III • La Leggendaria Terra (1 di 4)

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Sole si sforzò di alzare la testa dalla rigida e scura superficie che lo aveva accolto così bruscamente nel più esotico regno che ci fosse: la misteriosa e leggendaria Terra

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Sole si sforzò di alzare la testa dalla rigida e scura superficie che lo aveva accolto così bruscamente nel più esotico regno che ci fosse: la misteriosa e leggendaria Terra. Non era dolorante, ma certo quell'atterraggio violento e imprevisto non era stato piacevole. Si mise in ginocchio e sputò infastidito il terriccio che gli era finito in bocca, passandosi più volte le mani sulla lingua per pulirla dallo sgradevole e umido elemento. Come per magia stava scoprendo una strana e nuova sensazione nella bocca, risvegliando papille gustative fino ad allora dormienti.

Osservò lo spazio che lo circondava. Tutto era strano, nuovo, meraviglioso e spaventoso. I confini della Terra non formavano più un perfetto cerchio sopra di lui, ma disegnavano una linea frastagliata tutto intorno, come se il principe fosse appoggiato su un enorme disco raggrinzito. Si alzò in piedi a fatica per osservare il piatto terreno da più in alto e barcollò. Una forza lo tirava a terra, simile a quella che lo aveva per secoli tenuto agganciato al suo trono, ma in qualche modo era anche differente. Non avrebbe saputo dire se fosse più debole o più forte, solo faticava a gestirla dopo millenni di immutata abitudine.

Alzò gli occhi e si spaventò alla vista del suo regno azzurro. Con il terrore nel petto e le vertigini nella testa si buttò a terra aggrappandosi al primo masso che vide sbucare dall'amarognolo terreno scuro. Tenendosi ben saldo si fece coraggio e guardò in su di nuovo: non era mai stato così in alto! Come mai non precipitava sul suo trono, come mai restava invece aggrappato a quel soffitto marrone e verde?

Cominciò a intuire che forse lì tutto funzionava al contrario. Con il respiro affannato raccolse tutto il suo coraggio e provò a mollare la presa dalla roccia. Si accorse con sollievo di non sentire il richiamo del trono sul suo corpo. Un respiro profondo e si rimise in piedi, accorgendosi che non precipitava verso il cielo. Un altro respiro profondo e provò audacemente a fare un piccolo balzo, con cui si staccò di qualche centimetro dal suolo per poi ricadervi subito. La tensione si stemperò in una risata mentre provava qualche salto poco più alto: la Terra lo teneva ancorato a sé!

Mosse qualche incerto passo fuori dalla buca che aveva creato con la caduta, cercando di convincere il suo cervello a capovolgere il punto di vista delle cose. Quando questo si opponeva il sovrano barcollava, ma pronto ritrovava subito l'equilibrio. Anche quel disorientamento era una sensazione nuova ed eccitante! Quando la testa girava in cerca dell'originale punto di riferimento, Sole rideva incontrollatamente. Dopo alcuni incerti passi sul prato circostante la bussola impazzita dentro di lui si quietò, decidendosi ad accettare la novità.

Solo allora si concentrò sulle altre leggendarie meraviglie che aveva di fronte. Il piano terrestre sotto di lui era ricoperto da una lanosa e soffice stoffa verde simile al pelo di un animale. Sole, ricordando alcune nubi con forma animale del suo cielo, si chiese se non fosse proprio un'animale quello su cui stava camminando! Provò ad afferrare un ciuffo di peli verdi più spesso e tirò. Questo si strappò dal suolo portando con sé una piccola zolla di terra.

«Spero di non averti fatto male, bestia verde!» gridò, ma non ricevette risposta. Che l'animale stesse dormendo? Riconobbe nella zolla marroncina la sostanza che gli era finita in bocca all'atterraggio, così provò a rimettersela in bocca per poi risputarla subito. Sì, era proprio la stessa roba amarognola.

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