I've lost everything, except you. || Part 2 ||

Chapter 3 - One hundred years of solitude.

"Spero siate pronti ad uscire da questa topaia" esordii, stringendo saldamente le dita intorno a due delle sbarre in metallo; lo sguardo fisso sulle fiamme ardenti delle torce, il ghigno di chi era pronta a scatenare l'inferno nella piccola cittadina del Maine. "Riportaci a casa" rispose Felix, seguito da Mike che, impaziente, picchiettò ripetute volte uno dei propri anelli contro la grata; entrambi, durante la notte, non ebbero ritenuto necessario riposare, dunque risultavano più agitati del solito.

Le palpebre calarono sugli occhi, la mente si vuotò di ogni pensiero, una voce dal suono tutt'altro che umano, un sibilo agghiacciante; essa, aveva vagato fino all'Isola che non c'è e lì ─ aveva trovato quel che stava cercando. Disorientata ed angustiata, la mia ombra si librò in volo non appena instaurai una solida connessione tra le nostre menti. "Credevo foste morti" la voce incorporea fece vibrare in modo piacevole ogni tratto di pelle, procurandomi scariche elettriche lungo la colonna vertebrale ─ "Abbiamo bisogno di te".

( ... )

"Mi rincresce dover ammettere che sia più gradevole di quanto immaginassi".
Un delizioso profumo di fragole sostituì il tanfo dei sotterranei, la quale luce artificiale fu surrogata da quella naturale ed accecante del sole. Anche i miei ragazzi, chiaramente curiosi, si guardarono intorno, attenti a non lasciarsi sfuggire alcun particolare. Mi voltai in direzione della mia Ombra che mi raggiunse con placidità, ponendosi al mio fianco. Incrociai le braccia al petto, tornando a guardare la facciata di " Mr. Gold - Banco dei pegni e Negozio di antichità "; era lì che Tremotino gestiva i propri affari e gli accordi ch'era solito stringere con i più disperati ─ perché, infondo, solo un folle avrebbe voluto scendere a patti con il Signore Oscuro.

"Trova l'Ombra, io ed i ragazzi ci occuperemo del suo legittimo proprietario" le ordinai, richiamando l'attenzione dei due sperduti che si scambiarono un cenno d'intesa. Prima di librarsi in volo, quest'ultima mi si avvicinò. Tese la mano in direzione del mio polso che, però, condussi prontamente fuori dalla sua portata "Voglio che sia lui a togliermelo" la informai posando lo sguardo sul bracciale che mi privava della magia, poiché l'intento degli eroi era quello di assicurarsi che non fossi in grado di creare problemi. "Vai, non abbiamo altro tempo da perdere" le ordinai, vedendola allontanarsi alla velocità della luce in quello stesso istante.

"Cosa si fa adesso?" chiese Mike, affiancandomi "Adesso, cerchiamo Peter Pan". Era proprio grazie a lui che potevo dire di conoscere in modo impeccabile le strade di Storybrooke. Non si trattava di una città dalle dimensioni imponenti, bensì di una piccola cittadina dove qualsivoglia via ci avrebbe permesso di raggiungere il suo punto centrale: la Torre dell'Orologio, la vetta più alta di Storybrooke avente piena visuale della città ─ la nostra meta.

Necessitavo uno spazio silenzioso, dove avrei potuto intercettare Peter senza interruzioni indesiderate e, fattore più importante, nessuno avrebbe dovuto riconoscerci. Gran parte degli abitanti ebbero assistito alla scena del nostro sbarco e chiunque sarebbe stato in grado di individuarmi come " colei che avrebbe voluto uccidere il piccolo Henry Mills "; non avrei permesso a nessuno di rovinare i miei piani.

Vigili e cauti, ci confondemmo perfettamente tra le persone. Gran parte del lavoro, fu merito dei comuni vestiti che Tremotino ebbe avuto premura di offrirci. Lo scambio venne attuato nel retrobottega di " Mr. Gold "; il proprietario ebbe stupidamente deciso di non lasciare nessuno ai posti di guardia. Non credevo mi sottovalutasse fino a questo punto.

Una volta raggiunta destinazione, fummo costretti a forzare uno strano oggetto che teneva chiuse le porte situate ai piedi dell'edificio; esse consentivano l'accesso alla biblioteca di Belle French, grazie alla quale saremmo poi arrivati in cima.