Capitolo 7

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_.amilliontimeone._

So benissimo che sono presenti degli errori grammaticali e non, verrà tutto corretto al termine del libro...Buona lettura!

Bella's POV
Quello che sta succedendo è una sensazione inspiegabile.
Basta solo sentire il suo nome per farmi tremare anima e corpo.
É qualcosa di quasi surreale.
Siamo solo all'inizio ma per me lui è troppo, troppo per una come me, fragile e distrutta dal dolore.
La mia vita è stata un susseguirsi di lamenti d'amore che arrivavano come coltellate nel petto, una dopo l'altra e io intanto annegavo sempre di più fino a perdere le forze di salire a galla e prendere di nuovo fiato.
Siamo due mondi diversi, curiosi l'uno dell'altro.
Sembriamo cercarci a vicenda, due calamite che si attraggono, bramose di un ardente desiderio, quasi proibito, capace di distruggerci e mi fa paura.
Quella paura che ti consuma lentamente.
Non è come la paura del buio, del pericolo, ma la paura di rimanere soli e feriti.
Nella paura c'è sempre la sensazione che qualcosa attacchi il tuo essere.
É un azione di difesa che spesso è seguita da una reazione, come se il cervello si preparasse a una situazione di emergenza.
E la mia è quella di innalzare un muro, che negli anni ho costruito mattone dopo mattone, oramai difficile da abbattere.
Ma il vero problema però è che nessuno ha mai provato ad abbatterlo questo muro.

*****

"Aspettavo che me lo chiedessi".
É stata la sua risposta un paio di ore fa, a cui io non ho risposto e se prima avevo paura, ora vorrei solo levare le tende, lasciare la città, cambiare identità e ricominciare tutto da capo, da zero.
Decido di farmi coraggio e di provare a rispondere.
"Come no..".
Rileggo un paio di volte e cancello per la millesima volta.
"Veramente???"
Scrivo ma poi cancello.
Un'altra volta.

Bella:
Ah si? Comunque buongiorno...

Leggo di nuovo e mi decido ad inviare il messaggio.

*****
É ormai sera inoltrata e la luna fa capolino dalla finestra della mia camera, riflettendo la sua immensità sull'acqua limpida della piscina sottostante alla mia camera.
Sono sdraiata sul mio letto con il cellulare al mio fianco ad aspettare una risposta che non è ancora arrivata.
Ho passato tutte queste ore a perdermi tra le pagine di interi libri che coprono il mio letto e ora mi si chiudono gli occhi dalla stanchezza.
Pochi minuti dopo, cado in un sonno profondo.

Alex's Pov
1..2..3..
1..2..3..
Dire che sono stremato è dire poco.
È da questa mattina che mi sono chiuso in sala prove senza mai fermarmi un attimo.
Cerco di concentrarmi, di non pensare a niente che non sia la danza ma è tutto inutile.
Lei è sempre nei miei pensieri.
È entrata nella mia cazzo di testa e non vuole più andare via.
É bastato un suo semplice messaggio per fottermi il cervello.
"Ah si?Comunque buongiorno..." mi ha detto e io non ho capito più nulla.
Sono fermo davanti lo specchio della sala prove, il mio petto nudo che si alza e si abbassa a un ritmo irrefrenabile, il mio cuore che batte fuori controllo, sento il mio corpo in tensione e le vene pulsare nelle orecchie.
Mi fisso nello specchio, fisso quegli occhi che chiedono aiuto, quegli occhi azzurri in cui non mi riconosco più.
Sento dei leggeri colpi di tosse, mi volto e vedo Natalie, la mia insegnante di ballo.
<<Dovresti tornare a casa e da questa mattina che non ti fermi per oggi può bastare così>> mentre parla mi rivolge un sorriso tirato, so che sta cercando si capire cosa sta succedendo.
La guardo ma non rispondo e cosi continua.
<<Alex cosa sta succedendo?>> Mi chiede.
Ma questa volta però la sua preoccupazione traspare senza nessun filtro.
<<Lei chi è?>> tenta di chiedere cercando di usare un tono di voce stabile che non le riesce perché quello che esce dalla sua bocca è un debole sussurro.
<<Non c'è nessuna lei >> rispondo duro.
Mi costa tanta fatica pronunciare queste parole ma in questo momento sento di non poter rivelare a nessuno di lei.
<<Me ne vado>> dico soltanto.
Natalie sussulta ma non risponde.
Prendo il mio borsone, le sigarette, le chiavi ed esco da lì.
L'aria fredda mi investe appena metto piede fuori dall'Accademia, il vento mi scompiglia i capelli e un brivido mi percorre la schiena.
Monto sulla sella della moto e schizzo via.
Più aumento di velocità, più le mie gambe sode aderiscono al corpo della moto, come un secondo strato di pelle.
Aumento ancora, fino a quando l'adrenalina non scorre nel corpo e comincio a sentirmi più leggero, libero di quei pensieri che mi attanagliano la mente, libero da lei.
Svolto a sinistra, poi di nuovo a destra, per poi fermarmi davanti la villa a tre piani in cui abito con la mia famiglia.
Le luci della cucina sono accese.
Entro in casa, percorro un breve corridoio per poi sentire la voce stridula di mia madre mentre mi viene in contro.
<<Alex si può sapere dove sei stato tutto il giorno?>> Chiede fuori di se dalla rabbia.
Gli altri sono già seduti a tavola e osservano la scenetta che si ripete quasi tutti i giorni.
<<Ad allenarmi>> rispondo secco perché il tono di voce che usa mi irrita.
<<Tutto il giorno?>> alza un sopracciglio.
<<Si.>> dirigno i denti.
Mi avvicino al frigo prendo una bottiglietta d'acqua e mi avvio sulle scale che portano alle camere da letto.
<<Dove stai andando? La cena è pronta!>> urla dalla cucina.
<<Non ho fame>> sbotto furioso perché tutti i giorni è sempre la stessa storia e dalla loro bocca non è mai uscito un "come stanno andando gli allenamenti Alex?" oppure "quando hai la prossima competizione?" o ancora "Stai bene?".
Bastava una semplice domanda che mi dimostrasse il loro amore nei miei confronti.
Niente.
Perché in questa casa è proprio questo che manca.
L'amore.
Quello di cui io ho bisogno in questo momento.

Spazio d'autrice:
Buonasera a tutti!!
Finalmente sono tornata e cercherò di aggiornare ogni sabato!
Mi raccomando lasciate un commento o una stella per farmi che la storia vi sta piacendo per me questo è molto importante.
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Buona lettura e al prossimo capitolo!♥

A un millimetro di cuore #wattys2018Where stories live. Discover now