Il peso del silenzio

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"Mi scusi" Jimin si rivolse al barista dietro il bancone "Qui... qui c'era un ragazzo, lo ha per caso visto uscire?"

"In realtà no, credo sia uscito mentre ero nel ripostiglio... però fino a cinque minuti fa era qui, ho portato i vostri churros al tavolo da poco"

Jimin sentì il cuore iniziare a battergli più forte nel petto e combatté la sua ansia solo sforzandosi di pensare che di sicuro c'era una spiegazione logica dietro questa sparizione. In realtà, era proprio la spiegazione più logica che gli dava terrore: Yoongi si era stufato di stare con lui e aveva deciso di abbandonarlo lì mentre era assente per cavarsi dall'impaccio di dovergli dare spiegazioni poco piacevoli. Jimin afferrò i due pacchetti di churros e si slanciò fuori dal bar, ma non vide Yoongi da nessuna parte. Tornò indietro verso l'ingresso del parco, ancora più agitato di prima e cercando di combattere le lacrime.

"Oi! Jiminah!"

Yoongi!

Jimin si girò di scatto in direzione della voce, con il respiro un po' affannato e le guance arrossate per l'agitazione. Yoongi era a pochi metri da lui e si stava avvicinando a passo tranquillo, come se non fosse successo nulla.

"Sono rientrato nel bar, ma non c'eravate più né tu né i churros" il suo sguardo interrogativo confuse Jimin. Cosa stava succedendo? era stato lui il primo ad andarsene, perché si meravigliava che fosse uscito a cercarlo?

"Dove eri finito?" chiese con voce flebile, quasi come se si vergognasse di essere così indiscreto.

"Uh? Io? Ah, da nessuna parte in particolare, nel retro dell'edificio credo, ho dovuto rispondere ad una chiamata. Me ne dai uno?"

Jimin rimase interdetto per un attimo. Guardò i due pacchetti tra le sue mani e si chiese per quale motivo in un momento del genere avesse fatto una cosa così stupida come portarseli dietro. Li porse a Yoongi e lo vide mettersene uno in bocca con sguardo pensieroso mentre la sensazione che sembrasse più distante di prima iniziò ad impossessarsi di lui. Si chiese se non fosse solo la sua suggestione, ma anche durante il resto del tempo che passarono insieme non riuscì a fare a meno di avvertirlo diverso, più rigido, come se avesse la testa da un'altra parte. Ciononostante non volle arrendersi e prima di salutarsi si fece coraggio e lo invitò ad uscire di nuovo insieme.

"Quella libreria trasformata in caffè di cui ti parlavo... ti va di farci un salto? Non so, mercoledì sera?"

Il si di Yoongi arrivò dopo un attimo di riflessione, ma arrivò, e Jimin ebbe modo finalmente di riprendere fiato. Lo avrebbe rivisto.

***

"Come ti è parso quel Yoongi-ssi?"

Taehyung ripose mentre riponeva una piccola pila di libri dentro uno scatolone:

"Mah, non mi è sembrato male. Carino è carino" Si sollevò e si stiracchiò la schiena. Avevano passato l'ultima mezz'ora a sbaraccare e stava iniziando ad essere davvero molto stanco dopo tutta la giornata trascorsa in piedi.

"Si, beh forse un po' piccolino"

"Hyung, deve stare con Chim, potresti mai vedere con lui qualcuno come, che so, Namjoon-hyung?"

Hoseok ridacchiò:

"È vero, sono della taglia giusta. Ora che mi ci fai pensare forse il povero Joonie è sempre così solo perché fa fatica a trovare qualcuno alto come lui"

Taehyung non poté fare a meno di scoppiare in una risata:

"Ma che idee ti vengono?!"

"Ma pensaci Taehyungie! È alto e robusto, non potrebbe davvero mai stare con qualcuno come Yoongi o Minnie!"

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