45. Foto & Risate

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«Dio ti prego Harry, mettimi giù! Che figura» mormoro ormai esasperata, mentre quel bastardo non fa altro che ridere.

Quando stamattina siamo usciti per girare la città, ho notato una coppia di ragazzi fermi in un negozietto di souvenir; il ragazzo accarezzava il braccio alla ragazza mentre le dava un piccolo portachiavi con qualcosa scritto sopra che aveva fatto ridere e arrossire la ragazza. Guardandoli, mi ero lamentata -prendendo in giro il mio ragazzo- di come lui non fosse mai dolce con me, di come non facesse mai gesti romantici... se solo avessi potuto, avrei ritirato quelle prese in giro senza perdita di tempo.

«Harry!» mi lamento. «Mettimi giù dannazione

«E perchéride forte, facendomi venire voglia di sotterrarmi quando le persone si girano verso di noi. «Non è una fortuna che hanno tutti essere portati come un sacco di patate per Plaza Mayor»

«Non è neanche una cosa dolce e mi sta arrivando il sangue al cervellodico dandogli degli schiaffi sul sedere. «Se muoio dovrai vedertela con i gemelli e Niall! Li hai sentiti stamattina dai»

Harry ride mettendomi poi a terra e, una volta sistemati i miei pantaloncini e il mio top, metto di nuovo il cappello di paglia beige con il fiocco di raso dietro, facendolo ridere ancora di più quando lo maledico dandogli uno schiaffo sullo stomaco e allontandomi da lì. Caccio la macchina fotografica di Harry dalla custodia, lanciando poi quest'ultima ad Harry, che mi guarda male. A volte, mentre la utilizzo, posso sentirlo lamentare: "Louise, se rompi questa macchina, giuro che rompo te"; poi, è così per la macchina fotografica, per la macchina, per la macchina del caffè nella sua cucina. Per tutto praticamente.

Porto la macchina davanti al viso, cerco l'angolazione perfetta e metto a fuoco; ma, quando premo il tasto dello scatto, Harry spunta davanti l'obiettivo ridendo come un coglione e rovinando la fotografia della piazza e facendo ridere qualche altro turista che ci guarda. Abbasso lo sguardo sulla fotografia, notando come Harry sia venuto nel momento in cui saltava: lo stomaco in vista insieme alle due foglie e alla farfalla tatuate sul busto, la camicia con qualche bottone fuori dalle asole, le maniche arrotolate sui bracci e le dita che prendono le forme di due corna, la linguaccia sempre presente insieme alle fossette, un sorriso enorme e gli occhi chiusi.

«Allora? Sono venuto bene?» dice ridendo e poggia un braccio sulle mie spalle stringendomi.

«Questo album, quando saremo in America, verrà chiamato "Harry" e non "Viaggio Spagna".» dico sbuffando e facendolo ridere, mentre ci incamminiamo verso il ristorante dove abbiamo pranzato nei due giorni passati.

«Oh andiamo, cosa di meglio vorresti esattamentedomanda mordendo il lobo in vista del mio orecchio per via dei capelli legati.

«Fare delle cazzo di fotografie per ricordo dove tu non le rovini» dico pizzicandogli il fianco e poi abbracciarlo, continuando a sorridere.

«Una bellezza come la mia un tocco in più, non rovina la foto» borbotta facendomi ridere, mentre ci accomodiamo in uno dei tavoli sul corso pieno di gente.

Poetry. » Harry Styles.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora