i. nuova vita

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@alexislooke ha pubblicato un nuovo post!

@alexislooke goodbye ( i'll only miss my doggo Connor ) 🌙

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@alexislooke goodbye ( i'll only miss my doggo Connor ) 🌙

A @gracemont , @queendrey , @aaronlooke e altre 456 persone piace questo post.

@aaronlooke: pronta per
partire baby?

@alexislooke: non proprio :(

@gracemont: dai che ci
divertiamo!

@queendrey: ha ragione @gracemont

@alexislooke: cosi mi mettete
paura, lol @gracemont,
@queendrey, @aaronlooke

@aaronlooke: devi averne! haha

-

[ la sera precedente al post, 11:40 ]

Okay, Alexis ripeti con me «Starai benissimo, hai preso abbastanza vestiti e rivedrai presto Connor.» Ecco cosa mi ripetevo da ormai un'ora e quarantacinque minuti, mentre fissavo il soffitto cercando di immaginare che cosa sarebbe successo una volta che io, Aaron, Grace e Drey saremmo arrivati al College più stimato di Londra.

Le mie palpebre iniziarono a chiudersi e la mente cominciò a raffigurare immagini sfocate e inventate dell'istituto.
Ci vidi davanti ad un immenso edificio che parve un castello, notai tante matricole spaesate quasi quanto noi, poi, una moltitudine di ragazzi e ragazze in divisa che parlano, leggono o usano uno strano aggeggio elettronico che assomiglia ad un telefono; tuttavia non riuscii a mettere a fuoco in modo decente ciò che sognai.

Speravo con tutta me stessa che fosse una bella esperienza, anche se ora come ora sembrava tutto un po' troppo facile, insomma, mi stavo facendo un po' troppi pensieri positivi, ma quello che so dalla mia esperienza, è che non può andare sempre tutto bene o tutto male, prima o poi le cose devono tornare nel mezzo.

[ ... ]

La sveglia suonò alle quattro e trenta del mattino - orribile - e cercai a tastoni di spegnerla, fino a quando non rotolai dal letto, cadendo, e facendo un tonfo tremendo.
«Piano Ale! Non vorrai svegliare tutto il vicinato, vero?!» disse sussurrando Aaron che comparve sulla soglia della porta di camera.
La mia stanza era spoglia, si, decisamente spoglia, non c'erano più soprammobili, fotografie, libri e soprattutto non c'era mio solito disordine.

Decisi dopo un paio di cuscini ricevuti sulla faccia da parte di Aaron di alzarmi quando lui lasciò la camera; andai in bagno, mi sciacquai il volto con dell'acqua fredda, lavai i denti e mi truccai un po' per essere almeno guardabile.
E soprattutto per nascondere il fatto che io avessi chiaramente fatto le "ore piccole"
Misi giusto un poco di mascara e un lip-gloss per rendere le mie labbra meno smorte di prima mattina.

Mi vestii, non avevo molta scelta dato che tutti gli abiti erano smistati in valigia e negli scatoloni, indossai un semplice paio di jeans a vita alta con una maglia bianca con degli inserti  brillanti in oro.

Guardai l'orario, «Okay, il volo è alle 7, ora sono le cinque, dobbiamo uscire alle 6:00 quindi ho ben quarantacinque minuti per salutare la mia casa e Connor.» mi ripetei parlando da sola come una perfetta idiota, ma, mio fratello - ficcanaso per eccellenza - mi sentì e rispose: «Ma hai intenzione di uscire a quest'ora per portare fuori il cane?»
«Beh? Non fa freddo! Quindi, si»

Misi il guinzaglio a que piccolo batuffolo di pelo bianco, indossai di fretta il cappotto più leggero che trovai aprendo l'armadio e mi fiondai all'esterno, per respirare un'ultima volta l'aria frizzante di Milano.

Connore era felice di uscire, nonostante fosse presto e deserto, trotterellava con le sue zampette tozze a destra e sinistra, ancora mezzo addormentato.
Andammo in un parco sperduto, uno degli ultimi rimasi in questa città, e ci sedemmo ad osservare il sole che stava per sorgere.

Ovviamente lui non colse la bellezza di quel passaggio maestoso, quindi, dopo un paio di guaiti dovetti alzarmi e portarlo al nostro solito Bar - l'unico aperto anche a quella strana ora -
«Alexis! A cosa si deve questa sorpresa?» disse sorridendo con aria stupita, il cameriere dell'Arnold Cafe, Klaus.
«Tra non molto dovrò lasciare la città, partirò per un College a Londra e beh, per un po' non avrai nessuno con cui parlare nei mercoledi pomeriggio..» ammisi un po' amareggiata.

«Tu pensa solo a divertirti! E a studiare, ovvio. Vi porto il solito?» chiese gentile e io annuii; dopo cinque minuti ecco pronti il latte per Connor e il cappuccio per me.

[ ... ]

«È ora di andare!» urlarono i miei genitori; salutai calorosamente il cucciolo e mi avviai con la mia immensa valigia sulla soglia di casa che, da quel momento, sarebbe molto più fredda e spoglia senza i litigi di me e Aaron. Salimmo in macchina e ci avviammo in aeroporto dove le mie migliori amiche co aspettavano già.

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spazio autrice
ei ciaaao, spero che questa prima introduzione vi piaccia. sto rivedendo tutta la storia, per questo motivo troverete nei prossimi capitoli i tempi verbali differenti e alcuni errori.
in qualsiasi caso, buona lettura ;)
(ora che l'ho finita posso dirvi che diventa decisamente migliore poi, ahah)

𝐓𝐄𝐀𝐑𝐒 𝐀𝐍𝐃 𝐇𝐎𝐍𝐄𝐘Where stories live. Discover now