Capitolo 4

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Pagina instagram: _.amilliontimeone._

So benissimo che sono presenti degli errori grammaticali e non, verrà tutto corretto al termine del libro...Buona lettura!

29 maggio

Bella's POV
Il grande giorno é arrivato.
Sono elettrizzata, non ho mai lavorato a uno spettacolo dal calibro così importante e ho una gran paura di non ricordare le battute o di bloccarmi non appena inizierò a parlare.
Mi preparo, indosso un pantalone aderente con una semplice maglietta dal colore vivace e sistemo qualche boccolo qua e là.
Usciamo di casa e io, mia madre e mio fratello Christian saliamo in macchina per dirigerci a scuola.
Mio padre, invece spesso rimane bloccato a lavoro e torna a casa a sera inoltrata quando già noi tutti dormiamo.
Il tragitto non è molto lungo ma quando arriviamo a destinazione e scendiamo dalla macchina comincio a intravedere le sedute rivestite da morbido velluto rosso, che lentamente vengono riempite da genitori e amici che attendono impazienti l'inizio dello spettacolo.
Appena i miei piedi varcano la soglia del cancello, l'ansia, la paura e i mille dubbi che tutto vada per il meglio si insediano dentro di me facendomi irrigidire di colpo e facendomi avvertire delle scosse lungo tutta la spina dorsale.
Entro subito dentro lasciando mia madre e Christian fuori a prendere posto, quello che vedo è un ammasso di ragazzi in fibrillazione che camminano avanti e indietro per tutta la lunghezza del corridoio mentre provano e riprovano ciò che devono mandare in scena.
Faccio la stessa cosa anch'io e insieme a Grace, la ragazza che si esibisce con me, ripetiamo un paio di volte la nostra scaletta e dove io o lei possiamo permetterci di fare delle piccole pause.
Veniamo improvvisamente interrotti da un insegnante a me sconosciuto, che ci avvisa dell'imminente inizio.
3...2...1...su le maschere, si va in scena e che lo spettacolo abbia inizio.

****
Lo spettacolo si è concluso per il meglio.
È andato tutto liscio.
Quando sono salita sul palco non facevo altro che pensare di sbagliare tutto e invece appena ho iniziato a parlare ho visto solo tanti occhi puntati esclusivamente su di me; alcuni castani come il cioccolato, altri verdi come tanti preziosi smeraldi, altri ancora blu come il cielo sotto il quale stiamo ora e il buio, la notte che ci circonda, tutti quasi emozionati e colpiti dalle parole che uscivano dalla mia bocca.
E poi c'erano un paio di occhi.
Azzurri.
Azzurri come la profondità dellche bagna le nostre spiagge.
Azzurri come il cielo in pieno giorno quando è sereno, limpido, libero, lontano dai pensieri e dal nemico che non può essere nessun altro se non la pioggia.
Si la pioggia.
Non un fulmine o un tuono ma la pioggia.
È lei il vero nemico.
Il fulmine o il tuono arriva così all'improvviso, senza preavviso come una bomba ad orologeria pronta ad esplodere, può colpirti e ferirti o semplicemente risparmiarti e andare via rinunciando a ciò che non ha neanche ottenuto.
La pioggia invece no, ti prepara al suo arrivo e ti logora dentro fino a distruggerti, lentamente.
Ma quegli occhi hanno la profondità dell'Oceano dentro.
Resti lì a fissarli, imbambolata mentre non ti accorgi neanche che quegli occhi ti hanno già risucchiato l'anima ancor prima di sapere a chi appartenessero.
Ed è quello che mi è successo.
Quegli occhi mi hanno dato così tanta sicurezza in una frazione di secondi che non ho più avuto paura, l'ansia é scivolata via come quando sei così stanca da toglierti i vestiti e lasciarli cadere sul pavimento.
E alla fine dello spettacolo avrei tanto voluto ritrovare gli stessi occhi che per quindici minuti mi hanno dato tutto ciò di cui avevo bisogno solo guardandoli.
Avrei voluto ritrovare quelle pagliuzze di un verde leggiadro che spiccano nell'immenso oceano e che quasi brillano a contrasto con l'azzurro dei suoi occhi, ma così non è stato.
Conclusa la scena, il pubblico non ha fatto altro che applaudire con gioia dinanzi a ciò che, posso dire, è stato il nostro capolavoro.
Il MIO capolavoro.
Stavo per uscire da scuola, avevo già indossato il mio giacchetto in pelle, quando Naomi si posiziona proprio davanti a me senza mai togliermi gli occhi di dosso.
<<Lo so che sono stupenda ma ora non esageriamo..>> Esclamo ironica.
Odio chi mi osserva costantemente, mi fa sentire a disagio.
<<Ah ah ah.. Questa si che è bella! Sai non ti facevo così simpatica Bella >>Ride falsamente, sottolineando il mio nome.
<<Senti>> sono già incavolata nera. <<Dimmi cosa vuoi e sparisci>> sputo velenosa.
Non so perché ma questa ragazza ha il potere di farmi innervosire non appena la vedo.
A pelle non mi ispira molto e io su queste cose non mi sbaglio quasi mai.
Credo sia dovuto anche al nostro primo incontro e quindi al nostro primo, chiamiamolo pure "disguido".
<<Nervosetta la ragazza...comunque non puoi andare via.>> la guardo perplessa.
Mi sta forse dando degli ordini?
<<Dobbiamo ancora distribuire a tutti i ragazzi le targhe di riconoscimento ed è un compito che dobbiamo svolgere noi e un altro ragazzo. Quindi non puoi andartene.>> Spiega molto frettolosamente.
Annuisco semplicemente perché non ho altro da aggiungere.
E poi non penso che questo possa portar via molto del mio tempo a disposizione.
Mi avvicino al tavolo in cui sono esposte tutte le targhette, prendo le prime cinque che devo consegnare e mi dirigo vicino ai sei o sette gradini che portano sul palco.
Attendo lì per un po', poi vedo un ragazzo avvicinarsi a me.
Anche lui ha delle targhette quindi suppongo sia il ragazzo di cui mi parlava Naomi, ma non ho il coraggio di guardarlo in volto.
<<Ma che dobbiamo dire ?! >>chiede.
Ancor prima di guardarlo, la sua voce arriva alle mie orecchie, chiara e morbida.
Alzo lo sguardo e rimango pietrificata.
Quegli occhi che pensavo di non ritrovare mai più, non se ne sono mai andati veramente, perché sono ancora lì che ancora una volta mi penetrano l'anima con la differenza che ora so a chi appartengono.

