Capitolo 15

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Alex's POV

<<Alex cos'è successo in questi due anni?>> chiede dopo un po di tempo in silenzio, tirando su col naso, rimanendo ancorata al mio petto.

Inspiro a pieni polmoni l'aria fresca che c'è qui su <<Per il momento ti basta questo>>.

Ho intenzione di entrare nella sua vita poco alla volta e di non uscirne più.

Nella vita di buono ho fatto ben poco, almeno in questo vorrei riuscire al meglio.

<<Forza. Vieni. Ti faccio conoscere Andrew>> le dico alzandomi da terra e porgendole la mano per aiutarla.

Lasciamo il tetto dell'Università per dirigerci verso l'unico posto in cui regna il silenzio più totale; il cimitero.

Non una parola mentre camminiamo ma solo il rumore dei nostri passi sull'asfalto bagnato dalla fine pioggia di questo pomeriggio, e le nostre mani che si sono sfiorate e inevitabilmente intrecciate.

Forse non si aspettava che le raccontassi un pezzo del mio passato, non credevo di poterlo fare neppure io, e forse è proprio quello a cui sta pensando in questo momento.

La vedo assorta nei suoi pensieri, nel suo mondo.

Si starà chiedendo come possa io aver sofferto in passato, perché io agli occhi di tutti non sono la vittima ma il carnefice.

Eppure è proprio quel passato che fa del carnefice la vittima di questa vita che non fa altro che prendersi gioco di te e dei tuoi sentimenti.

Come lo spettacolino di burattini raccontato nella storia di Pinocchio in cui il famoso burattinaio, Mangiafuoco, manovrava i piccoli burattini come più preferiva, con il solo desiderio di avere tutti ai suoi piedi.

Ecco, la vita è proprio come Mangiafuoco con l'unica differenza che la vita non ti promette nulla anzi quando meno te l'aspetti ti toglie ciò che hai di più caro.

Il cancello a libro è aperto pronto ad accogliere anime affogate dal proprio dolore, croste di vernice sottile cadute mostrano il metallo ormai divorato dalla ruggine fino alle punte acuminate di un nero opaco.

Fiori ormai appassiti di chi si è dimenticato di avere un defunto sotto cumuli di terra, silenzi troppo assordanti a tal punto da ricordarmi la sua voce e le urla disperate di chi non si è ancora rassegnato alla perdita di qualcuno.

Le mani tremano ancora mentre le ginocchia non reggono il peso dei ricordi fino a cadere su quello che mi rimane di lui, una fottuta lapide.

Andrew Collins 20-09-1999 20-09-2016

Che l'alba di ogni nuovo giorno porti con te il tuo sorriso.

Queste le parole che abbiamo deciso di dedicargli, mi scappa un sorriso al ricordo di lui che viveva di albe.

<<Se n'è andato il giorno del suo compleanno?>> sussurra con voce debole mentre la sua mano destra che trema, si fa delicatamente spazio sulla mia schiena. Non rispondo, annuisco soltanto.

Non mi sento ancora pronto, non per quello <<Sai, spesso Andrew usciva di casa e non tornava mai prima di aver visto un'alba. Era più forte di lui, non lo faceva per sua volontà almeno in parte, era come se qualcosa lo attirasse, come se qualcosa lo spingesse ad allontanarsi dalla sua famiglia per andare a vederla>> dico.

<<P-perché la lapide è rivolta al contrario rispetto alle altre?>> non mi ero neanche accorta che Bella si fosse seduta accanto a me.

Il terriccio è umido e freddo come questo posto ma a lei non importa, leggo tanta voglia di sapere nei suoi occhi lucidi <<In...in questo modo p-potrà vedere ogni alba...sono stato io a chiederlo anche se non sono stato capito anzi mi hanno preso quasi per pazzo>> rido.

A un millimetro di cuore #wattys2018Where stories live. Discover now