52. Pomeriggio tra bambini

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«È qualcosa di fenomenale! Fa cose che un bambino normale di quattro anni non farebbe! Insomma, va bene che non lo conosco bene, ma già vedo alcuni comportarmi miei nei suoi»


Guardo Harry, mentre rimaniamo tutti seduti nel salotto di casa sua, che fa avanti e indietro davanti al divano parlando di Edward. Il loro primo incontro, quattro giorni fa, ha smosso qualcosa in questo ragazzo che raramente avevo visto: è molto felice, sempre con un sorriso sulle labbra e gli occhi pieni di gioia e, di questo, non posso essere che contenta. Mi ha raccontato di come hanno subito instaurato un bel rapporto parlando molto dei disegni che a Ed piace fare, mi ha detto poi che ha scoperto il guasto preferito del gelato e del frappe del bambino. Mi ha infine detto che Kate è rimasta in disparte tutto il tempo, dando al ragazzo il tempo di conoscerlo un minimo. C'è ancora qualcosa che deve essere sistemato, anche perché Harry mi ha detto più volte di poter passare del tempo con questo bambino senza Kate di mezzo e, ovviamente, il tutto deve essere sistemato legalmente perché Harry vuole anche la custodia congiunta del bambino, così come è giusto.


«Quindi siete stati bene?» domando dolcemente, mentre mangio il gelato al pistacchio che Harry ha appositamente comprato per me.

«Sì, è un bravo bambino» sorride Harry sedendosi accanto a me. «Dovresti conoscerlo»

«Sì, magari più avanti» sorrido dolcemente. «Insomma prima dovresti avere il tempo di conoscerlo tu, tesoro» dico poggiando una mano sulla sua gamba.

«Sì, forse» dice mentre sembra pensare a qualcosa. «Sono passate due settimane e sembra di conoscerlo da sempre» sorride guardandomi.

«E Kate?» chiedo guardando la vaschetta, anche se sento il suo sguardo addosso.

«Kate, cosa?» mi guarda.

«Insomma, cosa ne pensa della custodia che vuoi e del fatto che il bambino passerà del tempo da solo con te?» domando guardandolo, poi poso il gelato sul tavolinetto. «La conosco poco e non posso parlarne benissimo, ma hai pensato al fatto che a lei non vada bene?»

Harry rimane qualche secondo in silenzio, immerso nei suoi pensieri, poi posa il suo sguardo su di me. «Perché non dovrebbe volere? Insomma, perché farmi conoscere Ed se poi non posso far parte della sua vita?»

«Non sto dicendo questo» dico sorridendo amorevole e accarezzando il suo collo. «Ma magari dovreste parlarne, che ne pensi?»

«Sì forse» mormora posando lo sguardo sull'orologio. «Oh cazzo, è tardi! Dovevamo incontrare i ragazzi mezz non ha tempo di finire di parlare che suonano alla porta, facendolo ridere. «Già, mezz'ora fa»

«Saranno loro» sorrido alzandomi. «Vado io»

Percorro la distanza dal salotto principale fermandomi davanti il grande specchio e sistemando il mio maglioncino e i capelli, poi apro la porta sorridendo a quelli che dovevano essere i ragazzi ma che non sono, facendo scomparire il mio sorriso.


«Kate» mormoro sorridendo subito dopo quando noto il piccolo bambino accanto alle sue gambe. «Tu devi essere Edward»

«Ciao, c'è Harry?» domanda la ragazza riportando la mia attenzione su di sé. «Ho bisogno di un favore»

Mi giro per chiamare il ragazzo, ma subito spunta da sotto l'arco sorridendo appena vede il piccolo. Ovviamente, la stessa reazione parte al bambino che corre verso Harry abbracciando le sue lunghe gambe.

Poetry. » Harry Styles.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora