Capitolo 6: La guerra infuria

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Autunno 1098, Carlyon

Erano nei guai. I loro nemici si facevano sempre più vicini, sempre più impazienti, sempre più assetati di sangue. Gli irlandesi di Ingrid avevano conquistato Scilly e un quarto del paese in quei mesi, forti della simpatia della popolazione verso la principessa di sangue, figlia della regina martire Blaine, l'unica che in quel momento poteva recuperare il trono perduto di Carlyon.

Eirlys sentiva il panico stringerle la gola ogni volta che leggeva i dispacci dei loro soldati. Tristan non era voluto partire in guerra, si era categoricamente opposto all'idea di combattere contro sua sorella, ed era diventato mese dopo mese, giorno dopo giorno, sempre più grigio, piccolo ed insignificante. Eirlys lo disprezzava, così insignificante, piegato con la schiena curva sulla sedia di fronte al caminetto che leggeva quei dispacci sempre più tetri. Non era un re, non era un uomo, era un'ombra, piccolo e codardo, nemmeno in grado di concepire un'erede per il suo regno. Perché Eirlys non era incinta ed ormai era trascorso più di un anno dal loro matrimonio. Probabilmente Tristan era sterile, o forse la loro relazione non era benedetta dal Signore. A Eirlys però non importava, lei aveva già un erede e lo avrebbe protetto anche con la sua stessa vita.

Eirlys si affrettò lungo il corridoio. Era arrivato un altro dispaccio, le sue spie erano brave nel loro lavoro, e non avrebbe permesso che Tristan la tenesse all'oscuro delle notizie dal fronte. Non si fidava di lui, era chiaro che ormai verso di lei non covava nient'altro che rancore.

Spalancò la porta degli appartamenti del marito e lo trovò, come sempre, curvo vicino al caminetto con una lettera tra le mani. Eirlys capì immediatamente che non era il classico dispaccio dei generali. La calligrafia non era frettolosa e scarna ma elegante, curata, quasi materna. Una donna aveva scritto a Tristan.

<< Fatemi leggere.>> ordinò, allungando una mano.

Tristan accartocciò il foglio nel pugno e lanciò alla moglie uno sguardo duro.

<< Lo leggo ...>> sussurrò. << Il disprezzo che provate per me.>> continuò, lanciando la lettera nel fuoco. << Guardavate così anche Ivar all'inizio. Poi, quando quel moccioso è nato, tutto è cambiato.>>

Eirlys rimase stupita. Tristan non si era mai comportato così. In tutti quei mesi era stato quieto, silenzioso e non si era mai ribellato.

<< Quella volta che vi ho baciato, subito dopo la vostra purificazione, ho pensato veramente che foste innamorato di lui. Sembravate uniti, felici. Ho pensato addirittura per un attimo che avreste avuto un altro figlio.>> si alzò dalla sedia. Era triste e ancora più curvo di prima. << Ma io vi volevo. Vi ho sempre voluta. Volevo tutto ciò che aveva Ivar e molto di più.>> ghignò, sembrava quasi che stesse ridendo di sé stesso. << E guarda dove mi avete portato!>> esclamò ancora, adesso arrabbiato. <<Re di Lyonesse! Un re assassino, odiato, sbeffeggiato, sterile ...>> si portò una mano agli occhi. << Lo zimbello del suo casato.>>

<< Di chi era la lettera?>> mormorò Eirlys con timore.

Tristan indicò il fuoco che scoppiettava.

<< Mia sorella.>> ammise semplicemente. << Ingrid. Mi chiede di rinsavire. Mi chiede di desistere, mi dice che mi perdonerà. Sono stato plagiato da una strega, da una terribile meretrice che nostro padre avrebbe dovuto smembrare appena nata assieme a quel demone di Caitlin. Dice che il mio è un morbo ma, con l'aiuto del Signore, potrò guarire.>>

Eirlys aveva temuto in quei mesi che quel momento sarebbe arrivato. Forse però era giunto fin troppo presto.

<< Lei ha ragione. Io sono malato. Voi siete circondata invece.>> e rise, come un folle. << Gli scozzesi sono arrivati a nord, avanzano, vogliono la vostra testa e anche quella di quel moccioso di Eoghan. Vogliono vendicare la povera Catrina. Sarete sconfitta.>>

Eirlys non si tirò indietro.

<< Cosa vuole Ingrid? Mi vuole viva per la sua vendetta personale?>>

<< Si. E io vi consegnerò a lei. Il vostro potere su di me è finito.>>

Tristan si lanciò verso Eirlys. La ragazza non fu abbastanza repentina nel reagire e sentì la schiena sbattere con forza contro la parete della camera. Tristan le afferrò il collo tra le mani e cominciò a stringere.

<< Magari invece vi uccido. Per la mia vendetta personale.>> esclamò, gli occhi carichi di odio.

Eirlys riuscì a colpirlo con una ginocchiata all'inguine. Il marito urlò dal dolore e lei si liberò dalla sua stretta. Corse verso il caminetto e agguantò l'arnese di ferro che utilizzavano per rinvigorire il fuoco. Provò a girarsi ma Tristan fu immediatamente su di lei. Eirlys cadde a terra, il marito le gravava con tutto il suo peso addosso, e lo sentì afferrarla per i capelli.

<< Sarò io ad ucciderti e a porre fine a tutto questo.>>

Le alzò la testa e le circondò il collo con il braccio. Eirlys riuscì a svicolarsi e lo colpì al volto con forza con la sbarra di ferro. Tristan imprecò per il dolore, alzandosi in piedi con uno slancio, e le calpestò il polso fin quando lei non mollò la presa tra le grida di dolore.

<< Sai cosa? Non voglio ucciderti. Quello lo farà Ingrid.>> ghignò afferrandola per i capelli e avvicinandola pericolosamente alle braci ardenti del caminetto. << Voglio cancellare questa tua bellezza demoniaca. Voglio che il tuo viso rispecchi quello che sei in realtà: un mostro.>>

Fu un attimo. Sospinse il lato destro della sua faccia nel fuoco ed Eirlys si sentì sul punto di morire.



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