Alex's POV
La guardo, sembra pietrificata quasi sconvolta, mentre aspetto che mi risponda.
È una ragazza di una bellezza semplicemente incantevole.
Di statura un po' bassa, piccolina ma proporzionata alle sue morbide forme.
I suoi capelli sono di un castano scuro che ricadono in boccoli naturali e morbidi sulle sue spalle che al momento sono dritte e tese come due bacchette di legno.
Poi finalmente, si decide a parlare.
<<Guarda è semplice. Devi dire il tuo nome e leggere quello che c'è scritto sulla targhetta.>> Spiega molto chiaramente.
Ma io non capisco lo stesso.
<<Tipo? Fammi un esempio..>>
Ci pensa un attimo e poi mi risponde.
<<Mi chiamo Isabella e invito sul palco e poi tutto il resto. Dai prova tu..>>
Isabella.
Si chiama Isabella.
E al momento mi sembra il nome più bello che ci sia.
Vorrei parlare ma al momento non ricordo quasi nulla.
<<emh..in realtà al momento ricordo solo il tuo nome Isabella>> e sottolineo "Isabella".
<<Ah si?!>> finalmente le sue labbra si piegano in uno dei sorrisi più spontanei e sinceri.
Ed è qualcosa di unico, singolare...speciale.
<<Sicuramente se vado sul palco dico il tuo nome, quindi forse è meglio se vai prima tu così io poi ripeto ciò che dici tu>> questa volta sorrido io.
Annuisce ancora sorridendo.
Dopo alcuni minuti di assoluto silenzio e di continui scambi si sguardi fugaci, la sento esclamare <<Dio che ansia!>>
<<Ma se prima sei salita sul palco e sei stata bravissima, dai che c'è la fai...>>
Quello che dico lo penso veramente.
L'avevo già notata prima e la sua bravura era molto chiara.
<<Se lo dici tu... Comunque mi chiamo Isabella ma per tutti sono Bella >>
<<Allora Bella, penso sia arrivato il momento di salire su, pronta? >>
<<Pronta>>

****
Quando siamo scesi dal palco Bella è rientrata dentro per prendere le sue cose e andare via.
Ora sta salutando i ragazzi e i professori che non smettono di farle i complimenti più che meritati.
Appena si volta per andare via, la mia voce la fa fermare di colpo.
<<Ciao Bella >>dico sorridendo e strizzandole un occhiolino.
Si volta, mi sorride ancora e poi va via .
Quasi non mi riconosco.
Quando siamo saliti sul palco lei ha parlato in maniera limpida e impeccabile.
Una volta detto ciò che doveva dire, ci siamo guardati.
Io l'ho guardata per avere un cenno di sicurezza da parte sua e lei mi ha sorriso come per dirmi che c'è la potevo fare.
E alla fine c'è lo fatta.
Solo grazie al suo sorriso, però.

Spazio autrice:
ciao a tutti !
Ecco a voi il quarto capitolo, l'inizio della storia tra Alex e Bella.
Come vi sembrano i personaggi di Alex e Bella?
La storia vi sta piacendo?
Fatemi sapere commentando e lasciando tante 🌟🌟🌟🌟.
Al prossimo capitolo e un abbraccio a tutti voi♥!

A un millimetro di cuore #wattys2018Where stories live. Discover now