34. Un cammino lungo

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Quando Harry mi riaccompagna a casa, sospiro fermandomi davanti la porta. Le luci sono spente tranne per quella piccola che proviene dalla tv, segno che qualcuno sarà ancora sveglio.
Harry è più rilassato adesso, così come lo sono io. Quando quelle parole sono uscite dalla sua bocca tante emozioni mi hanno attraversata: gioia, felicità, voglia di baciarlo e infine tristezza, per quello che era successo. So che la colpa non è stata sua e mi sono sentita in colpa per avergliela data nei giorni passati. Se qualcun'altro fosse stato al mio posto, avrebbe reagito in modo diverso?

Il suo "ti amo" flebile e con voce spezzata mi risuona ancora tra le pareti del cervello portandosi via gli ultimi neuroni rimasti, mentre penso al fatto che io non abbia avuto la forza per ricambiare i suoi sentimenti, a parole. Nel profondo, so di essere innamorata di questo ragazzo con il viso distrutto, poiché le emozioni che ho provato con lui non le avevo mai provate prima, e penso che anche lui abbia capito quello che sento quando mi sono gettata letteralmente tra le sue braccia. Nonostante ciò, sono preoccupata che queste emozioni mi possano portare nell'abisso più profondo del mio essere.

Il respiro pesante di Harry mi riporta alla realtà, quando noto che mi osserva. Sorrido leggermente, mentre alcuni rumori da dentro la casa fanno da sottofondo. Ridacchio al pensiero che i miei amici siano fermi dietro la porta con le orecchie poggiate su quest'ultima solo per capire cosa ci stiamo dicendo. Il bello è che non ci stiamo dicendo proprio nulla, almeno non a parole.
Harry ridacchia, probabilmente capendo a cosa penso. Rimango sempre meravigliata notando come siamo legati anche per le più piccole cose.

«Mi dispiace» sussurra, mentre osserva il pavimento e rimane con le mani nelle tasche dei jeans.

«Avrei voluto più tempo per poter parlare e soprattutto farlo a mente lucida» mormoro guardandolo. «Le cose sembrano essere tornate a posto, ma non è così. Il mio cuore ancora prova dolore e non sarà facile rimediare» ammetto.

Harry mi osserva, annuendo. «Lo so, farò di tutto per riavere te e la tua fiducia indietro»

Sorrido mentre lo abbraccio. Rimane qualche secondo fermo, poi le sue braccia avvolgono il mio corpo. Rimaniamo così per qualche secondo, minuto forse, poi mi allontano per osservarlo ancora. Non penso di potermi mai stancare di tanta bellezza.

«Cosa è successo al tuo viso?» gli chiedo, con il cuore che batte veloce.

«Quello che mi meritavo» sorride tristemente, spostando il suo sguardo da me alla porta, che si apre.

Niall e Alex sono fermi lì davanti, con dietro Sophie e Jack. Rimaniamo tutti in silenzio per qualche minuto, quando poi Alex sospira. Guarda Harry, quest'ultimo annuisce e poi si gira verso di me.
Da le spalle agli altri, mentre mi osserva.

«Posso portarti a cena fuori, uno di questi giorni?» mormora dolcemente. «Mi piacerebbe davvero tanto»

«Anche a me» ammetto sorridendo dolcemente. «Ci sentiamo magari, per metterci d'accordo»

Annuisce, poi poi darmi un bacio sulla guancia e mormorare un "buonanotte". Sorrido, dandogli di nuovo il giubbotto, entrando dentro mentre Alex esce fuori. Sophie mi tira dentro mentre io sospiro pronta per essere tempestata di domande, ma quando vedo la porta socchiudersi mi scollo il suo braccio da dosso avvicinandomi per origliare. So che non è corretto, ma loro lo hanno fatto con noi.

«Questa situazione non mi piace, ma mia sorella tiene a te e proverò a stare calmo. La tua lezione l'hai già avuta, non costringermi a darmene un'altra» mormora Alex con voce seria e arrabbiata.

Sento il sospiro di Harry, «Ho avuto la lezione che mi sono meritato, lo so, lo avrei fatto anch'io se si fosse trattato di mia sorella» ammette.

Poetry. » Harry Styles.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora