Capitolo 15: La rivincita del cadetto

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Eirlys sorrise, civettuola, mentre i colori e le luci del grande salone del palazzo reale vorticavano rapidamente intorno alla sua figura, accecandola e disorientandola. Aveva imparato ormai a non farci più troppo caso, si lasciava trasportare dalla musica, dalle braccia degli altri ballerini e i passi venivano da soli, senza che lei dovesse pensarci più di tanto.

All'esterno Eirlys cominciava ad apparire come una giovane nel pieno della sua bellezza e della maturità. L'aspetto scheletrico e trascurato di cinque mesi prima aveva lasciato il posto ad una figura prosperosa, soda e slanciata. Vestiva sempre con colori accesi, dall'azzurro cielo al rosso sangue, portava i gioielli che suo marito Ivar e il re si erano premurati di regalarle e aveva abbandonato, almeno in minima parte, il suo sguardo triste ed affranto. Non sembrava più una bambina indifesa ed innocente ma a tutti gli effetti era una donna favolosa, attraente ed elegante.

Rise, Eirlys, mentre il principe Tristan le trotterellava al fianco, guardandola con affetto e ammirazione. Era chiaro a tutti che il giovane principe, così come una buona metà dei giovani nobili della corte, erano profondamente infatuati di lei. Ammiravano quei grandi occhi grigi, screziati dalle pagliuzze azzurre, e i suoi lunghi capelli rossi che le davano un tocco proibito, quasi irraggiungibile.

I più anziani non potevano far altro che amarla e nel contempo temerla. In particolar modo re Meliodas quando la osservava parlare, danzare, camminare non poteva non comparare la figura della nipote a quella della sua terribile cognata, Caitlin di Cornovaglia, ed ogni volta un brivido gli percorreva la schiena richiamando alla memoria ricordi che avrebbe voluto seppellire nei meandri più inaccessibili della sua mente.

Eirlys, affaticata dalle danze, e con gli occhi di tutti puntati sulla sua invidiabile figura, lanciò uno sguardo al tavolo delle guardie reali ed individuò con facilità suo marito Ivar, intento a sorseggiare la sua birra, e il suo attendente: Gareth Greenwood.

Storse la bocca, immaginando il suo nome, e quasi dimenticò di essere intenta in un ballo sfrenato. Da quando aveva scoperto che era Gareth lo sconosciuto ad aver raccolto il brandello del suo vestito dal giardino reale, non aveva fatto altro che pensare a come si sarebbe dovuta comportare nei suoi confronti. Ignorare la cosa non aveva alcun senso: Gareth avrebbe senz'altro distrutto il suo piano rivelando troppo prematuramente la relazione del principe con Rut Mcclean. Le altre due possibilità erano ucciderlo ed eliminare il problema alla radice o affrontarlo.

I menestrelli intonarono le ultime note della ballata, Eirlys fece una profonda riverenza al principe Tristan ed infine la faticosa danza si concluse con una serie di allegre risate e qualche applauso.

<< Bravissima come sempre, cugina!>> esclamò Tristan, ad alta voce, mentre gli occhi dell'intera corte erano puntati sul suo volto congestionato.

Eirlys finse un allegro sorriso, la mente completamente persa in altri pensieri, e si diresse mestamente verso il tavolo delle damigelle di Catrina. La principessa, come sempre, non era presente al ricevimento ed Eirlys era la seconda donna di rango più elevato dopo la regina Blaine. Si accomodò quindi a capotavola, sorseggiò un po' di vino speziato, e tornò ad osservare i movimenti del suo avversario.

<< Come vi sentite contessa?>> domandò qualcuno ed Eirlys fu costretta a concentrarsi di nuovo sulla realtà, lasciando a dopo le sue fantasticherie.

Glenys, una delle tante dame di compagnia di Catrina, la osservava visibilmente preoccupata.

<< Cosa intendete?>> domandò, sorpresa dalla domanda.

<< Sono giorni che siete prostrata da nausee e febbri ... non dovreste danzare in modo così sfrenato nelle vostre condizioni.>>

Eirlys, visibilmente stupita, poggiò sul tavolo il boccale vuoto.

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