51. Conoscenza & "Piacere, sono Harry"

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L O U I S E


Molte volte nella mia vita avevo provato diverse emozioni e tutte le volte ero stata capace di chiuderle in una piccola scatola e concentrarmi su altro ma questa volta non ci ero riuscita: oggi pomeriggio Harry avrebbe conosciuto finalmente il piccolo Edward. Mi aveva chiesto di andare con lui, di rimanergli accanto e inizialmente gli avevo detto di sì. Ma, pensandoci, era una faccenda che doveva sbrigare da solo.

Guardo Harry sorridendo, mentre lui si avvicina e si siede sulla sedia del bar in cui abbiamo deciso di incontrarci per fare colazione. Subito mi abbraccia forte, mentre io ricambio il gesto e gli accarezzo i capelli.

«Va tutto bene amore» mormorai baciando la sua guancia. «Come ti senti?»

Harry sospira, guarda il suo orologio sul polso e poi me. «Mancano tre ore e dovrò incontrarlo dopo pranzo, non so che fare»

«Io sì» sorrido per poi scoppiare a ridere quando Harry mi guarda.

«Fanculo la colazione» dice afferrando il mio polso e trascinandomi lontano dal locale.


*


«Oh mio Dio»


Gemo mentre Harry schiaccia il mio corpo contro la parete dell'ascensore, che produce un piccolo "din" quando arriviamo sul piano del suo appartamento. Subito mi spinge fuori dall'ascensore facendomi ridere, mentre cerca di aprire la porta e baciarmi allo stesso tempo. Una volta riuscito nel suo intento, mi afferra da sotto le cosce per sollevarmi contro il suo corpo. Una volta dentro, chiude la porta con uno scatto quasi violento.

«Oh! State per scopare sul tappeto dell'entrata!»

Harry si stacca dal mio corpo subito per voltare la testa verso il salotto, dove i ragazzi sono seduti alcuni sul divano altri a terra. Arrossisco abbassando lo sguardo quando Jack e Alex mi guardano, mentre Sophie e Lexie ridacchiano da vere stronze.

«Cosa ci fate qui?» domanda Harry passando le dita tra i capelli per toglierli davanti agli occhi. «Dovevate essere tutti a lavoro»

«Abbiamo preso la mattina libera per poter stare con te prima del grande incontro» dice Zayn, spegnendo la tv.

«Ma forse era meglio prendere il pomeriggio libero, lui ha già compagnia per la mattina» mormora Jack facendo ridere tutti, anche Harry.

Do una piccola pacca sul sedere ad Harry, che mi guarda, e gli sorrido annuendo. Si abbassa per baciare la mia guancia e poi si allontana per sedersi nel mezzo del divano tra Jack e Liam, che gli dà una pacca sulla spalla. Passo tra le gambe di Niall e Louis, seduti a terra, e mi siedo accanto a quest'ultimo dove vi sono anche Sophie e Lexie.

Due giorni fa Harry ha deciso di incontrare il piccolo Edward dopo aver parlato con la sua famiglia. Mi ha raccontato più o meno di cosa avevano parlato, comunicando alla fine la decisione presa. Gli ho promesso senza esitazioni di rimanere accanto a lui sempre e, guardandolo adesso mentre sorride ai ragazzi che lo prendono in giro, non posso pensare che non esiste decisione migliore.



*


«Sta tranquillo, va bene?» dico guardando Harry, per la prima volta sul posto del passeggero. «È un bambino di quattro anni, non sarà chissà che cosa ok? Parla in modo che ti possa capire, non dire parolacce per favore» dico ridacchiando.

«Vorresti dire che dico parolacce?» domanda guardandomi.

«Harry, imprechi praticamente ventiquattro ore su ventiquattro» dico ridendo, guadagnando un pizzico da parte sua sulla coscia scoperta dal vestito e un meraviglioso sorriso. «Vai, non preoccuparti»

Harry mi guarda, poi guarda fuori per osservare il cancello che apre la strada all'interno del parco, sospira e scende dall'auto. Scendo anch'io rimanendo vicino lo sportello mentre lui si avvicina. Stringe subito le braccia intorno al mio collo e, nonostante la temperatura tocchi quasi i quaranta gradi, stringo anch'io le braccia intorno al suo busto.

«Ti amo, Harry» mormoro piano vicino al sui orecchio. «Qualsiasi cosa succeda, io ti amo e sono orgogliosa del ragazzo che sei»

«Ti amo anch'io» dice con un sorriso sulle labbra quando si allontana. «Non immagini nemmeno quanto» continua baciando subito le mie labbra mentre afferra dolcemente il mio viso tra le sue mani grandi.

«Buona fortuna» dico sorridendo e annuendo.

Harry sospira e annuisce, cacciando le mani all'interno del bermuda a jeans e si allontana da me. Osservo il dietro del suo corpo: le spalle larghe, la schiena tonica che si nota da sotto la camicia, le gambe lunghe e abbronzate e le solite Converse rovinate ai piedi. Sorrido quando si gira verso di me, per poi continuare il suo percorso e sparire all'interno del parco. Quando salgo in macchina, un piccolo segno della croce è tutto quello che faccio mentre prego che tutto vada per il bene.



H A R R Y



Mentre cammino avanti e indietro davanti il chiosco dei gelati all'interno del parco, che è il punto d'incontro con Kate, riesco a sentire la mia ansia che scivola sulla schiena molto lentamente. Non so come comportarmi con Kate e, soprattutto, non so come comportarmi con questo bambino. Mentre cammino ancora, il mio telefono vibra più volte e sorrido quando noto che sono tutti messaggi da parte dei ragazzi che mi augurano buona fortuna e, se devo essere sincero, sono contento perché è come se fossero realmente qui con me.
Quando sto per rispondere, qualcuno mi chiama facendomi voltare velocemente e posare di nuovo il telefono.


«Harry!» Kate sorride avvicinandosi con il piccolo che tiene la sua mano. «Che bello vederti» dice dando un bacio sulla mia guancia.

Kate sorride ancora e poggia una mano sulla spalla del piccolo, che sorride e si avvicina. «Ciao, sono Edward»

Rimango per qualche secondo fermo, poi mi piego sulle mie ginocchia e afferro la sua manina, sorridendo. «Piacere, io sono Harry»

«Sei il mio papà?» domanda subito. Rimango in silenzio, mentre lo osservo: i suoi occhioni verdi, come quelli miei, guardano dritto a me mettendomi in imbarazzo. Abbasso lo sguardo, mentre sento Kate avvicinarsi a noi.

«Lui è il tuo papà, Ed» mormora piano. «Lo stai conoscendo adesso perché quando mamma aspettava te, eravamo molto più piccoli e abbiamo fatto degli errori» parla piano, attirando la mia attenzione su di sé. «Ma adesso è qui, pronto a conoscerti» sorride dolcemente al bambino, accarezzando i suoi capelli biondi.

«Andiamo a prendere il frappè allora?» domanda guardandomi negli occhi e sorridendo. Sorrido d'istinto anch'io, tornando alla mia altezza normale e annuendo.


Ci allontaniamo dal chiosco dei gelati per arrivare a quello dei frappè, mentre tremo leggermente quando Edward lascia la mano a Kate e afferra la mia con forza, ridacchiando dolcemente quando lo guardo.


Magari, stavolta, avevano tutti ragione: non è così male come bambino. Servirà solo del tempo.

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