Capitolo 2

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Tredici anni prima

Appena Clara Jauregui aprì la porta, Camila la salutò velocemente, poi corse in casa e salì le scale, affrettandosi a raggiungere la camera di Lauren.
Nessuno le disse niente, siccome sapevano quanto le due bambine fossero legate ed andassero d'accordo. Alejandro era felice che sua figlia si trovasse bene con quella di Mike, poiché i due erano amici da parecchio tempo. Lauren trattava Camila come una sorellina più piccola, e Camila l'adorava come se fosse una sorella più grande.
Nessuno sapeva che dopo quella cena, le cose sarebbero cambiate per sempre.

Camila spalancò la porta della camera di Lauren, senza nemmeno bussare. La mora era seduta sul suo letto e guardava la televisione, anche se con il volume molto basso.
Sorrise a Camila appena la vide, dicendole di accomodarsi accanto a lei. Tuttavia, la più piccola tra le due non riuscì a muoversi, poiché notò che cosa indossava Lauren.
I suoi genitori erano fuori per lavoro, quindi Clara si era offerta di tenerla un po' con sé e con Lauren. Era stata più che felice di accettare. La signora Jauregui doveva poi uscire, ed aveva deciso di portare Lauren, Camila e Chris insieme a lei a fare la spesa.
Finito di fare la spesa, si era fermata al centro commerciale per prendere un gelato ai bambini. Mentre tutti erano seduti a mangiare il proprio gelato, Camila si era resa conto che uno dei negozi vendeva un vestitino molto carino.
Sembrava essere fatto proprio per lei, perché non solo c'erano tutti i colori che le piacevano, ma c'erano ricamate delle rose che erano i suoi fiori preferiti.
Indicò il vestito con la mano a Lauren, che si voltò per poterlo vedere. Strinse le sopracciglia, poi iniziò a ridere divertita.
<<Ti piace quel coso?>>, aveva detto, ridendo ancora. Clara l'aveva fulminata con lo sguardo, poiché aveva notato che Camila ci era rimasta male. Chris era troppo impegnato a mangiare il suo gelato per rendersi conto di cosa stava accadendo intorno a lui.
Se quel "coso" non le piaceva, per quale motivo lo stava indossando quella sera? Strinse le sopracciglia e la guardò malissimo, prima di chiedere spiegazioni.

<<Cosa? Papà ed io eravamo al centro commerciale, l'ho guardato meglio e ho notato che non era poi così tanto brutto>>, disse, alzando le spalle.
Adesso, a Camila sarebbe potuta bastare come risposta, e avrebbe anche potuto semplicemente proporre di comprare quello della sua taglia, così avrebbero potuto fingere di essere gemelle, come facevano ogni tanto. Ma la piccola non dimenticava quello che le aveva detto Lauren.
Quando andavano verso la macchina, e Clara non stava ascoltando, Lauren aveva sussurrato all'orecchio di Camila: "<<Prova a comprare quel coso, e ti giuro che smetto di essere tua amica>>".
Non era la prima volta che Lauren usava il suo essere più grande- o la sua amicizia con Camila- per convincerla a fare qualcosa e se doveva essere onesta, la cubana più piccola si stava stancando di quella storia.
Tuttavia, adesso, Lauren aveva proprio esagerato. Non solo l'aveva apertamente minacciata di non essere più sua amica se avesse indossato quell'abito, ma...poi lo comprava e le diceva che aveva cambiato idea? Camila ci aveva pianto per quell'abito, perché le piaceva tantissimo, però non voleva perdere Lauren, quindi l'aveva preferita al vestito.
Senza pensarci due volte, fece retromarcia e scese di nuovo al piano di sotto. La piccola Taylor correva- siccome aveva da poco preso a camminare- per la stanza, con Chris che si assicurava che non si facesse male. Era diventato molto protettivo nei confronti di Taylor da quando era nata, poiché diceva che era piccola e delicata.
Sinue e Clara stavano chiacchierando in cucina, mentre quest'ultima terminava di preparare le ultime cose per la cena. Infine, Mike ed Alejandro sedevano in soggiorno, mentre sorseggiavano una birra e parlavano della finale di campionato di basket.

<<Camila, che succede?>>, chiese sua madre, quando vide sua figlia entrare in cucina.

<<Succede che non voglio più vedere Lauren>>, disse, stringendo le braccia al petto e mettendo il broncio.

With a kiss, I dieWhere stories live. Discover now