II • Cadere (2 di 4)

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Alla fine fu contento che quella nuvola si fosse disgregata; almeno c'era un compito che avrebbe impegnato l'intero cielo per un bel po', lasciandolo solo e in pace a rimettere insieme i pezzi di sé stesso

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Alla fine fu contento che quella nuvola si fosse disgregata; almeno c'era un compito che avrebbe impegnato l'intero cielo per un bel po', lasciandolo solo e in pace a rimettere insieme i pezzi di sé stesso. Nonostante la solitudine di quel giorno, tuttavia, non riuscì né a trovare una soluzione né a darsi pace. Madama Luna era sempre lì nella sua mente, con i suoi occhi grandi e profondi, a guardarlo. Sole non trovava il modo di levarseli dalla testa. Attorno a mezzogiorno gli si affiancò Ciry. «Sire, il lavoro di recupero procede speditamente.»

«Bene...» rispose Sole.

«Direi... in modo perfetto!»

«Bene...» ripeté Sole. Si sentiva sul collo il tentativo di Ciry di strappargli la parola perfetto dalle labbra, ma al principe proprio non voleva uscire di bocca.

«Sire, non vorrei essere inopportuna, ma siete sicuro che non possa fare qualcosa per voi?» chiese Ciry.

Una parte del principe voleva ridere e risponderle gentilmente che qualsiasi cosa potesse fare una nuvola, di certo il Sole avrebbe potuto farlo da sé e meglio, e che non gli sarebbe mai servito l'aiuto di nessuno. Dietro la scorza di quell'affermazione però, Sole sentiva di avere una risposta più profonda. Arrivava da una profondità che gli era stata sconosciuta fino al giorno prima, quando la sua inviolabile scorza esterna si era per la prima volta crepata. Decise di provare a immergersi, a esplorare.

«Io...» iniziò, ma si bloccò subito. Sentiva che le frasi che volevano uscire parlavano di incompletezza, di curiosità verso cose che ignorava, di desiderio verso qualcosa di inottenibile, di imperfezione inaccettabile.

Inorridito, cercò un'altra via. «...Io credo di essere stato derubato,» disse. Mentre pronunciava quelle parole, sentì la sua mente attivarsi rapida e trovare una soluzione coerente e finalmente accettabile.

«Mi è stata rubata la perfezione.» Non era imperfetto!

«Mi è stata rubata contro il mio volere.» non era stato a causa di un suo errore, ma di una sorta di potere o inganno!

«E la rivoglio indietro, e per ottenere ciò, porterò qui madama Luna, la quale vivrà al mio fianco per sempre, rendendomi così di nuovo perfetto!»

Ora era tutto chiaro! Per volere della dama della notte, qualcosa gli era stato spezzato dentro ed era stato dato a Luna. Sole non sapeva cosa, non lo aveva visto uscire né volare verso la dama, ma sentiva che quella era la verità, che un suo qualcosa ora lo aveva madama Luna con sé.

«Ma... Sire... con tutto rispetto... né voi né lei potete lasciare i vostri troni e i vostri compiti,» gli rispose Ciry, cercando di contenere l'agitazione che l'aveva assalita nel sentire il sovrano fare quelle audaci affermazioni.

«E chi lo dice? Non sono forse io a dettare le leggi del cielo?»

«Sire, sia il giorno che la notte cadrebbero nel caos senza il proprio sovrano, abbiamo delle responsabilità nei confronti dell'Oro dell'Universo. E poi c'è la questione del confine tra i due regni, è invalicabile per chiunque! Nulla passa da una parte all'altra!» La voce di Ciry diventava sempre più frenetica e nervosa mentre tentava di dissuadere il principe dai suoi intenti, ma senza mostrarsi apertamente contraria ai suoi piani. Sole, tuttavia, capì benissimo le sue intenzioni, e si indispettì nuovamente per la messa in discussione delle proprie decisioni. Arricciò il suo naso da bambino osservandola con superiorità, e lei imbarazzata abbassò gli occhi in un inchino.

«Mi perdoni immensamente sire, non volevo contrariarvi.»

«Lo spero bene...» disse Sole. Poi sospirò scocciato: effettivamente il confine tra i due cieli era invalicabile. Aveva visto nuvole immense svanire dopo essersi schiantate contro di esso, senza che il confine accennasse ad alcuna fatica o rallentamento nel suo movimento. Poi alzò gli occhi verso la Terra.

«Tra noi e la Terra non ci sono confini, giusto? Voi nuvole ci salite e scendete di continuo...»

«Beh sì, saliamo e scendiamo. Non ci sono confini.»

«Quindi si può presumere che non ce ne siano nemmeno tra la Terra e il regno della notte...»

«Sire...»

Sole abbassò gli occhi su Ciry. Sul suo viso si svolgeva la lotta tra il terrore per un cataclisma apocalittico e quello di dichiararsi contraria al proprio sovrano.

Dentro Sole montò la collera, ma poi una mano invisibile bussò ai suoi pensieri infausti sussurrandogli qualcosa e lui sorrise con difficoltà mentre provava una nuova e sgradevole sensazione al petto.

«Non ti preoccupare Ciry, era solo un'idea. Un'idea sciocca,» disse infine.

A quelle parole, il volto di Ciry si distese.

«Torna pure ai tuoi compiti,» concluse Sole. Lei ringraziò e volò via. Sole la seguì con lo sguardo e quando fu di nuovo solo si chiese, "Che mi sta succedendo!?" mentre la mano invisibile di poco prima allentava la presa sui pensieri che aveva tenuti nascosti. Era ancora ben intenzionato ad avere Luna per sé. Il piano era di scendere sulla Terra, attraversarla, raggiungere il regno della notte e prendere Luna con sé, ma aveva nascosto la cosa a Ciry. Era la prima volta che non diceva ciò che pensava. Sole si portò le mani alla testa pieno di confusione. Fino al ciclo prima era perfetto. Come una statua d'oro, in cui tutto ciò che vedi è tutto ciò che è, nulla era nascosto, tutta la sua essenza era chiara, semplice e sotto gli occhi di tutti, tutti potevano ammirare la sua completa e semplice perfezione. Ora invece quel guscio d'oro si era crepato. Mille vocine, mani, radici e tempeste si muovevano turbinosamente dentro di lui senza ordine, scopo o disciplina. Doveva assolutamente avere madama Luna con sé, era l'unico modo di chiudere quella crepa e tornare completo! Così decise di proseguire con il piano che aveva ideato.

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La canzone che ho scelto per questo capitolo
♪ sarà rivelata nella parte 4 di 4

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