IV • Il Viaggio che ci Aspetta (3 di 4)

4 0 0
                                    

Ciry si guardò attorno, concedendosi la prima pausa della giornata

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Ciry si guardò attorno, concedendosi la prima pausa della giornata. Tutti i pastori del cielo erano impegnati a raccogliere i frammenti della nuvola invernale, il lavoro procedeva bene. A un certo punto c'era stato un sinistro e stridulo cigolio che, rimbombando in tutto il regno, aveva interrotto i loro lavori, ma la nube pastore era riuscita a riportare l'ordine e a far proseguire il popolo nei suoi compiti. Ciry aveva pensato che fosse stato uno strascico dell'insolito cielo rosso del ciclo prima, così si era sforzata di non pensarci.

Teneva in mano una nuvola grande quanto un cocomero, che si dimenava emettendo infastiditi pigolii. Ciry intravide Cumo lanciarsi in picchiata in forma di aquila su un brandello di nube, catturandolo al volo prima che quello avesse modo di nascondersi dietro a un ammasso estivo. Battendo le ali, Cumo raggiunse in fretta Nembo, che in forma di elefante stava compattando i pezzi raccolti della nuvola invernale andata distrutta con l'aiuto di altre nubi pastore. La nuvola cominciava a raggiungere una dimensione considerevole; presto avrebbero potuto farla piovere e decretare così l'inizio dell'estate.

«Cumo, portagli anche questa!» gridò Ciry, lanciandogli la nuvoletta.

L'aquila virò e la afferrò al volo. «Presa! Attento Nembo! Altro pezzo in arrivo!» La nuvoletta lamentosa emise un pigolio spaventato che cessò solo quando la proboscide di Nembo la afferrò al volo. Fece in tempo a emettere gli ultimi spaesati cinguettii prima che Nembo la impastasse nel mucchio con le altre.

«Visto che schegge? La stiamo rimettendo insieme in men che non si dica!» disse Cumo affiancando Ciry.

«Avremmo anche già finito se non avessi disperso il gregge di questa mattina...» notò lei.

«Era per prendere un pezzo di nube che si nascondeva in mezzo! Devi ammettere che ho avuto buon occhio a vederlo!»

«In ogni caso, come procede il setaccio del cielo per raddensare le parti vaporizzate?»

«Praticamente concluso, con gli ultimi passaggi non abbiamo raccolto quasi nulla. È tutto raddensato ormai.»

«Perfetto. Avviso il principe che siamo quasi pronti a farla piovere,» concluse Ciry, e fluttuò verso il grande ammasso che nascondeva il principe del giorno. Le fu facile individuare lo squarcio prodotto dal principe per entrare: un allegro vento vi soffiava gagliardo, portando con sé piccoli pezzetti dell'ammasso che, divertiti, si lasciavano trascinare dalla brezza.

La nube pastore si avvicinò al passaggio e lo imboccò, immergendosi in una grigia e umida atmosfera.

«Sire?» chiamò Ciry, ma non arrivò alcuna risposta. Si sentiva solo il vento fischiare attraverso lo squarcio, e le voci ovattate delle nubi pastore all'esterno.

Avanzò cautamente, finché non intravide la silhouette rotonda del trono. «Eccovi, sire. Abbiamo quasi finito, mancano solo...» Si arrestò a un passo dal trono. Era spento e ingrigito come non lo era mai stato, tanto freddo da permettere alle goccioline condensate dell'umida nuvola di poggiarvici sopra... Il principe del giorno non era lì.

Vincastro del Giorno • Il Racconto del CieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora