il ragazzo accanto a me poggiandomi un bacio a stampo sulle labbra, io non mi ritiro, un po' mi sorprendo ma cerco di non darlo a vedere. È il nostro terzo bacio, solo che questo, a differenza dell'altro tanto atteso, anzi, degli altri due; non significa nulla, perlomeno per lui, per me ogni singola cosa significa tanto.
«Tra poco iniziano tutte le lezioni, se vuoi notizie sulla gente in questa scuola chiamaci» dice l'ultima del gruppo, capelli castani, occhi neri come la pece, seguita da cenni d'approvazione da parte delle altre, subito dopo gli fanno l'occhiolino allo stesso momento ignorandomi completamente, come se quello che ho appena detto fosse irrilevante.
«Grazie, ma credo chiederò alla mia piccola Kal» sorride, «come vuoi» fanno spallucce, ancora contemporaneamente e se ne vanno, Jennyfer, Bella e Lexie, castana, caffellatte e bionda, sembrano una di quelle targhette con le sfumature dei colori, quelle che ti danno quando devi decidere come prendere il divano o come pitturare la tua nuova casa.
Quando sono lontane abbastanza mi giro seria verso Shawn e lascio la sua mano, «io sono il t-» lo interrompo «scusa scusa scusa scusa, non volevo usarti è che mi danno fastidio, hanno passato 4 anni a trattarmi male e ora che ci sei tu magicamente gli sto simpatica, sono assurde» 'e ci stavamo provando con te e la gelosia ha preso il sopravento' penso, «oh emh, tranquilla, è tutto ok, solo che ora dovremmo fingere di stare assieme, da quel che mi hanno detto sanno tutto di tutti, no? Quindi lo verranno a sapere se fingiamo solo quando ci sono loro» dice grattandosi la nuca, «merda.» dico solo, non mo dispiacerebbe esserlo davvero ma è tutto così difficile e ora lo sarà ancora di più.
«Eeei, rilassati, noi sappiamo la verità, no? Va bene così, qua possiamo anche fingere, che ci frega» dice, è così facile per lui, probabilmente a quanto pare non prova quasi nulla per quel "noi". 'La verità' continuo a ripetermi in testa...'la verità'...la verità è che mi stai facendo impazzire lentamente ma tu questo non lo sai, anche dopo quei fantastici bacio. Ho bisogno di averne un altro. Ma non come quello di oggi, uno vero, come quella di ieri.

Room Mates||Shawn Mendes (2)Where stories live. Discover now