Capitolo 44

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La sala del trono era completamente in argento, tranne le colonne e il pavimento, che erano in marmo bianco. Il trono stesso era in argento, che sicuramente era il colore dominante di quel regno esattamente come per Asgard era l'oro.
Gli Avengers e gli asgardiani si riversarono nella sala, controllando che non ci fosse nessuno nascosto dietro le immense colonne.
Vuota. Completamente vuota.
«È una trappola!» ebbe il tempo di urlare Loki, facendo appena in tempo a coprire Iris prima che una bomba piazzata esattamente dietro il trono scoppiasse catapultandoli a qualche metro di distanza.
Iris mugugnò di dolore, mentre Bucky le offriva una mano per aiutarla a rialzarsi. Era stato un brutto colpo, le fischiavano leggermente le orecchie, si sentiva stordita, ma non si era fatta male. Poteva andare molto peggio. Ci mise qualche istante a ricambiare la stretta del moro, che poi la tirò su e la afferrò per la vita, stringendola a sé.
«Stai bene? Sei ferita?» le chiese.
«Sto bene, mi ha solo colto alla sprovvista. Tu come stai?»
«Sto bene, tranquilla. Stai vicino a me.» le disse, poi si voltò verso Loki, annuendo col capo. Un silenzioso ringraziamento. Loki fece lo stesso.
«State tutti bene?» chiese poi Steve.
«Si, più o meno.» rispose Nat per tutti. Qualche asgardiano che si trovava avanti era rimasto ferito, ma altri li stavano già soccorrendo.
Da dietro le macerie del trono emerse Heid, con la sua armatura argentea completamente integra e diverse armi in vista. Aveva avuto il tempo di prepararsi, e come lui molti altri, che si trovavano dietro di lui.
La vera battaglia.
«Un colpo basso. Tipico degli asgardiani. Ma avete già vinto una volta, non lo farete di nuovo.» disse Heid, sguainando due spade.
«Siamo qui per ristabilire l'ordine. Non riuscirete mai a sconfiggere Asgard.» lo sfidò Thor.
«Asgard è solo un regno che ha saputo sfruttare il momento propizio per emergere, ma ogni potenza è destinata ad appassire. Non vi siete curati dei popoli che avete sottomesso e questa sarà la vostra rovina. Noi Vanir possiamo annientarvi anche da soli.» continuò il Vanir.
«Non so voi, ma per me sta parlando un po' troppo.» disse Tony. «credo che sia il momento di spaccare tutto.» continuò, rivolgendosi verso Hulk, che emise un grido di assenso.
Fu in quel momento che ebbe inizio la guerra.

Gli eserciti di entrambi le parti erano ormai pari, il rumore delle armi che cozzavano tra di loro riempiva tutto il palazzo. Per ogni Vanir che veniva messo al tappeto, ne comparivano altri due. Iris e Bucky combattevano vicini, coprendosi le spalle a vicenda, non lasciando che nulla li colpisse di sorpresa, sempre con lo sguardo rivolto verso l'altro.
«Non andremo da nessuna parte di questo passo. Ci logoreremo senza ottenere niente. Ci serve un piano.» disse Nat.
«E cosa proponi?» le chiese ironica Iris «I miei neuroni sono troppo concentrati a cercare di non farmi uccidere per pensare a qualcosa.» scherzò la corvina.
«Eppure parli decisamente tanto.» la prese in giro Tony.
«Ragazzi, non è il momento.» li rimproverò il Capitano.
«Abbiamo bisogno di un piano. Qualcosa che li distragga.» suggerì Loki. «Abbastanza da raggrupparli tutto insieme e poterli attaccare.» continuò.
«Quella si chiama esca. Ed è una pessima idea.» disse Tony.
«Io ho un'idea, ma ho bisogno del vostro appoggio.» propose Iris.
«Solo se non sei tu l'esca.» si oppose Bucky.
«Funzionerà solo se sono io. È l'unico modo. Ma non sarò in pericolo, o almeno non più di quanto lo sia adesso.» ribatté la corvina.
«Tony, Clint, Thor. Ho bisogno di voi. dovete stare pronti.» continuò.
«Non ho detto che andava bene.» si oppose Steve, intuendo lo stato d'animo del suo migliore amico.
«Non ti ho mai chiesto di farlo.» rispose semplicemente Iris.

«Heid!» chiamò Iris, facendosi strada verso di lui, evitando le spade, le asce e qualsiasi arma si avvicinasse a lei più del dovuto.
A farle da scorta c'erano Bucky, Steve, Nat e Loki. Hulk era troppo impegnato a distruggere i Vanir e di certo era molto più utile così, mentre per il momento sarebbe stato meglio se gli altri tre fossero passati inosservati.
«Heid!» lo chiamò più forte, quando gli fu abbastanza vicina. Lui si voltò nella sua direzione.
«Sei venuta a morire?» le chiese ironico.
«Sono venuta a proporti un duello.» rispose lei. Loki le lanciò un'occhiata allarmata, che non passò inosservata al Soldato D'Inverno.
«Che c'è?» gli chiese infatti.
«I Vanir tengono molto ai duelli. Li ritengono quasi sacri.» spiegò brevemente in Dio degli inganni.
«Sei sicura di quello che dici? Non mi sembri in forma. Ti ricordavo più potente.» disse Heid.
«Sto conservando il meglio come dessert. Sono stanca di vedere tutti questi uomini morire. Siamo popoli simili, di questo passo nessuno avrà la meglio. Entrambi ne usciranno distrutti. Un duello. Chi vince, governa l'Yggdrasil.» tentò di convincerlo la corvina.
«Perché dovrei combattere contro di te e non contro uno dei tuoi fratelli?»
«Oh, perché è stato mio l'onore di far tagliare la testa a tua madre. E poi quella cicatrice... Sono venuta a finire il lavoro. Ti ricordi di tua madre? Povera Gullveig, tanto forte, eppure... che urla pietose.» rise sadica, disseppellendo una parte di sé che credeva estinta. Voleva farlo arrabbiare. Voleva che lui smettesse di ragionare, anche a costo di tornare ad essere quella di un tempo. E infatti l'espressione di Heid mutò radicalmente, diventando una maschera di rabbia cieca, ma lui riuscì a riprendere un briciolo di lucidità.
«Ti conosco bene. C'ero anch'io a combattere contro di te. So quanto puoi essere subdola.» iniziò, e a quel punto tutti si agitarono. Se lui non avesse abboccato, sarebbe stata una strage. «C'è solo una cosa a cui non puoi venire meno. Conosco il tuo punto debole.» ghignò, convinto di avere la vittoria in punto. «Promettimi che sarà uno scontro leale. Che non attaccherai il mio popolo, che non ti farai aiutare contro di me. E sarò felice di duellare ed ucciderti.» la forzò.
«Lo prometto.» gli rispose, la sfida negli occhi.

It cannot be all there | Bucky BarnesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora