«Allora, vuoi spiegarmi meglio cosa è successo e magari dirmi chi è l'uomo incappucciato?» chiese quest'ultimo, visibilmente curioso. «Un giorno dovrò tagliarti la lingua, se decidessi di uscire dal mio giro...» rise Iris. «...Ho avuto qualche problemino con lo Shield, sai gli Avengers, i salvatori del mondo... quelle cose lì, ma non potevo certo tornare a mani vuote e così ho preso lui.» Trevor alzò un sopracciglio, confuso. «Che te ne fai di un agente dello Shield?» 

«Non è un semplice agente, Trevor. Lui è il Soldato D'Inverno.» 

L'autista strabuzzò gli occhi ed ammutolì per tutta la durata del viaggio, mandando qualche occhiatina curiosa al diretto interessato dallo specchietto retrovisore. 

«Siamo arrivati, stasera abbiamo un cliente importante al locale, cerca di non mancare. Non ha voluto sentire ragioni di ritardare l'affare, dice che sarà disposto a pagarti benissimo e che solo tu puoi trovare quello che cerca al momento e sarà troppo tardi anche domani.» 

Iris annuì e uscì dall'auto seguita a ruota da Bucky, diretti verso l'imponente villa sull'altro lato della strada.

Appena entrati Iris urlò «Rock! Sono arrivata! Ti mancavo, vero?» inginocchiandosi per terra con le braccia spalancate, lasciando Bucky leggermente confuso. Un cane davvero bellissimo corse in direzione della ragazza, saltandole al collo e provocandole una risata fragorosa che fece sorridere, incredibile ma vero, anche il moro. Dopo aver salutato la sua padrona, Rock annusò l'intruso con fare indagatore e solo dopo qualche secondo scodinzolò appoggiandosi con le zampe anteriori sulla sua gamba. «Vuole che tu lo accarezzi, pare fidarsi di te.» spiegò Iris, con l'accenno di un sorriso sul volto. «Evidentemente non mi conosce abbastanza..» si lasciò sfuggire l'uomo in questione. «O forse coglie cose che gli altri non riescono a cogliere.» si sorprese a rispondere la ragazza. 

«Perché hai bisogno di me? Cosa cerchi di ottenere?» 

«La tua fama ti precede, Soldato.»

«I patti erano chiari: non farò più ciò che ho fatto in passato!» inveì lui.

«Non ho bisogno che tu faccia nulla, ti ho dato la mia parola. Ho solo bisogno che ti vedano con me, sai, molta gente non crede alla tua redenzione...»

«...E quindi vuoi che mi vedano con te in modo da temerti. Credevo non avessi bisogno di simili giochetti.»

«La sicurezza non è mai troppa! Comunque vedo che sei perspicace! Conosco decine di persone che pagherebbero miliardi per averti anche solo per un giorno, Soldato.»

Bucky era spiazzato, ma non lo diede a vedere. Quasi non sopportava l'idea che la gente tornasse a tremare dinanzi a lui, ma non poteva fare altro, al momento. Lo stava facendo per un bene superiore, perché magari col suo sacrificio sarebbero riusciti a salvare il mondo e minimizzare ancor di più le vittime e tutto grazie al potere di quella ragazza. Ma per lui sacrificio valeva a dire riscatto e, per quello, avrebbe dato qualsiasi cosa.

[...]

Iris e Bucky erano appena entrati nel locale. La ragazza lo guidò tra la folla, che si scostava al loro passaggio: il braccio metallico del Soldato era scoperto lasciando fin troppo poco spazio all'immaginazione. Tutti, all'interno del locale, sapevano chi era e cosa aveva fatto e lo temevano, perché erano deboli. Iris sorrise a questo pensiero. I suoi nemici non avrebbero potuto far altro che abbassare lo sguardo la prossima volta che avrebbero incrociato il suo.
Purtroppo di tanto in tanto gli capitava ancora qualcuno che credeva di poterla ingannare solo perché era una donna. Storse il naso a quel pensiero.
Salì le scale che la portarono in una sala da cui riusciva ad avere tutto sotto controllo con una visuale perfetta, e la musica era molto attenuata. Si sedette sul divanetto facendo un gesto per invitare anche Bucky a sedersi, le sembrava incuriosito, faceva guizzare i suoi occhi da un posto all'altro ed osservava la folla, che ormai aveva ripreso tranquillamente a bere, fumare e ballare come se lì non ci fossero degli assassini spietati. 

It cannot be all there | Bucky BarnesWhere stories live. Discover now