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Myrcella, facendo svolazzare i suoi bellissimi boccoli dorati, si avvicina alla nave diretta a Dorne, dove sposerà il principe Trystanne Martell quando avrà raggiunto l'età adulta, come da ordini dettati da mio padre. 

E' così forte, proprio come me, ha salutato entrambi i suoi fratelli più piccoli Joffrey e Tommen senza versare neanche una lacrima. 

La mia unica figlia se ne sta andando sotto i miei occhi ed io riesco a non piangere perché sono consapevole del fatto che se le persone mi vedessero vulnerabile con un punto debole, allora si prenderebbero subito gioco di me ed io non lo permetterei. 
Affianco a me si trova Jaime. I suoi capelli continuano ad essere corti quanto i miei, nonostante siano passati alcuni anni, ho trovato questa capigliatura come una sorta di armatura, visto che prima con i miei boccoli dorati che mi scendevano fino ai fianchi, tutti mi scambiavano come una donna fragile ed impotente. 

La barca sta per partire ed io sorseggio il vino contenuto nella coppa che ho tra le mani. Myrcella si trova ormai sotto la stiva, protetta dagli alfieri Lannister che io stessa ho incaricato per accompagnarla fino a Dorne. 
Jaime mi osserva e so che il suo unico desiderio è stringermi le spalle con le sue braccia possenti, ma nostro padre ci sta guardando e dobbiamo essere cauti. 

Tommen continua a piangere come un bambino, data la sua tenera età è comprensibile, ma neanche Joffrey ha versato una lacrima, giustificato dal fatto che è lui l'erede. 

Rahegar, invece, ha detto di essere impegnato, evidentemente troppo impegnato per vedere "sua figlia" partire. D'altro canto, sono felice che solo noi Lannister di Castel Granito ci troviamo sulla spiaggia. 

Abbiamo aspettato fino a quando la poppa della nave non è diventata un puntino distinguibile con altri migliaia. 
Ritorno amareggiata nelle mie stanze, per indossare un vestito di un colore scuro, dato che il mio modo di vestire rappresenta il mio umore.

Anche se mi trovo al banchetto, non riesco a mandare giù niente. La sola vista dl cibo mi fa venire la nausea e non riesco neanche ad assaggiare alcune delle portate. 

"Cersei, è successo qualcosa? Perché non mangi?" mi chiede Rahegar che siede proprio di fianco a me. 

"Una nave ha portato nostra figlia fino a Dorne e non la vedremo più per tanto tempo, pensi non sia nulla, idiota?" e a quelle parole, proprio lì, davanti a tutti, il re, mio marito, con molta forza, nonostante penso non l'abbia usata tutta e usando il dorso della mano, mi da uno schiaffo violento sulla guancia. 

Non sono molto stupita dal gesto dato che continua a ripeterlo spesso, ma mi fa male sentirmi umiliata davanti a tutti. 
Noto che Jaime continua a fissare Rahegar con uno sguardo fulminante, tenendo l'elsa della spada stretta tra le dita della sua mano destra. 
Io gli faccio cenno di no, non adesso. 

"Non chiamare il re a quel modo, mai più, mi hai sentita?" mi sussurra poi all'orecchio, facendo arrivare il suo fiato pieno d'alcool alle mie narici. 
Non ho neanche la forza di rispondere. Mi rimetto seduta affianco a lui e cerco di tenere il mento sempre alto, come una vera leonessa, ma è difficile per me non scoppiare in un pianto disperato dopo essere stata umiliata in quel modo grottesco sotto gli occhi di alfieri e soldati che condividono il tavolo con noi. 

"Ogni uomo che dice 'Io sono il re' non è un vero re" le parole di mio padre mi balenano nella testa e quasi riesco a vedere il ghigno divertito di Aerys quando il suo primo cavaliere gli riferiva tali parole. Anche il figlio sta impazzendo, è tutto vero, sono dello stesso sangue e destinati a diventare folli.

Il banchetto è finito e mio marito si offre di accompagnarmi nelle nostre stanze affinché possa soddisfarlo. 

"Sembra che hai pomiciato con un maiale per quanto le tue labbra sono gonfie e rossicce" mi dice rudemente togliendosi tutti i vestiti che porta addosso, tenendo però il cinturone con la spada lunga sui fianchi. 
La sua virilità si è già impadronita del suo corpo e la cosa mi disgusta, soprattutto sapendo che fuori la mia porta si trova mio fratello. 

"Dai, spogliati, non è a questo che servono le donne?" continua a dirmi, tenendo lo sguardo fisso su di me. 
"Come fa una persona a diventare folle così, da un giorno all'altro?" eppure quando eravamo bambini o durante i nostri primi tempi del matrimonio lui mi trattava con gentilezza e buone maniere. "Sarà una punizione da parte degli Dei per aver scelto Jaime?"

Quando mi trovo finalmente nuda davanti a lui, quest'ultimo mi prende per la schiena e mi bacia con forza le labbra, per poi leccarsele. 

"Mh no, decisamente ci serve altro vino" dice, scolandosi un'intera coppa, la stessa che avevo avvelenato poco prima. 
Indosso qualcosa di più comodo sopra, prima di dare l'allarme. 

Vedo Rahegar, i suoi bellissimi capelli argentati tutti arruffati sulla sua testa, le iridi violacee spente, che iniziano in una serie di sinfonia di convulsioni. 

"Lurida puttana, cosa hai fatto?" mi chiede con tono soffocato tenendosi le mani sulla gola. 
A questo punto, Jaime entra dalla porta con la spada in pugno e appena il re lo vede entrare, prende con una mano la sua di spada lunga e la fa volteggiare davanti al Leone di Castel Granito così rapidamente e con tanta ira, che riesce a tagliargli una mano: la mano della spada. 
La spada lunga di Jaime cade sul pavimento facendo scoppiettare un rimbombo assordante per tutta la stanza, riuscendo a tagliare però, la testa del re. 

Mi butto su di lui, cercando con tutte le lenzuola che ho attorno a me di tamponargli il polso, mentre la sua mano continua ad essere dispersa per la stanza. 

La sposa sbagliata. #Wattys2019Where stories live. Discover now