16. Prigioniera dei Sentimenti

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La draghessa era distesa a terra, il metallo freddo le toccava le squame in modo sgradevole.
La poca luce che penetrava, bastava per distinguere le ombre a terra delle sbarre metalliche, che la rinchiudevano in quella prigione.

Non si muoveva, né emetteva alcun verso.
Come un cadavere.
Erano giorni che non aveva visto un cubetto di energon... e questo si faceva sentire. Le squame erano torbide, non più lucenti. E le iride ottiche un po' più spente del solito.

Non si mosse di un millimetro, quando due vehicon soldati aprirono la porta di metallo.
Volevano portarla di nuovo nel laboratorio... La sesta volta in questa settimana. Ne era abbastanza stufa.
Incominciò a ringhiare, creando un'atmosfera d'inquietudine, come se cercasse di avvertirli.

I mech non se ne curarono molto, e quando erano a sua portata, la femme si voltò di scatto, cercando di morderne uno.
Il soldato balzò indietro, evitando le zanne della Prime.
<<Mordi, eh? Bestiola?>> scoppiò a ridere, leggermente terrorizzato, il vehicon.

Lei era una bestia.

Dopo qualche istante le sbarre rinchiusero, di nuovo, dentro la femme.

Era una BESTIA. Un mostro...
Lei portava alla morte degli esseri che le stavano accanto.
E il mese scorso aveva provato quanto questo fosse vera quest'affermazione... Aveva ferito la persona a cui teneva di più in tutta la galassia... E ora non sapeva neanche se sia vivo, o morto...
In qualunque caso era colpa SUA.

...

L'attenzione della femme passò su uno strano soggetto.
Era un altro vehicon, questa volta non accompagnato da nessuno...
Si guardava in giro stranamente.
Sealightblue notò che il mech aveva le mani sporche di energon.

Quando si avvicinò alle sbarre, la femme gli mandò uno sguardo d'allerta.
Lui le rispose con uno sguardo altrettanto simile... ma strano.
La femme notò gli occhi verdi del mech, e sbuffò voltando il muso dalla parte opposta.

<<Sealightblue, per favore, ascoltami...>> il mech appoggiò le mani sulle sbarre.
La femme sbuffò di nuovo.
<<Vattene, Changewing>>
<<Lo so che ti senti in colpa, ma non c'è, in realtà, un motivo. Per favore, ascolta quello che ti ho da dire...>> la supplicò il mech.
La femme girò il muso verso l'oxybot.
<<Che vuoi? Perché hai le zampe sporche di... lo sai cosa? Dì quello che hai da dirmi, E VATTENE. Il più presto possibile, grazie>>

Il mech sorrise mostrando l'espressione soddisfatta.
<<È vivo. E vuole vederti>>
Alla femme s'illuminarono gli occhi, ma cercò di non far notare l'espressione all'amico.
<<Perché vorrebbe vedermi? Sono IO la causa di tutti i suoi problemi.>>
<<Ma tu sei anche la soluzione, di tutti i suoi problemi>>

<Ohh, ora fa il poeta> pensò sarcasticamente.
La femme lo fulminò con lo sguardo.
<<Ah, e allora tu e Ice avete smesso di ostacolarci? Dai, indoviniamo, LUI HA DOVUTO QUASI MORIRE, perché voi lo capiate? CAPIATE, CHE NON È UN DECEPTICON COME GLI ALTRI?>> le stavano venendo le lacrime agli occhi dalla rabbia.
Dalla faccia del mech scomparve il sorriso. Trasformò la mano in una chiave e aprì le sbarre della cella.

<<Lo so che io e Icewind siamo dei "casi a parte", ma ora non abbiamo più dubbi, e tutto questo non si ripeterà mai più. Te lo prometto>>
<<Non mi posso fidare di te, né oggi né mai. E questo "mai" è un vero "mai", non come il tuo, falso>> sibilò Sealightblue fra i denti.
Il mech si avvicinò alla Prime, ma lei non si lasciò toccare.
<<Dici che vuole vedermi? Be', IO NO>> era impossibile evitare che si sentisse la voce che le si spezzava in gola.

ᴀʀᴛɪɢʟɪ ᴅɪ ᴘʀɪᴍᴇ ɪ - A Transformers StoryWhere stories live. Discover now