xxxviii. la verità

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«Cosa intendi?» domandai incuriosita.
«Dissi anche che per te era importa il fatto della prima notte, era come un rito passaggio. Beh, ti dispiaceva non sapere con chi avessi compiuto quel rito, è ancora cosi?» chiese senza distogliere lo sguardo dal cielo buio.
«Si. È ancora cosi»

«Se ti dicessi che so l'identità del ragazzo, come reagiresti?» fece dopo una lieve pausa, era poco convinto, glielo si leggeva in volto.
«Beh, probabilmente ti chiederei il nome, gli parlerei e gli chiederei spiegaz-» iniziai a farfugliare io, Froy mi bloccò parlandomi sopra e dicendo «Sono io. Sono io quel ragazzo con cui sei andata a letto quella sera
Lui alzò le gambe, ch'erano ciondolanti nel vuoto, e le incrociò dinanzi a me, cercando di reggere il mil sguardo evidentemente sconvolto.

Io mi inginocchiai di fronte a lui, avanzando di qualche centimetro che fece avvicinare molto i nostri visi.

Non sapevo bene cosa dire, tantomeno cosa fare, volevo solo essere certa di quel che stava dicendo. Lo guardavo negli occhi color ghiaccio, che al chiaro di luna brillavano.
Forse era il momento giusto per ammettere che mi piaceva.

«Cosa hai detto?» ripetei scioccata.
«Che sono io. Sono sempre stato io. Il ragazzo con cui tu hai perso la verginità. E sai, quella sera non era solo la tua prima volta, ma anche la mia
«Eravamo insieme..» sussurrai senza muovere troppo le labbra, poggiai una mano sul suo ginocchio e alzai lo sguardo che fece incrociare le nostre pupille.
Chiusi gli occhi cercando di ricordare e di far riaffiorare quale che ricordo; improvvisamente, quando poggiò la sua mano sulla mia, alcuni momenti, effettivamente, tornarono a galla.
Alcuni frammenti, alcuni suoni, alcune luci, il contatto con la sua pelle mi fece ricordare alcuni dettagli che avevo rimosso inconsciamente.

«Da quanto lo sai?» domandai riaprendo gli occhi. «Poco. Ho aspettato perché non volevo rovinarti il ballo.. Magari poi non saresti più voluta venire con me»
«Scherzi? Sarei venuta con te comunque. E poi beh, vuoi che sia sincera?»
«Aha»fece lui scuotendo il capo per indicare un 'si'.
«Non mi dispiace che sia tu quel ragazzo. Insomma, poteva essere uno sconosciuto ma no, eri tu. Ci siamo ritrovati dopo tre anni, forse un po' di più, tre anni in cui mi domandavo costantemente l'identità di quella persona.» dissi, poi mi fermai un attimo, fissai un poco il vuoto per trovare le parole giuste da dire, lui rimase immobile a guardarmi pensare: «Credi nel destino? Insomma, nel fatto che ci sarà un motivo se ci siamo rincontrati..»

«Tempo fa ti avrei risposto di no - disse prendendosi poi una piccola pausa - ma sai, da quando sono con te sono cambiato parecchio e sono cambiati molti miei pensieri; quindi ora ti dico che si, forse una piccola parte di me ci crede, forse una puccola parte di me è tornata ad avere pensieri puri e strambi come quelli che hanno i bambini
«I bambini vedono tutto più bello, sono puri» aggiunsi io.
Appoggiai la mia testa sulla sua spalla e chiusi leggermente gli occhi, cullata dalla sua buonissima colonia e dalla brezza che ci circondava.

Avevo una tremenda voglia di baciarlo, di assaporare quelle sue labbra che si stringevano in un piccolissimo sorriso quando ponevo domande un poco strambe, non so a cosa fosse dovuto questo mio volere, forse a ciò che mi aveva appena confessato, forse al fatto che avessimo bevuto qualcosa poco prima opinione semplicemente perché mi piaceva tanto.

«Sei felice di partire per Amsterdam?» domandò poi spezzando il silezio che si era creato poco prima.
«Si, molto, mi piace visitare le città. Soprattutto se sono in compagnia» dissi,
«Sara una bella esperienza, vedrai» affermò Froy sorridente.

[ ... ]

Mi accompagnò in stanza, non ricordo che ore fossero, non era troppo tardi perché al mattino ci saremmo dovuti preparare per il nostro viaggio, lo salutai con un bacio sulla guancia, cosa che non avevo mai fatto.
Appena entrai in stanza mi voltai per guardarmi allo specchio, volevo vedere se la capigliatura era durata o meno, mi accorsi, però, che avevo ancora indosso la sua giacca nera.
Decisi di portargliela, casomai Cody si fosse arrabbiato.
Grace e Drey ancora non erano in stanza, tanto valeva fare un giro, c'erano ancora un sacco di persone in caffetteria e in pista.

𝐓𝐄𝐀𝐑𝐒 𝐀𝐍𝐃 𝐇𝐎𝐍𝐄𝐘Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora