19. Fratelli

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Quando la femme si svegliò, riusciva ancora a sentire il dolore alla nuca. Poteva scommettere che era stato Crosshairs a colpirla, con qualcosa di duro e metallico. Forse la canna della pistola. E sicuramente NON LO AVEVA FATTO DELICATAMENTE.

Aprì lentamente gli occhi, chiedendosi dov'era. Si rese conto di essere distesa a terra, a pancia in giù. Il pavimento era sempre freddo e metallico, ma riusciva a sentire un continuo rumore di sottofondo. Era il rumore di motori.

La femme cercò di alzarsi, ma sentì gli arti immobilizzati e solo dopo si rese conto di essere stata legata. Per fortuna aveva la bocca libera.
Si guardò attorno. Vide due mech. Gli stessi di qualche ora prima. Per fortuna non si erano resi conto che la femme aveva ripreso coscienza.
<Che bello, credevo di essere finalmente libera, e invece... ancora più legata!> sbuffò.
Notò un terzo mech, più anziano degli altri due.
<<Crosshy, hai di nuovo esagerato. Non si sveglia più. Optimus mi sgriderà di avervi lasciati andare da soli>> disse.
<<Dovresti essere già felice del fatto che siamo usciti integri da lì>> ribatté il mech verde <<quello, è il Quartier Generale decepticon. Era un'impresa impossibile>>
<<Infatti l'hanno affidata a noi>> sorrise Deadlock.
<<Drift, Crosshy, la missione non è ancora finita. Dobbiamo portarla da lui intera e VIVA>> il mech più anziano volse lo sguardo verso di lei e lei notò che era seduto davanti ai comandi.

Aspetta. Cosa?
Da quando in una base ci sono dei "comandi"?
Ci sono, se non è terrena.

Lei era su un'astronave. E con ogni secondo che passava si stava allontanando da Kaon. Doveva ammetterlo, quella era la sua "casa".
Volse lo sguardo verso una finestra della navicella. Non si vedeva nulla. Un vuoto, un infinito violaceo e nero cosparso da stelle.
La sua scintilla cominciò a battere più velocemente. Il panico prese il sopravvento.

<<DOVE MI STATE PORTANDO!?>> ruggì con tutta la voce che possedeva. Cominciò a dimenarsi a destra e a sinistra. Senza effetto.
<<Contento Jackie? Ora è sveglia>> disse il mech verde.

Ovviamente nessuno dei tre rispose alla domanda della femme.
Le stava venendo da piangere. Girò il volto verso il pavimento.
Non voleva apparire debole.

...

Dopo qualche ora di viaggio, la navicella atterrò. Deadlock e il mech verde presero la femme per le braccia. Le braccia erano legate dietro alla schiena. L'impossibilità di movimento la irritava.

Quando lo sportello si aprì, l'interno fu inondato da una luce intensa, che accecò la femme.
Fu portata fuori. Anzi trascinata. Non aveva alcuna intenzione di collaborare. Teneva il volto basso.
Fu lasciata davanti ad un altro bot. Era alto. Lei cadde in ginocchio, senza alzare lo sguardo o dire una singola parola.

Poteva sentire la brezza del vento che le sfiorava delicatamente l'armatura. Aveva notato immediatamente che il terreno non era metallico, era ricoperto da una strana polvere. E il calore che percepiva lungo la schiena era emanato da una sola stella principale. Cybertron ne possedeva due.

Ma quello, non era Cybertron.

Il mech sospiro profondamente.
<<Slegatela immediatamente. L'avete ridotta come una prigioniera... ora è al sicuro. Non avrà più nulla da temere>>

Quella voce era profonda e come dire... confortante?
Alla femme pareva di averla già sentita. Ma non poteva fidarsi di nessuno.

Qualcuno dietro di lei cominciò a slegarla.
<<Scusami, evidentemente parevi pericolosa>> disse il mech alto.
<Eccome. Vuoi vedere? Tu ancora non mi conosci> avrebbe voluto dirgli la femme, ma si trattenne.
<<Come ho detto, ora sei al sicuro. Io sono Optimus e sono...>>

Appena sentì le braccia libere, gli balzò al collo. Con gli artigli si aggrappò alle sue spalle. Non aveva bisogno di guardarsi attorno, sapeva perfettamente di avere almeno venticinque blaster puntati addosso.
<<...e sono tuo fratello>> concluse il mech alto.

Lei lo guardò dritto negli occhi e vide la calma più assoluta che abbia mai visto. Non poteva mentire. Aveva appena visto per la prima volta quella femme, e già si poteva vedere che si fidava di lei con tutta la scintilla.
Sembrava impossibile, ma le parve di aver percepito un legame di energon con quel mech.
Mollò lentamente la presa.

<<Anch'io sono un Prime, come te. Mi meraviglio che tu sia sopravvissuta da Megatron>>
<<Io...>> si guardò attorno vedendo una ventina di sguardi di disapprovazione, un po' minacciosi a dire la verità <<...mi chiamo Sealightblue>>

Quella calma era contagiosa?
Probabilmente sì, perché ne era stata appena contagiata.

Il fratello sorrise. Era più alto della femme blu, e aveva l'armatura di due colori principali: blu e rosso.
<<Che bel nome. Non credevo di avere anche una sorella>> affermò dolcemente.
Quel "anche" poteva far intuire solo una cosa.

Lei seguì il suo sguardo verso un mech alto più o meno quanto lei. Era appoggiato alla navicella con la quale era arrivata. La sua armatura aveva gli stessi colori di Optimus, anche se leggermente più sbiaditi. La guardava veramente male, al contrario di Optimus.

<<Quello è Ultra Magnus, anche lui è tuo fratello. Avrete più o meno la stessa età, credo...>> disse Optimus. Probabilmente non li guardò neanche, poiché non notò gli sguardi che i due si mandarono.
<Bene, fratellino Ultra Magnus, vede che andremo molto d'accordo> pensò sarcasticamente. Si poteva vedere perfettamente che le emozioni erano ricambiate.

<<Come avrai visto, questo non è Cybertron. Oltre la nostra galassia, è posta una fascia di stelle chiamata Via Lattea, dove si trovano molti raggruppamenti di materia, dove c'è il Sistema Solare, composto da otto pianeti, e noi ci troviamo su uno di essi. Il pianeta Terra. È composto in prevalenza da carbonio, praticamente assente su Cybertron. Anche la vita qua è composta da carbonio. Ma potrai notare la mancanza quasi totale di metallo. Non preoccuparti, questo pianeta è bellissimo lo stesso. Domani ti porterò a fare un giretto in tranquillità>> indicò gli altri bot presenti <<Ora, forse è meglio se ci conosci un po' meglio>>

Avvicinò la femme.
Indicò il mech verde.
<<Lui, è Crosshairs>>
<Come se non l'avessi già capito. Okay, piacere Crosshairs. Grazie per la botta> pensò la femme, naturalmente NON ad alta voce.
Indicò il pilota della navicella, il mech più anziano fra i tre.
<<Wheeljack>>
Dopodiché indicò Deadlock.
<<Drift; mi ha detto che vi eravate già conosciuti>>
<<Ecco a chi assomigliavi>> Deadlock/Drift sorrise e guardò il fratello della femme.
Poi Optimus indicò un mech più o meno dell'età della femme.
<<Jazz>>

Passò una marea di nomi. <Finché non li conoscerò meglio, sarà impossibile ricordarseli tutti>

Dei nomi che le rimasero impressi nella mente furono "Arcee, Windblade, Pyra Magna, Chromia ed Elita-one". Erano altre femme del gruppo.
Infine Optimus si rivolse a Sealightblue <<Ora sei al sicuro, non hai più nulla da temere. Noi siamo gli Autobots, noi ti proteggeremo>>

ᴀʀᴛɪɢʟɪ ᴅɪ ᴘʀɪᴍᴇ ɪ - A Transformers StoryWhere stories live. Discover now