Capitolo 21

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Iris aveva cercato di evitare Thor per tutta la sera. Non avrebbe potuto riconoscerla, ma la precauzione era una virtù che aveva imparato sulla Terra, così come la capacità di nascondere le sue origini, che prepotenti le si insediavano nel sangue, sotto i vestiti, nelle cellule, nei modi di fare. Non si può diventare radicalmente altro da ciò che si è stati, non si può annullare il passato, non si può annullare una vita intera, anche se costellata di sbagli capiti troppo tardi.

[...]

Gli ospiti stavano iniziando velocemente a scemare, così Tony, dopo aver obbligato Iris a fargli compagnia, iniziò il suo fantomatico giro dei saluti, che molto probabilmente durò più del viaggio di ritorno di Ulisse.

Iris era davvero stanca ed aveva la gola secca quando anche l'ultimo gruppo di invitati si decise ad abbandonare il luogo del ricevimento.

Prese un bicchiere di champagne e si sedette sul divanetto semicircolare su cui c'erano anche Steve, Nat, Clint e Banner. Su delle poltroncine bianche erano invece disposti Bucky, Tony e Thor.

«Allora, come ti è sembrata questa festa?» chiese l'organizzatore alla corvina.

«Non male, ma non montarti la testa!» lo canzonò la diretta interessata.

«Mi accontenterò, per ora...»

«Dovremmo fare un brindisi ad Iris, prima non ha voluto.» spiegò Nat.

«Te l'ho detto perché, molti mi conoscevano. Era già abbastanza strano che fossi qui, per loro.»

«Ho saputo della missione contro di te, giovane Iris. Non dovresti curarti di cosa pensano di te, ma di ciò che fai realmente.»

«Già, lo so, ma è meglio non esagerare per ora.» la corvina si sentiva terribilmente a disagio a parlare con lui, forse anche in colpa per non avergli detto la verità, ma Odino l'avrebbe fatta rinchiudere seduta stante se avesse scoperto qualcosa.

«Posso farti qualche domanda sui tuoi poteri? Mi hanno detto che sono stupefacenti.»

«Dovevi vederla, stava per farci il culo a fettine!» incrementò la dose Tony, a metà tra lo spaventato e il divertito.

«Linguaggio!» lo rimbeccò il capitano, incrociando le braccia al petto.

«Non ne so molto, in realtà.» cercò di sviare il discorso la corvina.

«Oh, io ne so tantissimo, invece!» si sentì dal fondo della sala, vicino al piano bar.

Lunghi capelli neri, figura esile ma allo stesso tempo impossibile da non notare e profondi occhi azzurri.

«Loki?» chiesero contemporaneamente Iris e Thor, confusi, alzandosi in piedi.

«Lo conosci?» chiese poi biondo, girandosi verso la corvina.

«L'ho visto in tv.» spiegò lei «Ha cercato di distruggere il Regno.»

«Il Regno?» le chiese Banner.

«Ad Asgard lo chiamiamo così, vero Iris?» la canzonò Loki.

«Come conosci il suo nome?» gli chiese il fratello.

Iris si parò più avanti degli altri: se Loki avesse continuato a parlare per lei sarebbe stato davvero un bel problema. Risolvere la situazione sembrava già adesso un problema, e non sembrava mostrare segni di miglioramento.

«Credo proprio che dovresti andartene, adesso.» intimò a denti stretti Iris al corvino.

«Così mi accogli, sorella?» sorrise lui beffardo, di  rimando.

Era collassato tutto, la tensione era diventata palpabile ed il silenzio era caduto su tutti loro.

«Iris... che sta dicendo?» le chiese Nat.

«Oh, vedo che Iris non vi ha raccontato poi molto di sé. Credo che sia il caso...»

«Sta zitto, un'altra parola e non resteranno nemmeno le ceneri del tuo corpo.» gli intimò Iris.

«Non essere egoista, Iris. Meritano di sapere con chi hanno a che fare, inoltre hai promesso di proteggermi. Non puoi ferirmi.» lei strinse i pugni.

«Sta mentendo, lo fa sempre. Non dobbiamo fidarci di lui, ragazzi.»

«Beh, se io mento chiedete ad Iris chi è suo padre e poi vedrete. Credete davvero che un potere come il suo possa appartenere a questo Regno?»

«Chi sei, Iris?» le chiese Bucky, a voce bassa, quasi come se avesse paura della risposta, facendosi più avanti rispetto agli altri.

Lei strinse i pugni ancor di più, mentire adesso non sarebbe servito a niente, la loro fiducia era già crollata, glielo si leggeva in faccia. Si voltò verso Bucky, chiedendogli scusa con gli occhi, poi verso Thor.

«Sono Iris, figlia primogenita di Odino. Dea dell'energia oscura ed ex protettrice del Bifrost.»

«Non è possibile, io non so niente di te.»

«Io mi ricordo di te, eri troppo piccolo per ricordarmi. Stavo diventando troppo potente ed anche troppo superba, per punirmi nostro padre ricorse alla damnatio memoriae ed alle segrete.»

«Come hai fatto ad uscire da lì dentro?» continuò il biondo.

«L'ho liberata io, ovviamente. Pensa che nostro padre ancora la cerca, illuso. In cambio mi deve un favore, mi ha dato la sua parola e la manterrà.»

Iris sgranò gli occhi.

«Cosa desideri?» gli chiese Iris, sapendo di non poter ignorare quella promessa.

«Quello che mi è sempre spettato, un trono.»

«Ci vediamo ad Asgard, sai già dove, avrai il tuo trono, ma non combatterò contro nessuno di loro.»

«Ci vediamo lì tra mezz'ora, è stato un piacere rivedervi, addio!» salutò Loki, prima di sparire in una nube verde.

Iris era rimasta immobile, il capo chino ancora rivolto a dove poco prima c'era suo fratello Loki. Non poteva credere che tutto finisse così, non quella sera, non dopo aver chiarito con Bucky ed essere diventata parte di qualcosa.

Trovò il coraggio di voltarsi ed accettare i loro sguardi, che sentiva comunque bruciare inevitabilmente.

«Ragazzi, io...» cominciò.

«Non puoi andartene.» la bloccò Bucky, fissandola negli occhi come se ci fossero solo loro due.

«Gli ho fatto una promessa, Bucky...»

«Se te ne vai adesso, non farti vedere mai più qui. Avevo perfino cambiato idea, su di te. Lo sapevo che non avrei dovuto fidarmi.» chiarì il capitano.

«Non posso fare diversamente, io l'ho promesso.»

«Le promesse sono solo parole, sono evanescenti. Non devi andare se non vuoi.» era Clint.

«Le mie sono sigilli, non ho altra scelta. Nat...»

«Non voglio sentire nemmeno una parola. Credevo di sapere tutto di te, mi sono aperta con te.»

«Non potevo dirtelo, avresti portato un peso troppo grande.»

«Avremmo potuto dirglielo insieme.»

«Odino l'avrebbe obbligato ad uccidermi.»

«Non ti lascerò andare ad Asgard e distruggere tutto dandolo in mano a Loki, non è adatto.»

«Sarebbe stato adatto se l'aveste trattato alla pari. Non combatterò contro di te, sei mio fratello. Bucky...»

«Cosa c'è?» le chiese, per invogliarla a continuare, ma lei non parlò, semplicemente gli si avvicinò e congiunse le loro labbra. Quando già si andata dissolvendosi, uno "scusa" invase prepotentemente l'aria come se fosse un'eco.

It cannot be all there | Bucky BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora