Un frammento di ciò che fu [1/5]

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"Se sei ancora attaccato ad un vecchio sogno di ieri, e continui a mettere dei fiori sulla sua tomba ad ogni momento, non puoi piantare i semi per un nuovo sogno che possa crescere oggi

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"Se sei ancora attaccato ad un vecchio sogno di ieri, e continui a mettere dei fiori sulla sua tomba ad ogni momento, non puoi piantare i semi per un nuovo sogno che possa crescere oggi."

Joyce Chapman

Bahar e Morad l'aspettavano già con un piede fuori dalla porta, entrambi smaniosi di uscire. Nemeria era passata in camera a salutare Batuffolo e poi si era fiondata giù dalle scale quanto più in fretta possibile. Con la clamide sulle spalle e il cappuccio calcato in testa, si sentiva un po' come la bambina di quella fiaba che andava a trovare la nonna con un cestello pieno di cibo.

"Io però non mi sarei fatta mangiare dal lupo."

- Non ci hai messo così tanto. - sorrise Bahar.

- Ho fame, ecco perché. -

Morad scoppiò a ridere così forte da far sussultare Nemeria.

- Beata gioventù! - le diede una pacca sulla spalla e le fece cenno di seguirlo, - Tyrron mi ha raccomandato di farti mangiare, ma non credo che dovrò controllarti più di tanto sotto questo aspetto. Dai, andiamo, ti porto in un bel posto. -

Le strade di Kalaspirit erano congestionate a quell'ora. Alla luce pallida del sole, le persone sembravano fantasmi imbacuccati o anime alla deriva nell'opalescente foschia della mattina. Una donna con un bambino attendeva il suo turno per prendere l'acqua da un pozzo, mentre gli apprendisti delle varie botteghe dondolavano sotto il peso di grossi sacchi ingombranti.

- Vieni, è lì. -

Morad si diresse a passo spedito verso un negozio con la tenda bianca non ancora distesa. Non aveva chissà che bell'aspetto, non c'erano scritte che lo identificassero, solo qualche cartello con i prezzi sbiaditi. Nemeria era più che certa che se fosse stata lì da sola, sarebbe passata oltre senza fermarsi.

Li accolse una ragazza giovane, con i capelli crespi che sbucavano da sotto il fazzoletto che aveva in testa a mo' di criniera. Aveva le mani grandi e i muscoli guizzavano sotto la pelle lucida.

- Morad, buongiorno. 

- Buongiorno a te, Branka. Tua madre come sta? Si è ripresa da quella brutta tosse? -

- Sta meglio, sì. Già stamattina voleva tornare al lavoro, ho dovuto supplicarla di rimanere a letto almeno un altro giorno. - disse Branka e si pulì le mani sul vestito, stampandosi il profilo farinoso delle mani sulle cosce, - Se vuoi, oggi ho fatto anche la lenja pita. -

L'uomo ci rifletté un attimo e poi scosse la testa: - Non dovrei, anche perché sono venuto per prendere la colazione a questo scricciolino qui. -

Branka corrugò le sopracciglia: - Per essere tuo figlio, non ti somiglia granché. -

"Sono una ragazza!" urlò nella propria mente Nemeria e glielo avrebbe anche sbattuto in faccia se la grassa risata di Morad non l'avesse sorpresa.

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